C’Era Una Volta A Hollywood: la recensione

Non è che Quentin Tarantino sia Re Mida: ha fatto film fantastici in passato, ma molte delle sue produzioni più recenti fanno schifo.

 

 

C’è un alone mistico intorno a Quentin Tarantino. Reso famoso come attore e sceneggiatore/regista di Dal Tramonto All’Alba e Pulp Fiction sta derivando ormai da un decennio, proponendo film dalle storie labili e spesso di basso spessore anche per essere dei film d’azione, come il caso di Django Unchained o The Hateful Eight.

Questo C’era Una Volta A Hollywood è un film atipico nel contesto delle produzioni del regista americano: si tratta fondamentalmente di un omaggio alla cinematografia degli anni ’60-’70, ma risulta vuoto, stantio e fondamentalmente inutile.

Quella che dovrebbe essere la storia portante, seguire le vicende di un attore sulla via del declino che viene spinto a fare film western all’italiana, in realtà è un modo per attaccare sequenze scombinate senza alcun reale collegamento alla trama principale. È un minestrone peraltro sciapo, perché tutto il film (che dura ben due ore e mezza) è completamente privo di mordente, fatte salve un paio di scene qua e là e per il finale, davvero degno del Tarantino dei bei tempi.

 

 

Ecco, nel film non c’è molto altro. Quello che spicca è il cast numeroso e di ottimo livello che partecipa al film: i protagonisti sono Leonardo Di Caprio (Titanic, The Beach, Shutter Island, Inception, The Wolf Of Wall Street) e Brad Pitt (Seven, L’Esercito Delle 12 Scimmie, Sette Anni In Tibet, Fight Club, The Snatch, The Mexican, Spy Game, la saga di Ocean’s, Burn After Reading, World War Z, Fury, Deadpool 2). I due sono una garanzia, ed in effetti i loro personaggi sono solidi e ben caratterizzati. Accanto a loro ci sono attori che hanno parti minori o camei, e che rafforzano il comparto attoriale: da Margot Robbie (The Wolf Of Wall Street, Sopravvissuti, Suicide Squad, Birds Of Prey), Emile Hirsch (La Ragazza Della Porta Accanto, Into The Wild, Milk, Freaks), Dakota Fanning (La Guerra Dei Mondi, la saga di Twilight) Damian Lewis (L’Acchiappasogni, Band Of Brothers), Kurt Russell (1997 Fuga Da New York, La Cosa, Silkwood, Grosso Guaio A Chinatown, Tango & Cash, Stargate, Grindhouse, The Hateful Eight), Al Pacino (Il Padrino, Serpico, Quel Pomeriggio Di Un Giorno Da Cani, Scarface, Revolution, Carlito’s Way, Donnie Brasco, Insider – Dietro La Verità, Ogni Maledetta Domenica, Insomnia), Margaret Qualley e Michael Madsen (Wargames – Giochi Di Guerra, Thelma & Louise, Le Iene, Donnie Brasco, Kill Bill, Sin City, The Hateful Eight).

Oggettivamente è principalmente grazie agli attori se lo spettatore decide di vedere il film e non interrompere la visione dopo venti minuti; la sceneggiatura è fiacca, il ritmo è lento e non ci sono particolari motivi per voler sapere come prosegua… fatto salvo quel classico punto interrogativo che viene in testa e che domanda dove voglia andare a parare il regista.

 

 

Da nessuna parte: non vuole andare a parare da nessuna parte. Tarantino non ha uno straccio di storia in testa, e mette insieme pezzi scollegati a delineare esclusivamente una sequenza temporale e null’altro. Ci sono intere sequenze del film che potrebbero tranquillamente essere rimosse e nessuno se ne accorgerebbe (a partire da TUTTE le scene in cui Margot Robbie è protagonista).

C’Era Una Volta A Hollywood è un esperimento volto a omaggiare quel periodo storico della cinematografia statunitense (e in parte italiana), e chi ha avuto modo di sfiorare le pellicole del periodo coglierà innumerevoli riferimenti. Oltre a questo però non c’è nulla, assolutamente nulla; ed allora è lecito chiedersi perchè vedere questo film e continuare a dar credito ad un regista che sembra ormai chiuso sulle sue manie e sembra far film privi di contesto e di spessore.

 

C’Era Una Volta A Hollywood, 2019
Voto: 4.5
Per condividere questo articolo: