Godless – Stagione 1: la recensione


Godless, un Western crudo e violento. Ma anche fuori dai soliti canoni del vecchio West?

 

 

Tutto inizia con una gran nuvola di polvere, cavalli e cowboys s’intravedono nel grigiore generale. Il vento soffia deciso, spazzando via il velo che divide la realtà dalla fantasia e rivela una strage, un’intera cittadina trucidata, con una sola donna piangente, testimone della brutalità del West.

Polvere, cavalli, violenza e sopravvivenza sono i cardini della prima stagione, mentre la famiglia ne è il filo conduttore. La storia è di quelle che marciano con un ritmo lento, quasi annoiato, tipo l’andatura di un cowboy che segue una mandria al pascolo; anche quando ci si aspetta l’azione e la violenza di un selvaggio West, la scelta del regista è quella di dilatare il tempo, di far sembrare lento anche l’omicidio efferato.

Il nostro protagonista, Roy Goode, è in fuga dal suo ex amico e padre adottivo, lo spietato Frank Griffin, capo di una banda di trenta fuorilegge. Roy ha deciso di lasciare la vita da bandito e tradisce Frank dileguandosi con il bottino dell’ultima rapina; questo innescherà una serie di brutalità perpetrate dalla banda di Frank nei confronti di tutti quelli che hanno avuto a che fare con Roy. La storia sembra semplice, quasi lineare, se non fosse che Roy trova rifugio in una cittadina, La Belle, in cui la popolazione è composta principalmente da donne le quali, ignorando totalmente chi sia Roy, non hanno la minima idea di quale minaccia sia in agguato.

 

 

L’enorme distesa del West è ripresa con gran maestria, si percepisce in modo chiaro e inequivocabile lo spazio e la vastità che circonda i luoghi in cui è stata girata la serie; con la stessa cura è stata evidenziata la natura selvaggia dei luoghi, il verde incontaminato dei boschi, gli arbusti che crescono tignosi nella prateria, la polvere che si alza al vento, lo sporco e le malattie che serpeggiano ovunque.

Una nota persistente di brutalità e di deviata moralità accompagna Frank per tutta la durata della serie. Un discorso che potrebbe essere fatto da un prete la domenica a messa è poi accompagnato da una violenza incomprensibile e da un’espressione quasi assente, indifferente, come se tutto accadesse lontano da Frank; credo che proprio questo distacco e questa morale deviata siano la chiave del successo di questo personaggio che spicca sopra tutti. Il resto dei protagonisti ha momenti altalenanti, spesso colmati da lunghi silenzi che lasciano in sospeso parole non dette; forse per questo il resto dei personaggi risulta essere meno efficace rispetto alla figura di Frank.

La serie è lenta, fatta di quella lentezza che serve a rendere l’idea del West, lento e inesorabile; molti personaggi rimangono ancora avvolti nel mistero, sono appena abbozzati, le loro storie sono solo accennate, segno distintivo di un lavoro che guarda lontano nel futuro. Vedere così tanti personaggi femminili in un Western che ricoprono posizioni chiave nella trama e nello svolgimento della storia è sicuramente fuori dagli schemi classici, che previlegiano solitamente un pistolero a cavallo piuttosto che una donna nella gestione delle faccende pratiche di una città. Una sorpresa interessante, una visone diversa, un salto fuori dai soliti schemi; forse sì e forse no, perché l’idea è carina, ma se poi i personaggi in questione si comportano comeuomini con cappello e pistole fumanti, l’innovazione diventa semplicemente una sostituzione, un cambiamento di genere che forse è dovuto principalmente alla tendenza del momento.

 

 

Oltre che per la scelta delle riprese a lungo campo e per le immagini di natura selvaggia e indomita, sono propenso a dare una nota di merito anche alla scelta musicale; grazie a lei sono riuscito a rimanere attento alla storia pur soffrendo per la lentezza con cui si susseguivano gli eventi.

Mi aspettavo di vedere e sentire il West e quello c’è! Comunque mi aspettavo anche qualcosa di più vivace, forse qualcosa di più fresco e veloce; non posso dire di essere rimasto deluso, ma è mancato comunque qualcosa; credo che dipenda dal fatto che si è messa tanta carne al fuoco, e che poi si sono dipanate solo alcune trame.

 

Godless – Stagione 1, 2018
Voto: 6,5
Per condividere questo articolo: