The Umbrella Academy – Stagione 3: la recensione

Una terza stagione gestita molto bene: una prima parte che distrae il pubblico ed una seconda che non cade nella tremenda trappola dei paradossi temporali.

 

 

Incredibilmente mi è morta la risata satanica in gola! Sì perché alla fine della recensione della seconda stagione mi ero ripromesso di sparare a zero sulle cavolate che potevano saltare fuori dalle ripercussioni temporali. Con mia somma sorpresa, invece, gli sceneggiatori trovano un sistema per affrontare il tutto in maniera semplice ed elegante: lasciare che il paradosso faccia il suo dovere!

Non amo i viaggi nel tempo gestiti male, ma soprattutto non amo le conseguenze dei viaggi nel tempo gestite male. Questa serie si cimenta in un argomento così complicato che solo Ritorno Al Futuro e pochi altri sono riusciti a domare in modo efficacie. The Umbrella Academy sarà all’altezza di affrontare una così dura prova?

La prima stagione è stata interessante e ha proposto qualcosa di nuovo, o perlomeno di rivisitato bene. La seconda stagione è stata una profonda delusione, la fotocopia della prima stagione con pochissimi spunti interessanti. La terza stagione si presenta ai blocchi di partenza con questa grandissima scure sulla testa, ma riesce in due importanti imprese: distrarci e svicolare.

 

 

I nostri cari fratelli della Umbrella Academy tornano nel presente dopo aver salvato il mondo dall’ennesima crisi provocata da loro stessi. Le cose però non sono come le hanno lasciate: l’accademia ora si chiama Sparrow Academy ed è già occupata da altri ragazzi speciali.

Finalmente qualcosa di diverso, ora ci troviamo davanti ad un inaspettato scontro tra fazioni. Lo spunto è interessante perché cambia le classiche dinamiche della serie introducendo finalmente una novità che si discosta dal passato. L’idea è carina ed ha pure più utilizzi: non solo impegna i nostri protagonisti in qualcosa di nuovo, ma distrae tutti dal vero pericolo che cresce proprio sotto il loro naso.

La stagione si può quasi dividere quindi in due tronconi: la prima parte bella e divertente che distrae lo spettatore con le dinamiche d’incontro e scontro tra Umbrella Academy e Sparrow Academy; la seconda parte che si cimenta con il problema del paradosso. Nella prima parte abbiamo non solo il semplice confronto tra i ragazzi delle accademie, ma anche il passaggio di sessualità di Vanya in Viktor, esigenza dovuta al cambio reale di sessualità dell’attrice.

Come incide tutto questo sulla serie? Forzatamente bene! Il passaggio è accettato così semplicemente da tutti i personaggi che sembra quasi irreale. Probabilmente Elliot Page ha preteso il minimo dei riflettori sull’argomento, anche se un minimo di spiegazione l’ha dovuta comunque fornire.

 

 

Sempre per portare distrazione e cavalcare il vecchio schema delle precedenti stagioni, Viktor deve sistemare i casini che ha creato in passato, mettendo nuovamente a rischio il mondo con il suo devastante potere. Luther si innamora, Diego verrà distratto dall’improvvisa apparizione di un figlio e Klaus invece si cimenterà nel ricongiungersi con suo padre adottivo Reginald Hargreeves, scoprendo nuovi aspetti del suo strano potere.

Se la prima parte della stagione è principalmente distrazione divertente, la seconda parte si fionda sull’argomento più complicato e lo affronta in maniera brillante. Pensare fuori dagli schemi è forse la migliore arma a disposizione per non cadere nei soliti errori dei viaggi e delle ripercussioni temporali. Applaudo gli sceneggiatori per aver trovato questa soluzione che alla fine dei conti è semplice ed efficace.

Che dire, la stagione presenta novità decisamente interessanti e porta la storia ad una conclusione che potrebbe anche fermare il progetto così, ma le ultime sequenze ci ricordano che ancora non sappiamo il perché di quelle strane nascite improvvise. La prossima stagione potrebbe darci una spiegazione in merito? Staremo a vedere.

 

The Umbrella Academy – Stagione 3
Voto: 7
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