Beckham: la recensione

Sei bello, fortissimo a calcio e tua moglie è la più figa delle Spice Girls. Quale problema potresti mai avere? Li racconta questa serie.

 

Beckham serie recensione

 

Sul filo conduttore di mini-docuserie di successo come Arnold e Wham!, Netflix lancia il racconto dei primi quarant’anni di uno dei calciatori più piacioni degli anni novanta. Sempre col ciuffo al posto giusto e il vestito che più trendy non si può, il numero 7 del Manchester United si racconta in quattro episodi densi di giocate sopraffine, ma anche di emozioni devastanti. Perché il ragazzetto di Manchester è diventato famoso per i piedi morbidi ma anche per aver attratto a sé la Posh Spice, Victoria Adams, che in quel momento era il bocconcino più appetitoso di tutto il movimento del girl power.

E ciò rende la visione di questo titolo divertente. Non è un prodotto rivolto solo agli amanti del calcio ma anche a quelli della musica pop e, ancor più in generale, della comunicazione. David Beckham, infatti, è stato il pioniere degli influencer, di quelli che hanno trasformato il proprio corpo in un culto e, poi, in un’azienda. David Beckham è stato il padre dell’apparenza moderna, con copertine che lo ritraevano in pareo (!) e fughe notturne in automobili con i vetri oscurati. David Beckham è stato uno che aveva intuito quanto fosse importante comprare auto e penne di lusso per poi farcisi vedere in qualche scatto dei paparazzi.

Ma il senso di questa narrazione, contrariamente a quanto possa apparire, è ancora più alto di così: dimostra, infatti, che dentro all’involucro perfetto c’era sostanza e ci dovrebbe essere sempre per chiunque ambisca a seguirne le tracce. Dave, come lo chiamava il padre psicopatico che lo filmava in campo da quando era un fanciullo delle elementari, ha vissuto per giocare a calcio e per migliorare la sua tecnica. Altro non voleva e altro non ha fatto fino a quando si è innamorato. Vi basti pensare che, quando Ferguson lo prese ancora imberbe nei Red Devils, non aveva un gran tiro! Sì, avete letto bene. Il calciatore che ha esordito a 16 anni in Premiere con un gol da centrocampo non aveva un gran tiro. Ma non è un controsenso, bensì il frutto di milioni di allenamenti in tal senso che lo hanno portato a trasformare una debolezza in punto di forza. Un insegnamento ottimo a tutte le età, ma ancor più valido per i bambini che sognano di trasformare questo sport in lavoro.

 

Beckham serie recensione

 

E Beckham prosegue la sua folle corsa con balzi inattesi da montagne russe, come il picco estraniante dell’espulsione ai mondiali del ’98 contro l’Argentina che gli costò un anno di insulti e violenze psicologiche da parte di tutto un Paese. Le immagini che vengono mostrate sono a dir poco toccanti, con picchi di inaudito bullismo che oggi verrebbe demonizzato a squilli di tromba. Balzi fatti anche di amore incondizionato per i suoi genitori e per la splendida famiglia che ha saputo e voluto costruire con una ragazza che girava il mondo in tour e che invece si è rivelata una moglie e una mamma ideale. Vien voglia di palleggiare in salotto. Vien voglia di innamorarsi. Vien voglia di prendere un aereo per Miami per abbracciare l’uomo che ha saputo diventare.

Se proprio non riuscite a mettere da parte un odio per questo sport e, più nello specifico, per questo personaggio, non riuscirete a guardare la serie. Per tutti gli altri, però, saranno serate piacevoli all’interno di una vita che nessuno di noi vivrà mai.

Chissà quanto avranno fischiato le orecchie a Simeone!

 

Beckham, 2023
Voto: 7
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