Il Mistero Della Pietra Azzurra: la recensione

Il Mistero Della Pietra Azzurra è la prima opera per la TV realizzata dallo Studio Gainax; un vero capolavoro dalle atmosfere verniane.

 

 

La complessità della trama impone un riassunto lacunoso e insoddisfacente che spero il lettore possa perdonarmi.

Nell’anno 1889 il mondo era dominato dalle potenze coloniali, fiduciose nella loro potenza, nel progresso e nella missione di civilizzazione del mondo barbaro. In quell’anno a Parigi si sarebbe svolta la grande Esposizione Internazionale, il cui simbolo sarebbe stato la celeberrima Torre Eiffel, la prima costruzione interamente in ferro di quelle dimensioni.

Mentre il mondo civile celebra la propria potenza, sotto i mari si intrecciano le spade di un duello spaventoso tra mezzi avveniristici: le flotte di mezzo mondo vengono mobilitate per dare la caccia a quelli che erroneamente sono creduti dei mostri marini, ma che nella realtà sono sottomarini nucleari.

La flotta subacquea della misteriosa organizzazione Neo Atlantide sta insidiosamente minando il potere marittimo delle potenze, affondandone le navi, per poter poi lentamente acquisire il controllo del commercio strategico, e da li partire alla ricostruzione dell’impero di Atlantide.
Ma sulla strada di Argo, il comandante dell’organizzazione, vi sono due ostacoli: il Nautilus, un sottomarino nucleare di incredibile potenza, comandato dall’enigmatico Capitano Nemo, e la mancanza della chiave di volta dell’intera tecnologia atlantidea, la Pietra Azzurra.
Contro Nemo viene organizzata una caccia spietata grazie ai sommergibili Arfish, mentre sulla gemma viene posta una taglia favolosa per chi riuscisse a recuperarla e a consegnarla ad Argo.

La Pietra Azzurra è in possesso di una giovane acrobata di un circo, Nadia, immediatamente presa di mira da tre avventurieri, l’affascinante e forzuto Sansone, il timido ma geniale Hansom e il loro capo la rossa Rebecca.

 

 

Nella fuga Nadia incontra l’inventore dilettante Jean, che riesce a porla in salvo con un prototipo d’aeroplano, solo per poi perdersi in mare.

Da qui parte l’incredibile avventura dei due giovani, del leoncino di lei King, e degli altri personaggi che via via incontreranno durante il loro vagare, braccati da Argo e dalla sua spietata organizzazione, Nemo, comandante del Nautilus, Electra, primo ufficiale del sottomarino, Marie, orfana perché i suoi genitori furono uccisi da Argo.

Neo Atlantide si rivelerà essere la discendente della città di Tartesso, a sua volta legittima erede dell’Impero di Atlantide, distrutto dalla propria tracotanza dodicimila anni fa e dimenticato nell’oblio. La stessa Tartesso fu a sua volta annientata dal tentativo fallito di riattivare una fonte di energia chiamata Torre di Babele, responsabile della precedente catastrofe.

L’origine regale di Nadia, figlia perduta del Capitano Nemo, ovvero dell’ultimo re di Tartesso, spiega come ella sia in possesso della Pietra Azzurra. Nemo stesso è il responsabile del cataclisma che cancellò il suo regno, sacrificato per evitare che Argo, che aveva plagiato Neo, l’erede al trono e fratello di Nadia, entrando in possesso delle tecnologie extraterrestri degli Atlantidi potesse soggiogare l’intera umanità in un sogno folle di dominio.

Ma Argo, sulla soglia del trionfo, verrà sconfitto dal sacrificio del Nuovo Nautilus, dopo che su una titanica astronave atlantidea recuperata, il Noè Rosso, aveva distrutto Parigi. Nemo morirà, e con esso Neo, che aveva ripudiato Argo, mentre Nadia rinuncerà alle sue prerogative superumane che la sua nascita le garantivano, per restituire la vita a Jean, divenendo così una semplice, felice ragazzina innamorata del giovane inventore.

 

 

Il Mistero Della Pietra Azzurra è la prima opera per la TV realizzata dallo Studio Gainax. Ma nonostante l’inesperienza e alcune cadute di stile a cavallo degli episodi 26-29 questa serie è un vero capolavoro: le atmosfere verniane sono rievocate magistralmente, la trama è incredibilmente complessa, ricca e avvincente.

