Terzo capitolo di questa saga fantasy molto particolare che mantiene i livelli delle precedenti stagioni, anche se comincia a sentirsi la mancanza di qualcosa.
Siamo giunti al terzo capitolo di questa particolare saga fantasy. Nella prima e geniale stagione ci siamo fatti travolgere dalla meravigliosa idea alla base di questo lavoro ed abbiamo conosciuto il mitico Ainz Ooal Gown a capo della sua potentissima schiera di servitori. Nella seconda stagione la macchina bellica del nostro protagonista ha cominciato a muoversi e siamo stati testimoni dell’inizio di una conquista senza precedenti. Cosa ci aspetta nella terza stagione?
Ainz continua ad inseguire il suo principale interesse, ovvero l’incessante ricerca di giocatori che, come lui, si sono ritrovati imprigionati in questo mondo. Di conseguenza le strategie di espansione, la conquista di altri territori e la sottomissione di altre razze sembrano, a prima occhiata, un mezzo per raggiungere lo scopo principale. Realmente il nostro protagonista ha già dimostrato, nelle stagioni precedenti, di non avere il pieno controllo della situazione, ma per lo meno di avere un’idea generale di quello che succede. In questa nuova stagione apparirà sempre più chiaro che Ainz non ha proprio idea di cosa stiano facendo i suoi sottoposti e questo genererà tutta una serie di situazioni comico-demenziali tutte da ridere.
Il sovrano della catacomba di Nazarick, a volte giusto e buono ed altre volte inflessibile e rigoroso, dimostra sempre più spesso di avere una morale piuttosto contorta. Ci sono delle evidenti torture perpetrate ai danni degli sconfitti che dovrebbero disturbare l’animo umano del giocatore insito in Ainz, invece passano quasi inosservate agli occhi del potente stregone. Sembra come se la sua permanenza in questo mondo nei panni di un non morto stia influenzando fortemente la coscienza del nostro protagonista. Questa situazione mi porta a ipotizzare una cosa: e se invece fosse Ainz il cattivo della storia? Questa idea potrebbe scioccarvi o semplicemente nutrire un pensiero che già avete avuto per conto vostro, ma è comunque uno spunto interessante su cui riflettere.
La parte grafica e l’animazione di Overlord tendono a mantenere il livello delle precedenti stagioni, anche se in alcune puntate si nota una leggera mancanza di cura forse dovuta alla fretta che precede il rilascio. Però la lunga e fruttuosa carriera dello studio Madhouse (Ninja Scroll e Wicked City), che cura la realizzazione del prodotto, ci assicura comunque un livello qualitativo valido.
È mai possibile che le sigle di apertura possano superarsi ad ogni stagione? Overlord lo fa con grande facilità. Mi sono piaciute così tanto da averle cercate e scaricate tutte per poterle ascoltare in macchina andando in ufficio.
Quindi non c’è nulla che non vada in Overlord? No, devo ammettere che qualcosa comincia a scricchiolare. La stagione è strutturata bene e i personaggi principali, soprattutto i servitori di Ainz, crescono e cominciano a sfoggiare i loro veri caratteri, ma manca ancora un reale indizio sul come e perché il nostro protagonista sia arrivato in questo mondo virtuale. Anche la ricerca di altri giocatori che come lui sono presenti nel gioco, risulta totalmente infruttuosa, cosa che a lungo andare lascia un po’ perplessi.
Nel complesso la stagione rimane su ottimi livelli; forse perde giusto qualcosina per le sbavature grafiche e per quella mancanza di informazioni che alla terza stagione cominciano a destare qualche perplessità.