The Cycle: Frontier – La recensione

The Cycle: Frontier è un extraction shooter con buone idee, ma dall’esecuzione mediocre, che non riesce a superare la competizione a causa di numerosi problemi.

 

 

In un futuro lontano, l’umanità ha lanciato una grande spedizione spaziale per raggiungere il pianeta Fortuna III con l’intento di colonizzarlo. Le cose però non sono andate come previsto: enormi tempeste larghe come interi continenti ed una fauna incredibilmente pericolosa non hanno lasciato scelta ai coloni, che hanno dovuto ritirarsi nella stazione spaziale in orbita geostazionaria.
È qui che i Prospector come te entrano in gioco: assoldati dalle varie corporazioni che si contendono le risorse di Fortuna, questi temerari corrieri armati vengono mandati ogni giorno sulla superficie per recuperare dati, tecnologia abbandonata, risorse e molto altro, spesso finendo per combattersi a vicenda.

Dopo essere atterrati, sarete in grado di vedere la vostra posizione grazie alla mappa con GPS integrato, che non solo mostrerà dove siete ma indicherà anche tutti i punti di interesse. Ci sono due diverse mappe disponibili ad ora: Bright Sands, la più facile, è adatta ai principianti ma con meno loot di alto livello; Crescent Falls, più piccola, ma molto più pericolosa, è strabordante di materiali rari ed armi potenti… per chi sa dove cercare. Mentre la prima mappa ha un design passabile ed è tutto sommato decente da percorrere, la seconda è invece un casino, un’accozzaglia di edifici, canyon e ruderi buttati lì alla meno peggio.

 

 

Quel che farete la maggior parte del tempo sarà correre in lungo e in largo, prendendo tutto ciò che troverete (o che vi serve…) finché non avrete riempito lo spazio disponibile. A quel punto l’unica cosa da fare sarà estrarre ad una delle aree d’atterraggio a voi assegnate, sempre due per mappa ed indicate dal GPS; dovrete chiamare, aspettare e imbarcarvi sul trasporto che porterà voi, e chiunque altro nelle vicinanze, alla stazione spaziale, insieme a tutto il loot ottenuto… sempre che non venga lo squadrone della morte locale ad inchiappettarvi nell’attesa, ovviamente.

Lo spazio a vostra disposizione per il loot dipenderà dal tipo di zaino scelto, ed alcuni di essi sono abbastanza capienti da contenere molte armi e quantità enormi di risorse, rendendovi al contempo però sempre più lenti e rumorosi a causa del peso. In caso di morte perderete tutto, tranne ciò che metterete nelle “safe pockets”, una parte di inventario che rimane anche dopo la morte, ma dallo spazio molto limitato. Quel che troverete in ogni area dipenderà dal tipo di area stessa, come ad esempio zone industriali o scientifiche, dalla mappa e dal livello di pericolo, che è direttamente proporzionale alla qualità del loot in ogni contenitore. In più di un’occasione vi chiederete come o dove ottenere un certo materiale o oggetto per una quest, dato che The Cycle: Frontier non vi guiderà più di tanto in questo; Google è vostro amico.

 

 

Le battaglie su The Cycle: Frontier sono quelle tipiche di uno sparatutto in prima persona: ogni giocatore può portare con sé due armi, e quanti consumabili medici, tattici e munizioni desideri; l’unico limite è dato dalla dimensione dello zaino. I combattimenti sono semplici, nel senso che non sono presenti meccaniche di grande spessore o complessità. Tuttavia alcuni punti oscuri rimangono: ad esempio come funzioni esattamente la riduzione del danno di un’armatura, o quanto sia il malus al danno sulla distanza per le varie armi. L’assenza di un poligono di tiro o qualsiasi modalità di “testing” non permette di analizzare appieno queste meccaniche, cosa che sarebbe molto utile.

Il combattimento è anche divertente se funziona a dovere, ma questo accade di rado, purtroppo: sia in PvP che in PvE vi sono grossi problemi di affidabilità del sistema. Il mal di stomaco vi verrà per molte ragioni, partendo dai mob corrotti e lagganti che vi tireranno dei ceffoni tremendi da venti metri di distanza, arrivando quindi alla registrazione dei colpi programmata in malo modo, o alla rilevazione dei bordi degli oggetti scalabili che in più di un’occasione vi tradirà, facendovi spaccare le gambe in fondo ad un burrone mentre scappate dal fuoco nemico. Un’esperienza frustrante in molte occasioni.

