Troppi giochi, pochi giocatori

Sempre piu’ spesso vediamo giochi realizzati per essere giocati in multiplayer che chiudono. La causa e’ evidente, ma sembra che gli sviluppatori non ci pensino.

 

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Il mercato dei videogiochi e’ storicamente soggetto alle ondate di titoli della stessa tipologia che invadono la piazza in seguito all’incredibile risultato di un gioco che proponga qualcosa di nuovo. E’ stato il caso degli RTS con Command & Conquer, quello dei grand strategy con Europa Universalis, quello dei GDR in terza persona con Gothic, quello dei battle royale con PUBG e dei MOBA con League of Legends.

 

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Ma mentre i giochi pensati esclusivamente o principalmente per il single player devono “solo” lottare per trovare una fetta di mercato (ci sono tanti buoni titoli che rimangono pressoche’ ignorati per mancanza di pubblicita’ o perche’ usciti in concomitanza con titoli piu’ famosi), quando entriamo nel campo del multiplayer-only le cose si complicano parecchio.

 

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Si, perche’ una cosa che apparentemente gli sviluppatori non tengono in considerazione e’ che all’aumentare dei giochi sul mercato non aumenta il numero di videogiocatori disponibili; insomma, fatta salva l’area asiatica dove c’e’ ancora un piccolo margine di crescita, i giocatori questi sono e questi rimarranno almeno nel breve-medio termine. Cina e Russia sono le ultime nazioni dove il mercato dei videogiochi e’ cresciuto, e per vedere altre nazioni popolose raggiungere in modo massiccio un benessere economico che permetta di fruire dei videogiochi (India e Brasile su tutti) ce ne vorra’ ancora. E quindi: i videogiocatori sono questi, ne’ piu’, ne’ meno.

 

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Eppure, sul mercato continuano ad uscire nuovi titoli multiplayer-only come se questa semplice analisi l’avessi fatta solo io. Immagino che ai meeting dei produttori si decida di rischiare, pensando che comunque i giocatori, presi dalla novita’, abbandonino i vecchi giochi per passare a quelli nuovi; che una volta formatasi una massa critica, magari rendendo il gioco free-to-play e spingendo sulle microtransazioni all’interno del gioco per abbellimenti cosmetici o (peggio) per migliorie che avvantaggino in partita, il gioco si regga sulle sue gambe da solo.
Beh, non e’ quasi mai cosi’.

 

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Negli ultimi anni abbiamo visto fior di giochi MMO essere cancellati o chiusi anzitempo per mancanza di interesse da parte dei giocatori; non perche’ fossero necessariamente brutti giochi, anzi: ma perche’ il mercato e’ saturo. Wildstar, Paladins, Argo, Evolve sono solo i primi titoli che mi vengono in mente, ma la lista e’ enorme: Just Survive, Fable Legends, Tabula Rasa, e potrei continuare per ore.

 

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Parallelamente, ci sono tantissimi giochi che sopravvivono attaccati al respiratore, dove la passione degli sviluppatori indipendenti sopperisce alla cronica mancanza di giocatori. E’ il caso dell’interessante Guns of Icarus, che ha una playerbase praticamente inesistente nonostante il gioco abbia delle dinamiche innovative; o di Verdun, che pur in seguito alle numerosissime e ricorrenti promozioni vede i server sempre vuoti. Chivalry Medieval Warfare e’ un altro titolo recente che propone esclusivamente scontri medievali, e che ha stancato rapidamente, mentre Call to Arms offre gratuitamente solo alcune tipologie di gioco, e che per questo motivo non ha sfondato.

 

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Survhive e’ ancora disponibile ma non lo gioca nessuno; Dirty Bomb, definito dalla critica uno dei miglior FPS MOO in circolazione (io non l’ho ancora provato), ha una playerbase cosi’ bassa da spingere gli sviluppatori a renderlo totalmente gratuito a partire dal 15 Gennaio pur di aumentare il numero di giocatori attivi. Lo stesso Orcs Must Die! Unchained, che aveva alle spalle due titoli solidi e una nutrita community, ha inizialmente stravolto le dinamiche di gioco che non sono state gradite dai fan della serie, che lo hanno ignorato cosi’ tanto da spingere gli sviluppatori ad annunciarne la chiusura ad Aprile 2019. Un peccato, visto che nel tempo il gioco e’ tornato alle origini ed oggi e’ tutto sommato godibile. Menziono infine Will to Live Online, un poco noto ma ben realizzato MMO fantascientifico che fa il verso a Stalker, che vede i server sempre vuoti sebbene il gioco sia divertentissimo anche senza componente PvP…

 

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Un discorso a parte meriterebbero poi i titoli usciti buggati ed incompleti, come Fallout 76 e Atlas, che probabilmente spariranno presto dai radar per colpa degli studi di sviluppo e delle pressioni dei publisher che pur di rilasciare dei titoloni setaccia-soldi sono disponibili a rilasciare versioni incomplete, buggatissime e pressoche’ ingiocabili… alla faccia delle schiere di giocatori fedeli alle rispettive software houses.

 

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C’e’ ancora spazio per nuovi giochi, certamente: Cuisine Royale ha la sua nicchia di giocatori che ne apprezzano semplicita’ ed immediatezza (piace anche a me che non provo simpatia verso il genere), Sea of Thieves intriga per l’ambientazione piratesca. Pero’ gli sviluppatori farebbero bene a ricominciare ad offrire contenuti, invece che vuote piattaforme da riempire col solo numero di giocatori (vero, Next Day: Survival?). In questo mercato, non c’e’ spazio per tutti.

 

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