L’FPS cooperativo di OWI ha discrete basi, e durante il periodo di early access potrebbe diventare il punto di riferimento degli amanti di Starship Trooper.
Negli ultimi mesi l’attenzione sul capolavoro della fantascienza d’azione si è sicuramente destata. Probabilmente Tristar, studio cinematografico titolare del marchio, ha deciso di trarre legittimamente profitto da un nome di sicuro richiamo; fatto sta che negli ultimi mesi abbiamo visto arrivare prima Starship Troopers: Terran Command, RTS di Slitherine, ed ora un FPS cooperativo.
Starship Troopers: Extermination è l’ultima fatica di OffWorld Industries, software house che ha all’attivo il complesso e affascinante Squad ed ha supportato come editore i meno fortunati Post Scriptum e Beyond The Wire. E non a caso Starship Troopers: Extermination prende molto da questi titoli, tutti cooperativi in prima persona.
Il gioco è appena stato reso disponibile in early access, ed abbiamo avuto modo di provarlo e di testarne le peculiarità. Quello che ci viene presentato è sostanzialmente un FPS con piccoli elementi accessori, ma che mette l’azione al centro del mirino. Nei panni di un marine della Federazione il nostro compito sarà ripulire determinate aeree dagli iconici aracnidi che infestano i pianeti desertici resi celebri dal film di Paul Verhoeven, riattivare alcune strutture ed infine preparare al meglio la difesa di una base improvvisata in attesa dell’estrazione in arrivo dallo spazio.
Starship Troopers: Extermination è palesemente uno di quei giochi per i quali early access significa veramente accesso anticipato: è un titolo che necessita parecchio sviluppo prima di poter essere valutato in modo consistente. Al momento infatti le partite hanno poco di ragionato, ci si limita a sparare e a seguire gli obiettivi mentre si viene costantemente assaltati dagli aracnidi, e molte delle componenti di gioco necessitano indubitabilmente di essere raffinate.
Al di là dei bug e di qualche crash che abbiamo riscontrato, e che sono assolutamente prevedibili in questa fase, sicuramente Starship Troopers: Extermination necessita di parecchia attenzione per quanto riguarda l’ottimizzazione del comparto grafico, incapace di girare al meglio anche a livelli bassi di dettaglio su computer che non siano di ultima generazione. Ben implementata invece già adesso la rimappabilità dei tasti.
Per quanto riguarda il gameplay, la cooperazione fra marine spaziali non è assolutamente incentivata. Per quanto sia vitale coordinarsi, nelle nostre partite di test abbiamo riscontrato pochissimi giocatori che abbiano fatto uso delle chat di squadra o di prossimità, e se questo è un problema di mentalità e non certo di chi progetta il gioco, è pur vero che non c’è alcun elemento che spinga a cercare la collaborazione con gli altri. Al contrario di Squad, qui non esiste alcuna gerarchia di comando e il mettere tutti i giocatori sullo stesso piano deresponsabilizza chiunque; alla fine si gioca da soli, anche se ci si trova in mezzo ad altri 15 alleati. La conseguenza? È raro che gli insetti sfondino le linee, ma quando lo fanno la tipica mancanza di comunicazione è fatale.
Le tre classi si differenziano per abilità speciali che impattano solo in alcuni casi a livello di squadra, ma facendo esperienza e sbloccando nuove armi ed equipaggiamenti (in pieno stile Helldivers) si può oggettivamente diventare un asso nella manica per il proprio gruppo.
L’esperienza di gioco è più caotica che frenetica, e la velocità di gioco è sicuramente eccessiva e non permette di valutare un granché durante gli scontri: fondamentalmente si corre in qualche direzione in cerca di un contatto, e poi si spara per uccidere gli aracnidi. La stessa difesa della base improvvisata è preceduta da una brevissima fase che permette di costruire barricate, bunker, torri automatizzate di difesa e strutture utili alla sopravvivenza. Ognuno fa per sé, e questo genera strutture difensive poco razionali. Inoltre, vista la scarsa durata di questo periodo di preparazione, è impossibile studiare in anticipo come muoversi in caso di emergenza.
Sarebbe interessante vedere questa fase di gioco venire maggiormente valorizzata, vista la funzionale semplicità ed efficacia di come è stata realizzata e che permette di realizzare interessanti strutture difensive.
I combattimenti sono la parte migliore del gioco, con gli scontri a distanza ravvicinata che restituiscono benissimo le sensazioni vissute vedendo il film e che ci metteranno sotto pressione vista la quantità di proiettili necessari per abbattere gli aracnidi. Il gioco permette però di respawnare liberamente per buona parte della partita (almeno fino all’inizio dell’assedio finale), cosa che in fondo toglie parecchio pathos; è pur vero che spesso si torna in gioco in punti completamente invasi dagli aracnidi, quindi è importantissimo contare del supporto degli altri marines, che in pochissimi secondi possono riportarci alla vita.
Nonostante le sue carenze Starship Troopers: Extermination ha le caratteristiche necessarie per diventare un titolo di tutto rispetto, a partire dall’atmosfera di gioco, sicuramente fedele al film di Paul Verhoeven ed alla filosofia semi-splatter che lo avvolge.
Inserire elementi che spingano i giocatori a collaborare attivamente sarà fondamentale, così come variare le missioni e rendere il gameplay un pelo più ragionato. Staremo a vedere come evolverà il gioco nei prossimi mesi: sarà l’ennesimo titolo senza cervello o ci troveremo di fronte ad un peso massimo di settore?