Tra magie , spade affilate e sogni ostinati, Wistoria: Wand and Sword prova a dire la sua nel caos del mondo fantasy. Ci riuscirà?
Nel panorama dei manga che mescolano fantasy scolastico, combattimenti e determinazione personale, la concorrenza è decisamente agguerrita. Titoli come Mashle: Magic and Muscles e Black Clover hanno ormai delineato uno standard piuttosto riconoscibile, rendendo sempre più difficile per nuove opere emergere e lasciare il segno. Wistoria: Wand and Sword ci prova soprattutto grazie all’apporto grafico del disegnatore Toshi Aoi, che riesce a distinguersi con uno stile accattivante e curato nei dettagli.
La storia segue le vicende di Will Serfort, un ragazzo che frequenta un’accademia magica con il sogno di diventare un “Magia Vander”, una delle figure più potenti e rispettate del suo mondo; tuttavia, Will ha un grave svantaggio: non è in grado di usare la magia. In un sistema che si fonda proprio sul potere magico, la sua unica possibilità è quella di eccellere nell’uso della spada, affidandosi a un allenamento rigoroso e a una determinazione incrollabile. Nonostante gli ostacoli, le umiliazioni e il disprezzo di molti compagni, Will non intende rinunciare al suo obiettivo.
La trama di Wistoria: Wand and Sword non si distingue per originalità, ma va riconosciuto a Fujino Ōmori, già autore di serie interessanti e ambientate nello stesso genere come DanMachi, il merito di aver tentato un approccio diverso. Questa volontà di sperimentare e proporre qualcosa di nuovo, anche restando nel solco del fantasy, è un aspetto sicuramente da elogiare. Confrontando le due opere appare evidente la differenza: mentre DanMachi si caratterizza per leggerezza, avventura e dinamiche affettive esplicite e piccanti, Wistoria sceglie invece una narrazione più rigorosa, lineare e priva di fronzoli.
Naturalmente, qualche punto di contatto presente in entrambe le opere esiste: basti pensare al concetto di Dungeon, luogo pericoloso dove si affrontano mostri, o alla presenza di una torre dove nei piani più alti risiedono le personalità più potenti o influenti della storia. Tuttavia, l’inserimento in Wistoria: Wand and Sword della componente scolastica, con le sue dinamiche competitive e gerarchiche, crea una distanza importante tra i due racconti.
La caratterizzazione dei personaggi non è particolarmente innovativa, ma risulta coerente con l’atmosfera generale del manga. In particolare il protagonista, ingenuo sul piano sentimentale ed estremamente determinato, richiama una costante della scrittura di Ōmori, ma è anche alla base del filone emotivo che attraversa le sue opere. In questo senso non si tratta tanto di un limite, quanto di una firma autoriale riconoscibile.
Il vero punto di forza del manga resta comunque il comparto grafico. Toshi Aoi riesce a valorizzare la storia con uno stile di livello, ponendo grande attenzione alla fisionomia dei personaggi, alle scene d’azione, spesso molto dinamiche, e alle ambientazioni, sempre ben definite. È proprio grazie a questa resa visiva che Wistoria riesce a tenere viva l’attenzione, anche nei momenti in cui la trama fatica a decollare.
Non fraintendetemi: la storia è ancora in fase evolutiva e potrebbe trovare un’improvvisa svolta capace di dar vita a qualcosa di nuovo. Eppure, fino ad ora, quanto proposto non si distingue per originalità, né lascia intravedere segnali evidenti di un possibile stravolgimento all’orizzonte. Il manga, pubblicato per la prima volta nel 2020, ha già ricevuto un adattamento animato con una prima stagione andata in onda e una seconda annunciata; questo dimostra che l’interesse per l’opera è comunque presente.
Wistoria: Wand and Sword rimane una lettura solida, ben disegnata e costruita con mestiere, ma al momento non emerge in modo netto dalla massa di titoli che affrontano temi simili.