Samurai 7: la recensione

Samurai e robot sono i protagonisti di questo anime del 2004, ormai datato, ma con un fascino tutto suo.

 

 

Scartabellando tra le serie che Netflix propone, mi appare un vecchio titolo che ancora non avevo visto. Sono un appassionato di manga e animazione, e Samurai 7 era un titolo che all’epoca avevo già sentito nominare, quindi mi ci sono fiondato come il cacio sui maccheroni! Non mi aspetto e non pretendo che ci sia un’animazione grafica eccelsa, nel 2004 i mezzi a disposizione non erano quelli di adesso, ma spero di ottenere una storia valida. Ovviamente la serie animata attinge a larghe mani dal mitico film del 1954 intitolato proprio I Sette Samurai, e ne celebra i cinquant’anni a modo suo, rielaborando la storia in un contesto molto particolare. Dal titolo mi aspetto un’ambientazione in stile medioevale giapponese, con Samurai e combattimenti… mai mi sono sbagliato così tanto! Le prime immagini della serie propongono un conflitto tra giganteschi robot che combattono in opposte fazioni per abbattere immense navi volanti che sembrano palazzi feudali giapponesi. Un ricordo del passato o una visione del futuro?

L’inizio dell’anime mi spiazza. Samurai e robot non sono proprio due cose che viaggiano a braccetto. Comunque proseguo incuriosito e poco dopo l’antefatto la serie mi ributta totalmente nel medioevo giapponese, in un paesino di contadini che coltivano il riso, proprio durante una cerimonia sacra volta alla ricerca del sito dove scavare un pozzo di acqua potabile. Mi ci trovo a mio agio, ma di colpo una gigantesca macchina volante sorvola il paesino ed i suoi campi coltivati sondando lo stato delle sementi. Il panico si diffonde tra la gente ed in breve si comincia a discutere sul da farsi. Sono anni che queste macchine volanti chiedono un forte tributo per lasciar stare il villaggio, ma i paesani non ce la fanno più e decidono di opporre una sorta di resistenza assoldando dei samurai. La giovane sacerdotessa dell’acqua con la sorella più piccola ed un contadino del villaggio come scorta, si propongono per andare nella città commerciale più vicina per trovare i samurai necessari alla difesa del villaggio. Questo è l’inizio di una serie di epici eventi che scuoteranno l’intera struttura sociale del mondo feudale giapponese.

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Senza addentrarmi troppo nella descrizione dei sette samurai e delle loro particolarità, altrimenti vi toglierei gran parte della scoperta e del divertimento, mi voglio invece concentrare su alcuni aspetti che mi hanno incuriosito particolarmente durante lo svolgimento della serie. Prima di tutto ho notato che l’anime, pur essendo ambientato in uno strano miscuglio di robotica ed era feudale giapponese, mantiene interessanti tratti steampunk. Ingranaggi, rotelle e vapore la fanno da padroni sia nelle gigantesche navi volanti che nei più piccoli personaggi robotici che vivono in mezzo agli umani. E’ divertente assistere a questo incredibile fusione di generi così particolari e così lontani tra loro.

Inizialmente la trama è abbastanza semplice, se non quasi banale. Cercare ed assoldare samurai per difendere un villaggio di contadini, sembra una cosa semplice. Ovviamente la ricerca non sarà per niente facile, riuscire a mettere insieme i samurai apparirà da subito un’impresa senza speranza. I poveri contadini del villaggio possono pagare solo in riso e questo creerà non poche difficoltà per reclutare gente, ma questa non è la sola ragione che porterà molti a rinunciare. Affrontare giganteschi robot volanti non deve essere una prospettiva particolarmente allettante per un uomo e la sua katana. E’ chiaro che i samurai descritti in questo racconto non sono semplici guerrieri dell’era feudale, le loro doti in combattimento sono decisamente superiori, tanto che i migliori possono rivaleggiare con i loro avversari robotici.

Ora immaginate gli scontri tra samurai nella più classica delle visioni cinematografiche, aggiungete a questo anche delle battaglie con androidi e guerrieri con parti del corpo modificate, ed otterrete una buona idea di quello che avviene nella prima parte della stagione. La serie è praticamente divisa in due: una prima parte legata alla difesa del villaggio ed una seconda incentrata sul terremoto politico sociale che viene innescato da fortuiti accadimenti. Di seguito arriveranno scontri molto più movimentati, composti da interi schieramenti di uomini e robot di varie taglie che si danno battaglia in mezzo alla campagna verdeggiante o nella fitta boscaglia. In fine si arriverà a combattimenti su scale ancora più ampia tutti da gustare.

 

 

La prima volta che ho visto i giganteschi robot armati di fucili e spade, ho subito gridato al plagio! Ho notato una somiglianza impressionante con alcuni mezzi di Gundam usciti diversi anni prima in manga e anime firmati dal maestro Tomino. Osservando poi meglio ammetto che ci sono diverse differenze sia di sostanza che di forma, ma la somiglianza rimane davvero sbalorditiva.

Come accennavo nell’introduzione, l’animazione grafica non è all’avanguardia, essendo un lavoro del 2004, ma lo stile grafico dei personaggi è molto particolare. La cosa che mi è piaciuta di più è l’evidente scelta dell’autore di differenziare in maniera netta i personaggi, creando tanta varietà in uno stile già di per se piuttosto affascinante. La stessa rappresentazione degli ambienti e delle case di campagna stona fortemente con l’incredibile complesso di edifici in stile baraccopoli che si assiepano l’uno sull’altro nella città commerciale. Devo ammettere che questa forse è la caratteristica che più mi ha colpito in positivo.

Concludendo, questa serie può attirare l’attenzione di amanti di diversi generi senza scontentare nessuno. La storia non sarà la migliore che abbiano mai scritto, ma non è poi del tutto scontata, anzi riserva alcune pregevoli sorprese. L’animazione grafica è evidentemente datata, ma lo stile grafico è accattivante e molto vario. Insomma, per me è un lavoro che vale la pena di essere visto, ovviamente non farà più l’effetto che avrebbe fatto al tempo, ma si difende ancora molto bene.

 

Samurai 7, 2004
Voto: 6.5
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