Raya e l’Ultimo Drago: la recensione

Questo è un vero film per famiglie, altro che Soul! Frenetico, colorato e divertente, un buon compromesso da proporre al pubblico dei piccoli spettatori.

 

 

Ammetto di essere un po’ ostile alla Disney in quest’ultimo periodo. Dopo il grande ed immeritato successo di Soul agli Oscar, non riesco più a giudicare, con un certo distacco, i film della mitica casa produttrice americana. Ancora non mi spiego come un film che ha evidentemente sbagliato il pubblico di riferimento, quello dei più piccoli, sia stato così premiato a dispetto di altri lavori passati quasi in sordina.

Lasciamo i miei dubbi nel cantuccio apposito ed andiamo ad elogiare un vero film che è adatto per il pubblico di riferimento della Disney. Raya e l’Ultimo Drago è una storia d’amicizia ispirata dai miti e dalle leggende del sud-est asiatico. L’immaginario regno di Kumandra, dove vivono in armonia umani e draghi, viene sconvolto dall’arrivo dei Druun, malvagi spiriti sotto forma di nubi colore violaceo. Queste nuvole turbinanti si moltiplicano velocemente ogni volta che avvolgono un essere umano. Purtroppo il malcapitato di turno viene trasformato in una statua di pietra.

I draghi si sono opposti ai Druun. Solo dopo un aspro conflitto, il regno è stato liberato dalla minaccia di questi esseri maligni grazie a Sisu, l’ultimo drago rimasto in vita. La leggenda vuole che la salvatrice del mondo si sia sacrificata per tutti infondendo il suo potere in una gemma di luce. Così Sisu è riuscita a bandire tutti gli spiriti maligni, ma poi è scomparsa nel nulla. Senza più i draghi che portassero armonia nel regno di Kumandra, gli umani si divisero e fondarono cinque diverse tribù.

 

 

La nostra storia si ambienta cinquecento anni dopo la grande battaglia, con la nostra giovane protagonista Raya che si allena per diventare la custode della gemma. Purtroppo le cose prendono una piega assai spiacevole: gli esponenti delle cinque tribù litigano per la gemma fino a farla cadere e romperla in cinque parti. I Druun sono nuovamente liberi per il mondo e si moltiplicano velocemente. Passano altri sei anni e l’adolescente Raya è impegnata nella flebile speranza di ritrovare Sisu, l’unica che può rimettere a posto le cose.

Un viaggio disperato alla ricerca della salvezza. Una ricerca che invece prenderà una piega del tutto inaspettata. Una missione che si concluderà con il fortissimo rischio di perdere tutto in un fatale ultimo secondo. Alla fine dei conti ci troviamo di fronte ad una trama fantasy tra le più classiche al mondo, diciamo un po’ banale, ma mai scontata!

La forza di questo lavoro sta principalmente nel ritmo. Non riesci a distrarti guardando il film, perché davvero non ha momenti lenti. Sembra studiato apposta per evitare che i bambini si possano distrarre. È colorato e frenetico, ed è confezionato con tanta azione e divertimento posti sapientemente ad intervalli regolari in ogni sequenza.

La cura nella caratterizzazione dei personaggi è un altro punto di forza. Si percepisce la determinazione tanto quanto il dubbio che affligge ogni singolo personaggio, che sia dotato di parola o meno. Prestando un minimo di attenzione, si può facilmente intuire che lo spunto dei personaggi è tratto da altre pellicole della Disney. Il più evidente riferimento è quello ai quattro Pinguini di Madagascar che sono questa volta trasposti in un gruppo composto da tre scimmie ed una bambina piccola.

 

 

La stessa Raya, fiera, combattiva e con un grande spirito di sacrificio, prende molto dal personaggio di Mulan. Insomma a scavare, si può notare che la Disney ha preso spunti di successo e li ha riproposti modificando quel tanto che basta per riadattarli alla storia. C’è qualcosa di male? Per me no! Anzi, è un modo come un altro per dare continuità al lavoro fatto, pur proponendo qualcosa di piacevole.

La grafica dei disegni è ovviamente orientaleggiante, ma le espressioni del viso e il taglio degli occhi delle protagoniste è molto particolare, oserei dire quasi felino. L’animazione è impeccabile, come c’è da aspettarsi dalla casa americana e le musiche sono un buon supporto a tutta l’opera.

Mia figlia, che poi è il prototipo dello spettatore a cui è rivolta quest’opera, ha apprezzato ridendo di gusto in parecchie scene e commuovendosi anche verso il finale. Quindi approvato per i più piccoli! Per noi adulti risulta essere una storiella simpatica che si lascia guardare senza molte sorprese, ma è quello che ci si può aspettare dopo aver visto come è confezionato il prodotto. Non temete, Raya e l’Ultimo Drago strappa anche a noi alcune risate, quindi è un più che dignitoso compromesso per riempire una serata davanti alla TV e, visti i colori, ritmo ed animazione, poteva essere gustato bene anche al cinema.

 

Raya e l’Ultimo Drago, 2021
Voto: 7
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