Trollhunters – Stagione 2: la recensione

Aspettavo da tempo di poter assistere alla seconda stagione di questa opera, mi sono proprio mancati quei brutti musi dei Troll e quei colori sgargianti provenienti delle pietre luccicanti.

 

 

Guillermo del Toro ci riporta nelle appassionate vicende di Jim il cacciatore di troll, con una seconda stagione di Trollhunters che definirei avara di episodi, circa la metà della prima stagione, ma condita con momenti decisamente alti, alternati ad un ritmo un po’ più blando come all’inizio della serie.
La prima parte di questa stagione riserva interessanti sviluppi, c’è molto lavoro da parte dei coprotagonisti piuttosto che del protagonista vero e proprio, una buona scelta direi, così si approfondisce meglio la conoscenza di tutto il gruppo. Sicuramente è ben realizzato l’ambiente in cui Jim, il nostro cacciatore, si muove durante i primi passi di questa seconda stagione; questo costante contrasto tra oscurità e luce morente è ben realizzato e lascia la senzazione profonda di una terra desolata. E’ un po’ scontato il passaggio principale che permette agli eventi di evolvere verso lo scontro finale tra il nostro eroe e il vero grande cattivo della serie, il troll oscuro Ganmar, ma prima o poi si doveva per forza sbloccare la situazione in un modo o nell’altro, quindi va bene anche questa scelta che è un po’ banale ma pur sempre efficace. Chiuso questo inizio di serie, si ritorna alla normalità, gli episodi sono meno efficaci, e sembra di essere regrediti verso le prime puntante della scorsa stagione dove il nostro protagonista stava ancora imparando a destreggiarsi nel mondo dei cacciatori di troll.
Finalmente arriva un buono spunto, l’idea di un doppio episodio visto da due punti di osservazione totalmente diversi, è un tocco di classe e un buon impatto per aprire una nuova parentesi nella storia. Con questa idea vengono messi sotto la luce dei riflettori nuovi personaggi che prima erano solo di contorno e relegati molto ai margini della storia.
Sul finale di questa seconda stagione che dura solo 13 episodi, le cose prendono una piega inaspettata, è una svolta nella trama che è già stata usata tante volte in film e serie televisive, ma resta pur sempre un trucco efficace per aumentare la suspance.

 

 

Prima della fine, ecco arrivare una bella puntata in cui tutto può essere rimesso in discussione, in cui alcune scelte fondamentali del passato si piegano nuovamente alla volontà del cacciatore Jim e le cose, inaspettatamente, vanno verso una direzione che dire catastrofica è riduttivo. Grazie al cielo, questo genere di eventi dura l’arco narrativo che gli spetta, lasciando significativi cambiamenti nella fiducia e nella determinazione dei protagonisti. La trama continua in maniera lineare, i colpi di scena, che avrebbero dovuto creare scompiglio, sono abbastanza prevedibili e la destinazione del nostro eroe diventa scontata. Si arriva al finale di stagione che riserva nuove sorprese, svolte prevedibili che condurranno ad imprevedibili rivelazioni, tutto questo è stato condito in un’ultima appassionante e tambureggiante puntata. La conclusione di questa stagione apre nuovi scenari tutti da esplorare, l’evoluzione e la posizione di molti dei protagonisti si eleva a livelli impensati e tutto ha un che d’inesplorato.
Peccato che ci si fermi solo a 13 puntate, ma se uno stacco doveva esserci, meglio in questo momento, così la terza, ed immagino ultima stagione, potrà essere gustata tutta d’un fiato.

 

Trollhunters – Seconda stagione, 2017
Voto: 7
Per condividere questo articolo: