A distanza di due anni dall’uscita il gioco arcade di carri armati dice ancora la sua, specialmente per chi cerca un’esperienza single player.
Avanzo lentamente nella cittadina francese, dove attendiamo una piccola resistenza; la sacca intorno a Dunquerque si sta chiudendo, e gli anglo-francesi sono in rotta.
La mia squadra di carri avanza in fila attraverso le strette strade del piccolo borgo dove non si vede anima viva; d’improvviso, un boato sul fianco del mio carro. Un rapido sguardo all’equipaggio che sembra essere a posto, così come il carro; innesto la marcia indietro e porto il mio Panzer III al riparo del palazzo. Fortunatamente il colpo arrivato da sinistra è rimbalzato sulla corazza, ma siamo stati fortunati. Carichiamo un colpo HE, ruotiamo la torretta e ci sporgiamo dall’angolo; a un centinaio di metri un B-1 sta ruotando per fiancheggiarci. Lo centriamo sul cingolo, immobilizzandolo; mentre ricarichiamo lui ruota la torretta per colpirci col suo cannone. Ora è questione di attimi: chi sparerà per primo?
C’è una legge non scritta nel mondo dei videogiochi che recita a grandi linee che alla fine della fiera non contano la grafica, la complessità o l’ambientazione; quello che conta davvero è se un gioco è divertente oppure no.
In questa calda e faticosa estate, il mio povero cervelletto fritto è in modalità-riposo: solo pochi titoli da voler (o dover) provare, nessuna voglia di imparare qualcosa di nuovo. Alla ricerca di qualcosa di semplice da giocare, mi sto alternando senza eccessiva gioia tra Ravenfield, Squad e poco altro. Se non fosse che ho da tempo disinstallato World Of Tanks per via dei continui aggiornamenti da centinaia di mega (necessari solo per aggiungere nuovi carri a pagamento), mi dedicherei anche a qualche scontro fra corazzati; ma ecco che alla memoria torna Panzer Knights, titolo che abbiamo recensito un paio di anni fa. Perché non riscoprirlo?
Ancora oggi, Panzer Knights è un titolo piacevole per giocare da soli, e anche se alcune lacune non sono mai state colmate (a partire dagli interminabili dialoghi scritti dei personaggi, che quando parlano lo fanno solo in giapponese), i combattimenti sono ben realizzati. Prendere un colpo diretto, anche se dovesse rimbalzare sulla corazza, fa prendere un bello spavento; il concetto di soppressione, tanto caro ai milsim ma sempre implementato con difficoltà, qui è ottimamente realizzato, con una sensazione di scuotimento e di annebbiamento davvero efficaci.
Vedere le torrette dei carri nemici saltare e gli stessi esplodere tra le fiamme è sicuramente coreografico, e dopo lo scontro vedere la quantità di carcasse fumanti attorno a noi è assolutamente gratificante.
La varietà di carri tedeschi e Alleati presenti nel gioco ben riproduce le differenti caratteristiche dei mezzi e, chiudendo un’occhio su alcune dinamiche proprie dello stile fondamentalmente arcade di Panzer Knights, è possibile calarsi in scontri tesi e tutt’altro che scontati, dove occorre valutare il tipo di proiettile da equipaggiare e come fiancheggiare i carri più blindati.
Panzer Knights è un piacevole diversivo anche dopo averlo completato la prima volta; magari prendendolo a piccole dosi, come intermezzo e passatampo. E cosa importante, le battaglie sono avvincenti e divertenti; rispetto a World Of Tanks o War Thunder mancherà di quella componente di progressione tipica dei giochi F2P multiplayer (anche se in fondo qualcosa di simile la propone), ma Panzer Knights non presenta tutte le limitazioni legate ai matchmaking e alle community tossiche dei giochi online, e non ci obbliga a dover scaricare 50GB di dati dovendoli poi costantemente aggiornare.
E adesso scusate, torno a far saltare in aria i carri Alleati.