Tra la prospettiva di usare la tecnologia NFT ed i server irraggiungibili, l’accoglienza dei giocatori è stata a dir poco negativa.
Nel mondo dei videogiochi c’è una legge non scritta che ogni studio di sviluppo dovrebbe sapere: non rilasciare un videogioco non pronto, specialmente se il rilascio avviene in early access. Ormai l’early access (a torto o ragione) viene considerato un periodo di rodaggio che però presuppone che il titolo sia già stabile e pronto per l’uso.
Evidentemente Blowfish Studios non conosce questa regola.
In fase di annuncio, Phantom Galaxies è stato in grado di colpirci tanto da meritare un articolo di anticipazioni. Ed in effetti il titolo ha dalla sua interessanti caratteristiche: combattimenti nello spazio, navette e mech che si fronteggiano a suon di folgoratori (cit.) e cose che fanno luce e tanto tanto male.
Il grosso problema di Phantom Galaxies è che al debutto i server hanno smesso di funzionare: i giocatori non hanno avuto modo di accedere alla componente online, rimanendo in coda per un tempo indefinito ed impedendo ai più di testare il gioco. Questo si è sommato a due aspetti che hanno colpito: l’impossibilità di personalizzare il proprio personaggio (quindi se vi capita di essere un transgender di colore vi tenete il vostro avatar e zitti) e il fatto che il gioco è previsto per far uso dei famigerati NFT, anche se questa componente sembra essere stata rimossa dalla versione per Steam.
Il risultato è che al momento in cui prepariamo l’articolo il gioco veleggia su un ricchissimo 21% di valutazioni positive, e fra segnalazioni curiose (funziona lo shop ma non il gioco) ed altre legate agli errori in gioco, gli stessi giocatori non hanno omesso di manifestare in modo anche divertente lo stato del gioco.
Per Blowfish Studios la strada per rimettere in piedi Phantom Galaxies potrebbe non essere lunga, ma è necessario dimostrare maggiore attenzione ai giocatori e probabilmente meno voglia di puntare alla monetizzazione forsennata: va bene che il gioco è free to play, ma l’NFT è un approccio odioso ed odiato in tutto il mondo del gaming.