Tales From The Loop è una breve ed ambiziosa miniserie che commette l’errore di presentarsi come prodotto fantascientifico invece di palesarsi per quel che è.
Tales From The Loop è uno di quei prodotti televisivi che si fa fatica a valutare, perché camuffa la sua essenza sotto spoglie non sue e che non gli fanno bene. Tales From The Loop infatti ha tutto l’aspetto di serie fantascientifica: la presenza di grandi robot autonomi, di zone anomale dove avvengono strani ed incomprensibili eventi, di strutture imponenti che incutono timore reverenza nello sono elementi classici di un racconto che vuole portarci in un altro mondo e stupirci con le sue affascinanti peculiarità, similarmente a Black Mirror, Death, Love + Robots ma anche S.T.A.L.K.E.R.
In Tales From The Loop questi elementi sono invece solo presenze marginali, magari costantemente richiamate dalle inquadrature o dai fatti ma assolutamente secondarie rispetto a quello che ci vuole dire la serie; messaggio peraltro estremamente nascosto e comprensibile solo nelle ultime puntate. Tales From The Loop infatti sembra voler fare di tutto per trarci in inganno, iniziando un primo episodio dalla trama complessa ma non contorta che sembra vuole dare un abbrivio assolutamente a tema con quanto ci si aspetterebbe.
Invece la serie vira quasi immediatamente verso un ritmo molto lento e fin troppo compassato, dove il comportamento dei protagonisti (tutti collegati ma che ruotano di episodio in episodio) è quasi sempre sommesso, forse fin troppo pacato e non sempre convincente. Questo, unitamente al fatto che Tales From The Loop sembri non arrivare mai a stringere, a concludere, a farci capire quale sia la sua mira, non fa che spiazzare lo spettatore. I risultati per la serie sono sicuramente controproducenti, tanto che saranno in pochi a voler arrivare alla fine, capito l’andazzo, ed a voler trovare il vero significato di Tales From The Loop.
Ebbene si: Tales From The Loop ha qualcosa di ben preciso in mente, ed è anche qualcosa discretamente realizzato. La serie infatti non ha il suo fulcro nella fantascienza, nell’azione, nel thriller o nel voler stupire chi la vede; Tales From The Loop è una lenta e forse diluita commistione tra tutto quanto sopra ed una centralità che altro non è che un’introspezione dell’animo dei protagonisti, delle loro ambizioni, insicurezze, mancanze ed incapacità. Sotto quest’ottica, Tales From The Loop prende tutto un’altro corpo, molto più denso e palpabile.
Nonostante questo, a Tales From The Loop manca comunque qualcosa per esaltare e coinvolgere pienamente; come per i filtri utilizzati per ammantare lo spettatore in una patina opaca e smorzata, l’incapacità di provocare reazioni nello spettatore è una mezza sconfitta per la serie, che di per sé non è affatto brutta o da scartare. Peraltro, lascia basiti il fatto che una delle puntate (La Sfera Dell’Eco) sconfessi completamente tutto il resto della serie: senza un briciolo di tecnologia, puntando tutto sulle emozioni e sui sentimenti, è in grado non solo di coinvolgere emotivamente lo spettatore ma anche di elevarsi ad una delle migliori produzioni di sempre sul tema della morte e della solitudine, meritevole di essere visto da chiunque non abbia un cuore di pietra.
Dal punto di vista attoriale, Tales From The Loop non vede prestazioni memorabili da parte di nessun partecipante, forse con l’eccezione di Duncan Joiner, protagonista assoluto del miglior episodio della serie. Sarà interessante vedere se e come proseguirà la sua carriera, vista la giovane età ed il poco spazio riservatogli in Tales From The Loop per scelte narrative assolutamente comprensibili. Meno comprensibile come il personaggio con una maggior esposizione sia stato affidato a Daniel Zolghadri, non del tutto convincente (soprattutto dopo l’evento che ne avrebbe dovuto cambiare radicalmente comportamento). Menzioni per i discreti Jonathan Price e Dan Bakkedahl.
La regia è affidata a professionisti diversi per ogni episodio, con un risultato complessivo piuttosto omogeneo fatta eccezione per l’episodio già citato, diretto da Andrew Stanton, e l’ultimo, più dinamico, opera di Jodie Foster. Il risultato globale è però solo passabile, con un buon utilizzo di inquadrature suggestivi e filtri atti a conferire un certo stato d’animo, ma con un ritmo complessivo oggettivamente troppo lento.
Tales From The Loop è una serie per pochi, affrontabile al meglio solo sapendo che tipo di prodotto abbiamo davanti e che paradossalmente nasconde al suo interno una delle migliori realizzazioni cinematografiche in grado di toccare profondamente l’animo dello spettatore.