Supergirl – Stagione 4: la recensione


Una stagione divisa a metà: la prima parte un po’ fiacca e sotto tono, la seconda con tanto “Lex” che non ti aspetti.

 

 

C’eravamo lasciati con una stagione 3 un po’ piatta, con un errore degli sceneggiatori pesante da digerire e con un finale abbastanza movimentato, ma carico d’aspettative. Purtroppo, la prima parte di stagione continua a ricalcare l’andamento fiacco della precedente; non ci sono grandi novità di rilievo se non l’introduzione di nuovi personaggi che conosceremo meglio durante il susseguirsi delle puntate.

Questa volta niente alieni cattivi, siamo di fronte ai primi veri antagonisti umani della serie. L’integrazione dell’alieno nelle pratiche umane è uno dei cardini principali di tutta la serie. Mi piace molto com’è stato proposto questo difficile argomento, perché non si bada ad essere solo “buonisti”; ci sono molti momenti in cui gli estremi vengono messi bene in risalto. E’ verissimo che ci troviamo di fronte ad una serie sui supereroi, ma le sfaccettature sull’integrazione sono molteplici, e anche se questa serie non è assolutamente in grado di sviscerare il problema in tutte le sue parti, mi sono ritrovato a seguire alcuni spunti d’analisi interessanti che mi hanno fatto riflettere sull’attuale situazione “migranti” nel mediterraneo. Uno spunto adulto che non mi sarei aspettato, ma di cui sono gradevolmente sorpreso.

 

(E niente, mi fai troppo ridere!)

 

Tutto questo “impegnato” finisce quando si presenta Lex Luthor, interpretato da Jon Cryer; ve lo ricorderete nella serie Due uomini e mezzo con Charlie Sheen? Devo ammettere che quando ho visto Cryer nei panni di Luthor mi sono quasi pisciato addosso dalle risate; la prima occhiata è stata subito seguita dal pensiero: “Non c’entra niente con il Luthor che ho in mente”. Passato il primo momento di grande stupore e ilarità, mi sono calmato e ho dato una possibilità a Cryer. Ho sperato vivamente che desse un taglio particolare al personaggio, magari una follia semicomica interessante. Speravo in un’interpretazione diversa dal solito, qualcosa di mai visto, qualcosa a cui non avrei mai più potuto rinunciare; ed invece no! Cryer non è riuscito a modificare il suo sguardo, a rendere cattivo il suo volto, a fare sì che il personaggio risultasse il “Villan” di Superman. Ogni volta che venivano inquadrati i suoi occhi, si vedeva perfettamente lo sguardo, divertito e un po’ spensierato, che non c’entra niente con lo spietato manipolatore di nome Lex Luthor.

Gli sceneggiatori hanno cucito addosso a Cryer un personaggio che risulta essere scoppiettante, un motore perpetuo che non sta mai fermo. Sicuramente è differente dal Lex che mi aspettavo; non mi è dispiaciuto come personaggio, ma Cryer non è proprio credibile come cattivo. Detto questo, se la prima parte di stagione è un po’ fiacca, la seconda svela progressivamente tutte le trame nascoste che sono state costruite silenziosamente fino a quel momento. Le idee sono tante, carine e ben giocate; faccio i miei complimenti a chi ha pensato questo piccolo intrigo, ma la scelta incredibile di Cryer pesa troppo per poter apprezzare fino in fondo lo sforzo fatto.

 

 

Come dicevo, tanti sono i personaggi che sono entrati nella storia, in particolare sono abbastanza interessanti le figure di Manchester Black, in negativo, e di Nia Nal in positivo. Non ho ancora ben capito dove volesse andare a parare Manchester Black, che ha costantemente messo in crisi il nostro Marziano verde preferito, ma credo che la sua comparsa sia stata molto utile per proporre un “Martian manhunter” nuovo, e più vicino al personaggio dei fumetti. Nia Nal, che ritroveremo sicuramente nella stagione seguente, è una figura che si svela pian pianino, ma che è indubbiamente legata al futuro lontano della “Legione dei Supereroi”. La stagione non è andata proprio malissimo; sicuramente è stata migliore della precedente, tanto da riguadagnare la sufficienza persa nella scorsa stagione.

Supergirl – Stagione 4, 2019
Voto: 6
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