The 100: la recensione

Una serie post-apocalittica originale e coinvolgente. The 100 è uno dei migliori prodotti degli ultimi anni.

 

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Con il rinnovo per la terza stagione arrivato l’anno scorso (e ora anche per una quarta), The 100 ha decisamente superato la barriera che divide i flop dalle serie di successo. Per il genere post-apocalittico quattro stagioni (per ora…) sono un buon traguardo e la conferma che il pubblico ha apprezzato.

Basata su una serie di romanzi di Kass Morgan, The 100 si presenta con una trama e un’ambientazione piuttosto intriganti. Devo dire che le primissime puntate non mi avevano molto entusiasmato, per lo più a causa dei personaggi, che trovavo quasi tutti insopportabili. Negli episodi successivi, però, hanno tutti subito delle evoluzioni interessanti e positive e la sceneggiatura è andata in crescendo, catturandomi sempre di più. I protagonisti hanno iniziato a svelare i loro lati migliori e per certi versi inaspettati, mentre gli eventi si sono rivelati sempre più coinvolgenti col passare delle puntate.

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Siamo nel futuro. 97 anni prima la Terra è stata sconvolta da una guerra nucleare che ha quasi estinto la razza umana. Gli unici sopravvissuti furono gli equipaggi di 12 stazioni spaziali orbitanti intorno al pianeta. Scienziati, medici e ricercatori che svolgevano le loro attività nello spazio e che, dopo l’apocalisse, hanno unito tra loro tutte le stazioni, per formare l’Arca. Qui l’umanità è sopravvissuta e si è sviluppata fino a oggi. Tutti i personaggi che vediamo, quindi, sono nati nello spazio. Hanno studiato la storia del genere umano, la geografia, la natura, ma non hanno mai visto la Terra, se non dai loro oblò. Sull’Arca vigono regole severissime, tra cui cibo e farmaci razionatissimi e limite massimo di un solo figlio per coppia. Per mantenere l’ordine e contenere la popolazione, chiunque violi la legge viene imprigionato e poi giustiziato per espulsione nello spazio.

Finora, duramente, se la sono cavata, ma adesso l’Arca inizia a cedere. I macchinari che producono ossigeno sono ormai in avaria e non possono essere riparati e quel poco che resta dell’umanità è destinato a morire soffocato nel giro di pochi mesi. Allora l’idea: vengono presi 100 ragazzi che si trovano in prigione (e quindi in attesa di essere giustiziati) e vengono spediti sulla Terra all’interno di una capsula. Se sopravviveranno all’atterraggio e se il pianeta è tornato abitabile, dovranno comunicarlo all’Arca, e allora si potrà organizzare il ritorno di tutti.

I 100 arrivano, sopravvivono e scoprono che la Terra è tornata abitabile, ma… la radio è rotta! Inizia quindi la loro drammatica avventura in un mondo ritornato selvaggio e che non hanno mai visto, e i disperati tentativi di far capire all’Arca che sono vivi e che è possibile scendere giù.

 

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The 100 è riuscita nel non semplice compito di catturare il pubblico grazie ai due fondamentali elementi che non sempre sono facili da mettere insieme: una trama interessante, che alimenta l’interesse dello spettatore coinvolgendolo nell’organizzazione e nella lotta per la sopravvivenza di questi ragazzi, e una serie di personaggi che, con un po’ di “riscaldamento”, finiscono per rivelarsi molto interessanti. Un pugno di giovani che fino a poco tempo prima non avevano più una ragione di vita e che ora si rendono conto che l’unione e la collaborazione sono l’unica via che hanno per sopravvivere e per garantire un destino al resto dell’umanità. Il tutto non senza dover affrontare scelte difficili e dolorose. La seconda e la terza stagione, poi, aggiungono nuovi scenari e nuove sfide per i protagonisti.

Mi auguro che The 100 prosegua bene anche oltre la quarta stagione (attesissima) , ma già da ora si può dire con certezza che è un prodotto ben riuscito e che si consiglia vivamente ai chi apprezza il genere.

 

The 100, 2016.
Voto: 8
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