Nostalgia canaglia! È quindi questa è la serie della trilogia che ci racconterà di come i Transformers abbiano perso Cybertron e siano giunti sulla terra?
La prima stagione era iniziata davvero benissimo: i vecchi ed iconici modelli che scorrazzano su una Cybertron in preda a lotte intestine hanno fatto la magia e mi hanno riportato all’infanzia. Ottimi spunti e qualche piccola spiegazione sulle condizioni disperate in cui i nostri protagonisti vertono hanno completato l’opera e regalato un’ottima partenza.
La seconda stagione è andata alla deriva nello spazio, e purtroppo anche nel tempo, principalmente per ripescare e completare storie che erano state narrate con poca cura in passato. Purtroppo le trame temporali sono sempre un rischio, anche se conoscevamo il legame tra Megatron e Galvatron; qualcosa ha comunque scricchiolato, soprattutto per ritmo narrativo.
L’AllSpark, che è stato praticamente accantonato dall’inizio della prima serie, torna nuovamente al centro della narrazione. E qui iniziano le mie lamentele: c’era davvero la necessità di dover cacciare dentro i Biocombat? Sinceramente non me lo aspettavo, anche se la scelta, sotto il profilo commerciale, non è del tutto campata in aria. Per capire bene cosa succede bisogna fare un po’ più di chiarezza sulla serie dei robot che si trasformano in animali.
La genesi della serie sui Transformers animali è molto simile a quella della serie classica. Siamo decenni dopo le storie narrate nella serie originale e le solite due fazioni di Autorobot e Distructor si danno battaglia nello spazio. Ecco che vengono risucchiati in un tunnel spazio temporale e si ritrovano su un pianeta simile alla Terra in un periodo antecedente agli eventi narrati nel 1984. Maximal e Predacon sono quindi discendenti dei nostri protagonisti, ma allo stesso tempo la loro storia è antecedente a quella originale… Quindi già avete capito che è un bel casino.
Ora, da quello che sappiamo, Optimus e Megatron dovrebbero schiantarsi sulla terra e rimanere in fase letargica per millenni. Invece finiscono nel mondo dei Biocombat; bene così, creiamo più confusione che non guasta. E quindi ci troviamo di fronte ad un grande sconvolgimento della storia? Se volete saperlo vi tocca vedere la serie!
Questo innesto è almeno funzionale alla narrazione della storia? Dopo un iniziale attrito, è ovvio che le fazioni dei Maximal e dei Predacon si sarebbero alleate con i rispettivi gruppi di appartenenza, quindi tutto questo a cosa è servito se non ad aggiungere personaggi in gioco?
È evidente che ci sia stata la volontà di invogliare chi non conosce le serie a vederle o ad informarsi meglio; una sorta di rilancio dei vari prodotti celato sotto mentite spoglie. A livello di marketing è una scelta ineccepibile, soprattutto se c’è l’idea di preparare un remake della serie classica e proseguire poi con i Biocombat.
In fin dei conti, tenersi una finestra aperta non è poi un’opzione sbagliata, ma mi dà sui nervi il fatto che si è dovuto per forza calare nello stesso calderone tutto quanto. Ovviamente non siamo ai livelli dello sconvolgimento creato dal film del 1986, che può piacere o meno, ma sinceramente ho trovato l’inserimento dei Transformers animali alquanto forzato.
Graficamente parlando siamo su un livello equiparabile alle serie precedenti, ma manca un po’ di quell’azione che aveva caratterizzato in positivo il lavoro fatto fino ad ora. Transformers: War For Cybertron – Il Regno purtroppo non riesce a raggiungere il trasporto emotivo visto in precedenza, forse anche a causa di un ritmo in alcuni punti abbastanza blando. Quindi, anche se trattengo le mie critiche personali sull’uso dei Maximal e dei Predacon, questo prodotto finale lascia qualcosa sul campo.