Sembra una serie altalenante, con alcuni episodi interessanti ed altri banali; una spiegazione c’è, ma si capisce solo alla fine. Basterà per promuovere She-Hulk?
She-Hulk è uno di quei personaggi che devi conoscere per poterlo apprezzare appieno. La sua genesi nei fumetti è piuttosto semplice: l’avvocato Jennifer Walters viene a contatto con il sangue di suo cugino Bruce Banner, in arte Hulk, e da quel momento ottiene la capacità di trasformarsi lei stessa in una Hulk. A differenza del cugino, che deve convivere con un essere fatto di rabbia irrefrenabile, Jennifer ha il totale controllo dei suoi poteri e si può trasformare liberamente nell’affascinante “stangona verde”.
She-Hulk detiene anche, nel mondo dei fumetti Marvel, il primato di aver rotto per prima la quarta parete e di aver cominciato a dialogare liberamente con lo spettatore; in pratica fa la stessa cosa che ha reso dannatamente famoso il mitico mercenario mutante di nome Deadpool. Senza conoscere questa caratteristica, è difficile approcciarsi correttamente alla visione di She-Hulk: Attorney At Law.
La serie televisiva ripropone a modo suo la genesi del personaggio, cosa che può aver disturbato i fan più accaniti. Sinceramente ho trovato la proposta abbastanza valida, stando a quello che è stato raccontato su Hulk fino a quel momento. Sin dalle prime battute si capisce che Jennifer ed il suo alter ego She-Hulk possono interagire liberamente con il pubblico, come avviene anche nei fumetti, generando battute simpatiche e commenti ironici.
Stangona affascinante e Hulk dalla forza smisurata e capace di dialogare con il pubblico; tutti pregi e niente difetti insomma? Assolutamente no, perché Jennifer non ha nessuna intenzione di diventare un supereroe, ma vuole essere semplicemente un avvocato. Diventare una stangona verde le causa subito non pochi problemi con il lavoro, tanto da essere allontanata dalla maggior parte degli studi legali della sua città. Alla fine un lavoro da avvocato lo riesce anche a trovare, ma solo a condizione di apparire come She-Hulk e solo per occuparsi di cause che coinvolgono personaggi con poteri.
La stagione vorrebbe giocare sul dualismo tra la Jennifer avvocato che non riesce ad affermarsi e la She-Hulk che vede spalancarsi ogni porta davanti a sé; purtroppo fino all’arrivo di Daredevil si ha la fortissima sensazione che le cose non funzionino nel modo corretto. Almeno un paio di episodi, sui nove usciti, sembrano quasi del tutto slegati rispetto agli eventi narrati; aggiungiamoci anche che le battute divertenti non sempre sono efficaci e ci troviamo a commentare un prodotto che sembra zoppicare a più riprese.
Tatiana Maslany, che interpreta Jennifer, non è malvagia nel suo ruolo ed il cast che la circonda nella vita quotidiana da avvocato riesce anche ad essere piuttosto simpatico. Il problema dello scarso successo di alcune puntate non dipende dagli attori; colpa degli sceneggiatori? Difficile dirlo, alcune trame sono così banali da farci pensare seriamente che dietro ci sia una scelta ponderata.
La serie s’impenna improvvisamente con il ritorno sul piccolo schermo di Mat Murdock/Daredevil, interpretato da Charlie Cox; i fan, che lo aspettavano con ansia, hanno subito fatto schizzare le valutazioni di quella puntata verso le stelle. C’è però da dire che il personaggio di Daredevil è tornato, oltre che con un costume rivisto, anche con un carattere più solare. Poche scene però non ci permettono di valutare i cambiamenti proposti, rimandando la valutazione alla serie a lui dedicata.
Quindi si salva ben poco? Fino a metà dell’ultima puntata la serie è lontana dall’essere godibile, poi arriva l’intervento provvidenziale che cambia la chiave di lettura dei precedenti episodi. Attenzione, non sto dicendo che la serie improvvisamente diventa fantastica, ma che si capisce come mai sono state fatte alcune scelte di trama. Molti fan dei fumetti hanno rivalutato l’intera serie considerandola più che valida, ma io non sono concorde: la banalità di alcune trame proposte è così evidente da non poter essere salvata semplicemente da una trovata geniale sul finale di stagione. Si potevano curare meglio le trame più banali, senza per forza scommettere forte sui colpi di scena e sull’intervento di personaggi conosciuti come Hulk, Daredevil o Wong.
La realizzazione digitale di She-Hulk ha richiesto un importante lavoro che ha messo a dura prova lo staff; fortunatamente la riuscita è stata particolarmente buona, non ci sono cali vistosi di qualità e la fluidità dei movimenti è buona.
She-Hulk: Attorney At Law, pur mantenendo le caratteristiche principali proposte nei fumetti, lascia sul campo alcuni episodi realisticamente poco felici nelle trame e nelle sottotrame. È comunque una serie divertente, che ti strappa anche qualche bel sorriso, e che rilancia alcuni personaggi che nel prossimo futuro saranno centrali per i progetti Marvel. Ve la consiglio? Nel complicato mondo Marvel ormai è diventato indispensabile seguire sia le serie TV che i film, quindi se siete interessati a questo mondo, non dovete perderla… che vi piaccia o meno!