I personaggi possiedono un’incredibile caratterizzazione: Nadia, ribelle, sentimentale, ambientalista ante-litteram; Jean, figlio del positivismo ottocentesco; Nemo, schiacciato dalla responsabilità d’aver annientato la sua patria; Elettra, segretamente innamorata di Nemo, ma intimamente votata alla vendetta contro Argo; e Argo, uno dei migliori villain del cinema, completamente teso verso il suo sogno di dominio.

Ciascuno di questi, senza poi contare i vari comprimari, la cui lista sarebbe senza dubbio interessante ma che esula dagli intenti di questo modesto scritto, non può non far innamorare lo spettatore: le personalità complesse rapiscono; ciascuno di noi, se maschietto, avrebbe desiderato essere di volta in volta il coraggioso e geniale Jean, Nemo, il tenebroso, oppure Argo, nella sua volontà di potenza. Se femminuccia scatta il desiderio d’identificarsi con Nadia, bella, esotica e ribelle, Electra, una vera e propria donna coi pantaloni, oppure Rebecca, affascinante mangiatrice di uomini.

Ma Il Mistero Della Pietra Azzurra è soprattutto una storia di fantascienza steampunk, oltre che d’amore e d’avventura, e la nostra attenzione non può che essere calamitata dall’incredibile teoria di ordigni che scorre sullo schermo: innanzi tutto il Nautilus, che mantiene inalterato il fascino che possedeva nell’originale romanzo di Verne, poi le Navi Volanti di Argo, le sue armi spaventose, come la Torre di Babele, i robot e i sottomarini di Neo Atlantide, il Retan (Rebecca Tank) del trio Sansone-Hansom-Rebecca.

La scienza avanzatissima degli Atlantidi, che provengono dallo spazio, gli permise di creare gli uomini: la sequenza in cui Nadia, all’interno del Noè Rosso viene condotta da Argo tra le conquiste scientifiche atlantidee è magistrale. Ella passa accanto ad un gigante imbalsamato di oltre venti metri: è Adamo. Il primo uomo venne costruito con quelle proporzioni perché ancora non era ben raffinata la tecnologia della miniaturizzazione…

 

 

Le citazioni che infarciscono questa serie ne rendono, se possibile, ancora più godibile la visione: il trio di Rebecca è palesemente un omaggio al Trio Drombo di Yattaman. E ancora, la sequenza in cui parte il Nuovo Nautilus è ripresa, potremmo quasi dire fotogramma per fotogramma, da Corazzata Spaziale Yamato. Il nome atlantideo del Nautilus è Eritrium, stesso nome dell’astronave da battaglia di Gunbuster… e potrei continuare.

Viceversa sono moltissimi gli spunti che saranno poi ripresi dallo Studio Gainax, in particolare in Neon Genesis Evangelion: uno per tutti, Neo, che è stato ricostruito come biodroide da Argo, ha un cavo di alimentazione dietro la schiena.

La cura dei particolari negli sfondi è eccezionale, mentre consideriamo come peccati veniali alcune imprecisioni storiche, come le corazzate tipo Dreadnought, gli aeroplani o il termine “tank” che nel XIX secolo non potevano esistere.

L’edizione italiana a cura di Italia 1, se ha il merito di averci fatto conoscere questo capolavoro, purtroppo ha i soliti difetti che tutte le serie nipponiche trasmesse su questa rete presentano: le censure, che spesso non riguardano solo scene di nudo, ma anche alcune sequenze giudicate troppo crude e i dialoghi. La trasmissione è poi spesso eseguita senza rispetto per la cronologia degli episodi, poiché occorre a volte riunire degli episodi mutilati dalle censure per riempire il palinsesto, vanificando in tal maniera l’effetto climax che la divisione in puntate offre.

I nomi dei personaggi sono stati riadattati poco (forse perché nessuno di essi è giapponese) ma dobbiamo riconoscere che effettivamente, per un italiano, suona molto più cattivo “Argo” che non “Gargoglia” (il nome originale di Argo era infatti “Gargoyle”), così come Rebecca risulta più sensuale di Grandis. Per logica conseguenza, il Gratan diviene il Retan. Anche il doppiaggio è di buona qualità, se non fosse per la scarsa aderenza dei dialoghi all’originale.

In sintesi un’opera eccezionale, da vedere e rivedere.

 

Titolo originale: “Fushigi no umi no Nadia” – “Nadia of the Sea of Wonder”
Studio Gainax, 1990
Liberamente tratto da “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne
Regia: Anno Hideaki (Higuchi Shinji per gli episodi dal 23 al 39)
Character Designer: Sadamoto Yoshiyuki
Musica: Sagisu Shiro

Il Mistero della Pietra Azzurra, 1990
Voto: 10
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