Non basta fare un film anti-militaresco per realizzare un prodotto decente. Biloxi Blues va evitato, più che ignorato.
Se vuoi fare della parodia sulla vita militare, la devi fare bene, altrimenti il rischio e’ quello di scadere in una forma di trito anti-militarismo senza nulla di costruttivo da dire, senza evidenziare aspetti che magari sono degni di critiche ed altri che vanno elogiati. Biloxi Blues e’ una sorta di diario personale dello sceneggiatore che descrive la sua vita sotto le armi durante il periodo di addestramento prima di essere trasferito al fronte, ma il risultato e’ pessimo.
Il film e’ noioso, privo di spunti, lento, uno strazio per le palle. Ci sono tutti gli stereotipi: il sergente cattivo, il soldatino intelligente ma non compreso perche’ circondato da gente inferiore intellettualmente, i subumani, i militari che vanno a puttane… insomma, tutto quello che potreste aspettarvi da un filmaccio.
Il protagonista, interpretato da Matthew Broderick (Wargames, Ladyhawke), da fine futuro scrittore risulta invece un ebete che descrive il mondo come se cadesse dalle nuvole. Il film e’ pieno di stereotipi e di personaggi poco credibili o forzati, compreso il sergente interpretato dall’incriticabile Christopher Walken, e da un potenziale film interessante si e’ passati ad un’ora e cinquanta di noia e mancanza di spunti interessanti.
Strano colpo a vuoto per il regista Mike Nichols, autore fra gli altri de Il Laureato, Silkwood e A Proposito di Henry. I ritmi sono lenti oltre il giusto, e la cosa grave del film e’ che dopo averlo visto non rimani con nulla dentro: non hai messaggi da cogliere o sensazioni da provare o idee da elaborare; Biloxi Blues e’ l’equivalente di un encefalogramma piatto.