Zero Hour: la recensione

Zero Hour offre un’esperienza realistica di combattimento tattico che unisce adrenalina e pianificazione strategica.

 

 

Zero Hour, sviluppato da Attrito M7 Productions, è uno sparatutto in prima persona tattico che pone i giocatori in situazioni ispirate a reali scenari di interventi di Polizia. Il gioco è ambientato in luoghi che richiamano il Bangladesh, paese di origine della casa di sviluppo, e offre un’esperienza metodica, basata su risorse limitate e un gameplay lento ma intenso. Il titolo, lanciato ufficialmente dopo un periodo di accesso anticipato su Steam, ha conquistato molti giocatori grazie a un approccio più realistico e meno frenetico rispetto agli FPS tradizionali.

Il cuore di Zero Hour è il gioco di squadra. I giocatori devono collaborare in piccoli contesti fatti di scontri ravvicinati, dove ogni decisione può essere fatale. L’azione quindi si sviluppa su piccola scala, con mappe che richiedono precisione e movimenti attenti. A differenza di altri sparatutto, dove spesso si vince a colpi di riflessi, Zero Hour premia chi sa pianificare in modo meticoloso le proprie mosse prima di entrare in una stanza. Non c’è spazio per l’improvvisazione o la superficialità: ogni passo può essere determinante per il successo o il fallimento della missione.

 

 

Tra le opzioni di gioco offerte da Zero hour, sicuramente la modalità PvP è la più apprezzabile. Le partite si svolgono a round, ciascuno con obiettivi diversi come la disattivazione di una bomba o la protezione di ostaggi, e richiedono una perfetta coordinazione tra i membri del team per avere successo. Le mappe sono ben progettate per favorire questo tipo di scontri tattici e la conoscenza del terreno può rivelarsi decisiva. La modalità PvP, pur non essendo priva di sbavature (come i respawn poco accurati), è avvincente e impegnativa, facendo emergere l’importanza della strategia e della comunicazione tra i giocatori.

Nonostante l’accento posto sul multiplayer, Zero Hour offre anche una modalità singleplayer che però risulta meno entusiasmante. I giocatori possono scegliere tra svariati scenari, due livelli di difficoltà e da quante unità IA farsi accompagnare. Durante la missione è possibile impartire ordini ai compagni controllati dall’intelligenza artificiale, ma troppo spesso queste unità si comportano in modo poco affidabile. Non ci si deve aspettare la precisione di una squadra SWAT perfettamente addestrata; al contrario, le limitazioni dell’IA possono creare frustrazione, con alleati che si bloccano davanti alle porte o bloccano la strada al nostro avatar. Tuttavia, il gioco migliora drasticamente quando si gioca con altri utenti reali, perché è possibile giocare questi scenari anche in modalità cooperativa. Anche questo dimostra come il fulcro del titolo sia chiaramente il multiplayer.

 

 

Dal punto di vista del gameplay, Zero Hour è molto convincente; buona la resa grafica delle armi, ed anche la sensazione dello sparo è realistica. I movimenti del nostro personaggio non sono molto fluidi ma consentono la libertà di usare il rampino per spostarsi in verticale e modificare la velocità di camminata per ridurre rumore e aumentare la precisione. Durante le missioni è possibile portare con sé solo due armi e tre gadget, e questo limita le alternative tattiche incentivando di contro il gioco di squadra. Il titolo offre un soddisfacente numero di armi, personalizzabili a piacimento senza sistema di sblocco; da notare che la personalizzazione dei dispositivi di fuoco non è molto approfondita ma comunque sufficiente.

Zero Hour non è un titolo che punta su una grafica all’avanguardia o effetti speciali straordinari, ma riesce comunque a creare un’atmosfera realistica grazie alla cura nei dettagli e al design delle mappe. Gli ambienti rappresentano fedelmente gli scenari che vogliono raccontare, seppur con qualche sbavatura come un alto numero di asset riutilizzati e planimetrie che nessun geometra approverebbe mai.

 

 

Zero Hour dimostra l’impegno profuso da Attrito M7 Productions ma non è privo di difetti. Alcuni elementi dell’interfaccia o delle animazioni potrebbero essere migliorati e si nota la mancanza di contenuti aggiuntivi come personalizzazioni delle armi e del personaggio. L’intelligenza artificiale dei nemici merita lo stesso giudizio di quelle alleate: sono poco attente, poco reattive e con animazioni poco pulite che spesso si “incastrano”. Inoltre il numero relativamente basso di giocatori online in alcune fasce orarie è un altro aspetto che limita la rapidità di iniziare le partite, sebbene la community di Zero Hour sia composta da fan devoti che apprezzano profondamente il suo stile tattico.

 

 

Zero Hour si distingue nel panorama degli FPS tattici per il suo approccio metodico e la sua enfasi sul realismo. Nonostante alcuni difetti, come l’IA poco brillante e la grafica non eccezionale, riesce comunque a offrire un’esperienza coinvolgente e gratificante per chi cerca un’alternativa ai classici sparatutto frenetici. Il gioco esprime il meglio di sé nel multiplayer, dove il coordinamento e la strategia di squadra fanno la differenza.

 

Zero Hour, 2024
Voto: 7
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