Timberborn: prime impressioni

Timberborn è un carinissimo gestionale di colonie che ci vedrà amministrare villaggi di super-castori sopravvissuti ad un’apocalisse nucleare.

 

 

Sviluppato dalla Mechanistry, Timberborn è un carinissimo gestionale di colonie lanciato in early-access nel 2018. Protagonisti delle nostre avventure sono una specie ultra-evoluta di castori sopravvissuta ad un’apocalisse nucleare che ha annichilito il genere umano ed il pianeta. Questi super-castori, affamati, grossi e forzuti, hanno l’arduo compito di sopravvivere sulla Terra ormai ridotta ad un cumulo arido di macerie. Con le risorse a disposizione è imperativo per il giocatore riuscire a dominare i corsi d’acqua così da sopravvivvere alla siccità ed espandere le aree vivibili e coltivabili.

Il gioco ci offre due specie di castori che andremo a sbloccare salendo di esperienza e ci aspettiamo che altre verranno aggiunte in futuro. Le due specie sono molto diverse fra loro: la prima che avremo a disposizione ha un approccio che potremmo dire conservativo ed attento all’ecosistema ed all’ecologia; l’altra – più simile all’uomo – è invece più pragmatica e senza alcuno scrupolo. Non sarà un problema per loro usare le maniere forti nei confronti del loro stesso ambiente, soggiogando la natura così da garantirsi la sopravvivenza.

 

 

Timberborn non solo è molto carino – sfido chiunque ad avere in antipatia un castoro (anche se questi sono mutati geneticamente da massicce dosi di radiazioni) – ma è un gioco veramente tosto! Riuscire a capire come direzionare al meglio i corsi d’acqua può essere molto difficile ed anche quando avremo trovato la via giusta potremmo incappare nel facile errore di tentare un’impresa ingestibile per il nostro villaggio. Mi spiego: una volta raggiunto un equilibrio nel consumo delle risorse, sarà facile cadere nell’errore di sbilanciarci troppo in un’impresa per noi ancora troppo ardua, finendo le risorse prima del previsto e costringendoci da soli ad un’inevitabile annientamento.

Il gioco non consente di abbassare la guardia ed i periodi di siccità sempre più frequenti e duraturi costringono ad un continuo ripensamento della nostra strategia di sopravvivenza a lungo termine: ogni volta che avremo deviato un nuovo fiume o creato un nuovo bacino d’acqua con l’ennesima diga, ci accorgeremo presto di doverci ancora una volta rimboccare le maniche per tentare una nuova opera d’ingegneria più ardita della precedente.

 

 

Timberborn è un gestionale che lavora molto sulla tridimensionalità del mondo di gioco: non solo la mappa sarà il nostro parco giochi in cui muovere l’acqua secondo il nostro piacere, tenendo conto di avvallamenti ed aspre tortuosità del terreno, ma giocando spesso in stretti spazi (soprattutto all’inizio in cui saremo costretti in poche aree verdi dove edificare e coltivare) sarà nostra necessità sviluppare in verticale le nostre città. Per risparmiare il nostro prezioso spazio andremo quindi ad edificare alveari sempre più articolati di abitati ed industrie complesse. La mappa stessa, nel corso delle lunghe partite, sarà spesso ridisegnata con gli sforzi dei nostri operai, uscendone irriconoscibile da come l’avevamo vista all’inizio dell’avventura.

Aspettatevi quindi in Timberborn un gioco arduo, capace di mettervi in ginocchio proprio quando credevate di averlo battuto. Un gioco carino nell’estetica ma che guardato in fondo nasconde il dramma della Vita che cerca di vincere in un mondo distrutto, una Terra che cela e conserva l’orrore della guerra, una Terra che sa in tutto di morte. Forse stiamo sviando nel poetico o nel retorico, questo però per descrivere la realtà di un gioco che è ben diverso da come appare nelle anteprime o nei primi minuti, oltre che dal bel messaggio di fondo.

 

 

Timberborn è il gestionale che fa per voi se amate le sfide ed i giochi che vi consentano di plasmare il mondo di gioco. Ogni partita non sarà mai la stessa: le mappe, molto variegate, vi consentono inoltre di alzare sempre più l’asticella della sfida, e se non fosse tanto il luogo a mettervi alle strette, beh, a quel punto non vi resta che modificare in libertà i valori di difficoltà da soli.
Ricordiamo che il gioco si trova ancora in early access, ma il suo sviluppo sta fortunatamente volgendo al termine della sua parabola. Il gioco è già perfettamente godibile e l’acquisto in questo momento è altamente consigliato agli appassionati del genere, tenendo conto che acquistandolo ora finanziate lo sviluppo nella sua fase terminale e risparmiate qualcosina prima che il prezzo salga una volta che il titolo sarà arrivato alla sua versione 1.0.

Ma ora abbiamo parlato veramente troppo, torniamo all’opera! TIMBEEEEER!!!

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