 

 

Il bilanciamento è sgangherato a dir poco: alcune fazioni saranno inutili da portare avanti, visto che la maggior parte delle loro armi saranno semplicemente peggiori di altre; mentre le armi in sé, dal livello di rarità viola in poi, cominceranno ad essere un salasso per le vostre tasche, anche con la meccanica di assicurazione che vi rimborserà una parte delle perdite subite… sempre che paghiate prima il premio. Non sperate nemmeno di potervi permettere armi di livello rosso o arancione (le migliori) se non dopo molto tempo, ed anche in quel caso l’esborso sarà criminale: le quantità di materiali richiesti per craftarle (nel caso delle arancioni) sono davvero folli. In 120 e passa ore non sono riuscito a sbloccare nessuna arma rossa per l’acquisto in alcuna fazione, fate voi. Come di consueto per il genere extraction shooter, ogni qualche mese vi sarà il cosiddetto “wipe”, cioè il reset di tutto il progresso di ogni giocatore; dovrete rifare tutto da capo ad un certo punto, tenetelo a mente.

Il problema più grosso tuttavia sono i cheater. Non penso di aver mai visto un gioco online con più hacker di questo, tant’è che vi dico, in una partita su tre di media incontrerete un cheater. Poco importa che ci sia un sistema di rimborso che vi ridarà tutto qualora veniste uccisi da un cheater, perché prima questo deve venire bannato e ciò non avviene sempre. Molte volte perderete tutto e buona notte, in aggiunta agli altri problemi già elencati; come se andare da soli contro squadre da tre persone non fosse già abbastanza deprimente.

 

 

Prima di ogni dispiegamento potrete personalizzare il vostro equipaggiamento come preferite, scegliendo armi, consumabili, armature ed anche accessoriare le vostre armi con ottiche e moduli di molti tipi diversi. L’inventario generale avrà tutto il loot acquisito, che potrà essere liberamente venduto, usato per il crafting, per le quest o anche scambiato con altri giocatori nello stesso gruppo (dovrete però dispiegarvi, estrarre o usare le safe pockets per portare il loot a casa, comunque). I vostri alloggi contengono generatori passivi che vi daranno soldi, casse di rifornimenti ed Aurum (valuta premium per acquistare cosmetici o assicurazioni migliori) ogni giorno, oltre ad un terminale dove migliorare la capacità dell’inventario, delle safe pockets e la quantità di generazione di ogni risorsa.

Questi miglioramenti costano soldi e materiali, e diventano molto difficili da realizzare via via che si va avanti negli alberi di ricerca; sono però un miglioramento notevole per cui vale la pena mettersi a “farmare”. Il crafting effettuato alla stampante 3D pubblica richiede anch’esso materiali e soldi, ma è indispensabile per realizzare la maggior parte dei mirini e degli accessori avanzati per armi, nonché zaini ed armature di alto livello, ed ovviamente le tanto famose armi arancioni.

Le tre fazioni (ICA, Korolev e Osiris) avranno molte quest disponibili, nonché lavori ripetibili nel tempo. Questi incarichi hanno obiettivi simili: uccidere un certo numero di giocatori o creature in un certo modo; raccogliere una certa quantità di un materiale per poi consegnarlo; nascondere materiali in un luogo specifico sul pianeta; o raccogliere oggetti unici che diventano disponibili solo quando quella specifica missione è attiva. Alcune quest sono semplici, mentre altre estremamente noiose o difficili da portare a termine, con ricompense che diventano decenti solo dopo molto tempo ed in quest avanzate (per la maggior parte del tempo riceverete una miseria per i vostri sforzi). In ogni caso, le quest sono sempre il modo più affidabile per aumentare la vostra reputazione, sbloccando quindi armi e consumabili migliori al negozio.

 

 

Ci sono eventi casuali che possono capitare in ogni mappa, alcuni dettati dalla fortuna, altri attivati dai giocatori. Ad esempio, le piogge di meteoriti portano con sé materiali unici, ma la densa colonna di fumo attirerà molti alla zona di schianto. Le tempeste sono pericolose ma anche l’unica occasione per ottenere piante e carcasse di animali “energizzate” che servono per alcune quest. Gli eventi attivabili invece dispensano materiali di altissimo livello e valore, ma fanno un gran chiasso, e l’intero server andrà in quel posto in pochi minuti per cercare di ottenere il tesoro… ne consegue solitamente un massacro di proporzioni bibliche.

The Cycle: Frontier non ha una fine precisa; ho giocato più di 120 ore, ed in questo tempo ho potuto acquisire la maggior parte delle armi di alta gamma, eccetto le più potenti, accedere a quasi tutti i consumabili, completare molte quest e, generalmente, provare tutto ciò che questo titolo ha da offrire. Dato che questa è un’esperienza PvPvE senza fine, la rigiocabilità va intesa in quanto tempo ognuno voglia investirvi.

Visto che è gratuito provatelo e vedete, ma soltanto se avete altri due amici con cui fare squadra ed una bella riserva di Maalox. Evitate in singolo!

 

The Cycle: Frontier, 2022
Voto: 5
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