Nella pochezza dei film di fantascienza usciti quest’anno, Awake riesce a tenersi a galla grazie ad una buona idea di fondo.
Bisogna anche capirlo: il 2020 e stato l’anno in cui il mondo si è fermato, e l’industria dell’intrattenimento più di ogni altro settore. Le produzioni cinematografiche si sono prese una lunga pausa, con buona pace di attori e maestranze; attivi sui social i primi, alle prese col conto in banca i secondi.
Ad ogni modo, almeno in parte, l’industria cinematografica è ripartita, e con i cinema ancora poco frequentati le novità ci arrivano in streaming.
Awake è una produzione statunitense disponibile su Netflix e, al pari di molte altre recenti uscite, non si tratta assolutamente di un capolavoro, quanto di un riempitivo. Si poteva scegliere un titolo piu originale (di altri Awake ne abbiamo due, uno del 2007 e uno del 2012, con soggetti completamente differenti).
Ad ogni modo, questa produzione Netflix porta a suo modo a casa la pagnotta.
La storia: di punto in bianco tutti i circuiti elettrici smettono di funzionare. La famiglia della protagonista è in auto ed ha un incidente stradale dal quale si salva a malapena – la figlia piu piccola finisce in arresto cardiaco. Rianimata la piccola, mamma e due figli si dirigono a piedi all’ospedale solo per trovare un mondo completamente isolato ed allo sbando. Rientrano a casa tra caos e razzie che è quasi notte; prestissimo scopriranno che nessuno riesce piu a dormire, ed il rischio è di impazzire tutti.
Awake si fregia di una buona idea, che fornisce uno spunto nuovo nella cinematografia fantascientifica; gli effetti della mancanza del sonno sono ben noti alle forze armate, che infatti cercano di proteggere le proprie truppe in tal senso, ma non sono argomenti frequenti per il grande pubblico. La realizzazione del film sfrutta questa intelligente intuizione costruendo la propria forza proprio sull’incombente apocalisse che sembra destinata ad abbattersi da lì a poco.
Dal punto di vista della trama, Awake non è cosi solido: sebbene non ci siano particolari mancanze (almeno fino al finale, fastidiosamente scontato) non c’è nulla che lo elevi di categoria o che tenga particolamente sulle spine lo spettatore. Tutta la narrazione è abbastanza piatta, anche se coerente, e manca qualcosa che alzi ritmo o adrenalina.
Probabilmente la causa di questo mezzo piattume va però equamente distribuita anche con cast e regia. Partiamo da quest’ultimo aspetto: dietro la macchina da presa siede Mark Raso, autore di sole pellicole minori. Il regista americano non è in grado di imprimere alcun colpo di reni alla sua creatura, anche se gli va reso atto di non aver trasformato il suo film in un fumettone privo di credibilità (peccato mortale tipico di molti suoi colleghi).
Anche il comparto attoriale vive di un suo grigiume esistenziale: la protagonista Gina Rodriguez, anche se credibile nella sua recitazione, resta un volto anonimo nel mondo di Hollywood (particine in Deepwater Horizon e Annientamento); accanto si vedono comparse prive di mordente, inclusa una Jennifer Jason Leigh irriconoscibile dai tempi di Amore E Sangue, The Hitcher o Existenz. Anche la breve apparizione di Barry Pepper (Salvate Il Soldato Ryan, la saga di Maze Runner, We Were Soldiers) non incide.
Ad ogni modo, Awake è un film che si puo vedere per passare una serata. Non è brutto (semmai è superfluo) ed ha dalla sua che per una volta non è un film politico mimetizzato da altro come sempre piu spesso Netflix propone a catalogo.