Il virus fuggito da un mercato militare cinese

Difficilmente riusciremo mai a sapere la verita’ sull’origine del Covid-19; ma i dubbi sulla sua creazione in laboratorio sono fortissimi.

 

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Quando agli inizi di Gennaio la Cina informa il mondo di aver identificato un nuovo virus, in pochi sembrano curarsene. Solo alla fine del mese, quando Wuhan viene isolata e messa in quarantena, qualcuno apre gli occhi; ma ai piu’ sembra ancora di vedere un film di fantascienza, e vivono la cosa con completo distacco. Il seguito lo conosciamo bene ed e’ inutile ricordarlo qui.

Quello che non torna assolutamente e’ il comportamento cinese e una certa sequenza temporale di eventi. Come suo solito, lo stato totalitario comunista ha mentito spudoratamente sulla realta’ dei fatti, informando il mondo solo dopo che la situazione non era piu’ controllabile (e continuando in seguito a fornire numeri su contagiati e morti totalmente inattendibili). La Cina ha ammesso cio’ che stava succedendo solo dopo che i video dei medici diffusi sui social avevano ormai rotto l’argine imposto dal controllo della censura su social e piattaforme di condivisione online. Che ci fosse una terribile epidemia in corso i dirigenti cinesi lo sapevano sicuramente almeno gia’ da meta’ Dicembre; ma gli indizi per un retropensiero piu’ che giustificato non si fermano qui.

 

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E’ cosa ormai risaputa che a Wuhan ha sede uno dei principali laboratori militari di virologia mondiali, e il direttore, la dottoressa Wang Yanyi, e’ uno dei principali esponenti asiatici sullo studio e sulla creazione di nuovi virus e batteri. Il 2 Gennaio ordinava ai suoi dipendenti ed alla comunita’ scientifica cinese di non divulgare, diffondere, condividere alcuna notizia sul nuovo Coronavirus, perche il mondo non doveva sapere.

Alcuni giornalisti che hanno rotto il muro di silenzio imposto dalle autorita’ cinesi sono stati imprigionati o sono spariti dalla circolazione: e’ il caso di Li Zeuha, ex corrispondente di CCTV e volto molto noto in Cina, ma anche di Fang Bin e Chen Quishi, che raccontavano gli eventi in corso a Wuhan; come peraltro sono spariti medici del calibro di Shi Zheng, ricercatrice del laboratorio di Wuhan che si era permessa di esprimere la propria preoccupazione sulla possibilita’ che il virus fosse fuggito dalla struttura in cui lavorava. Curioso sapere che Shi Zheng nel 2015 fu tra i partecipanti alla sperimentazione completata con successo sulla creazione di un Coronavirus trasmesso dai pipistrelli, proprio la stessa famiglia di quello del Covid-19.
Per Ai Fen e Lin Wenliang, medici dell’ospedale principale di Wuhan, la sorte li ha voluti prima imprigionati dalla Polizia locale e poi scarcerati – il secondo restera’ poi vittima anche lui della mortale malattia in circolazione da diversi mesi. Da quanti mesi, con esattezza?

 

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A Settembre a Wuhan si erano tenute delle esercitazioni militari mirate ad affinare il contenimento in caso un virus fosse ipoteticamente fuoriuscito dal laboratorio di virologia; molti degli atleti internazionali (italiani inclusi) che hanno partecipato ai Giochi Militari tenuti proprio a Wuhan a Ottobre hanno manifestato sintomi chiaramente riconducibili al Covid-19. Non e’ un caso se sempre piu’ forza prende l’ipotesi della retrodatazione dei primi casi in Cina ad Agosto 2019. Rimane il fatto che l’epidemia si e’ manifestata in Italia con forza solo a meta’ Febbraio, e quindi delle due l’una: o si e’ trattato di differenti malattie, o, cosa molto probabile, il tasso di contagiosita’ – quel famoso “due contagiati per ogni malato” – non e’ lontano dalla verita’. In questo secondo caso, uno scenario plausibile potrebbe essere il seguente.

Fine Agosto: iniziale diffusione dal laboratorio in modo accidentale (qualche tecnico che si contagia senza accorgersene);
Inizio Settembre: le squadre di emergenza intervengono sottotraccia per arginare la diffusione del morbo;
Ottobre: il contenimento e’ solo parzialmente efficace, e gli atleti vengono contagiati;
Fine Ottobre/Inizio Novembre: il Coronavirus si diffonde lentamente ma inesorabilmente nei paesi degli atleti contagiati.
Visto che ormai e’ assodato che in Europa il virus circolava diffusamente gia’ a fine Novembre, la sequenza di eventi e la contestualizzazione temporale ha parecchio senso.

 

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Non e’ un caso se gli Stati Uniti, in forte tensione con la Cina da ormai diversi anni, non hanno perso tempo ed hanno chiaramente indicato nel laboratorio di Wuhan l’origine del virus; ma e’ anche vero che l’amministrazione Trump ha prima affermato di avere prove incontrovertibili e poi non le ha mostrate. Questi attacchi sono stati privi della debita forma diplomatica e politica, nelsolito stile Trump, e che forse pur basandosi su ipotesi piu’ che plausibili hanno mancato completamente l’obiettivo di mettere al tappeto l’avversario economico danneggiando invece ulteriormente la reputazione del controverso Presidente degli USA.
Parallelamente anche la guerra di spie non e’ mancata, con retroscena degni dei migliori film di genere; e i cinesi, forse per contrattaccare, hanno ripetutamente accusato gli USA di aver volutamente diffuso il virus nel loro territorio, ipotesi altamente improbabile per non dire assurda, visto che gli Stati Uniti stessi sono sotto un’ondata di contagi terrificante.

La versione ufficiale del virus passato da un pipistrello all’uomo in seguito a un morso avvenuto in un mercato di animali vivi a Wuhan regge poco, ma oltre a essere tecnicamente possibile (e’ quanto avvenuto con la SARS), e’ anche l’unica che salverebbe capra e cavoli nell’ambito della diplomazia internazionale. Anche di fronte all’evidenza dei fatti, la Cina e’ un attore troppo importante nello scacchiere economico e politico internazionale per poter essere attaccato a testa bassa (come ha fatto Trump, sbagliando). La ragion di stato vuole che la verita’, qualunque essa sia, si pieghi alle necessita’ dell’equilibrio internazionale; ed e’ per questo che l’unica opzione possibile per uscire da questa situazione e’ affermare che si sia trattato di un salto di specie; e che si tratti di verita’ o meno, che la scienza lo sostenga in perfetta buona fede o per motivi ben piu’ Machiavellici poco importa: e’ la spiegazione perfetta, perfettamente compatibile coi tempi, coi luoghi e con le dinamiche della diffusione del virus.

Che sia chiaro: non e’ assolutamente detto che non sia poi cio’ che e’ successo veramente, un morso di un pipistrello che ha infettato un uomo al mercato di animali vivi di Wuhan. Il fatto pero’ che ci siano troppi dubbi su quanto successo nei mesi precedenti e sulle troppe coincidenze la rende una spiegazione fin troppo di comodo.

 

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Probabilmente non sapremo mai cosa e’ veramente successo in Cina tra Agosto e Gennaio scorsi. E’ un evento che per tanti versi ricorda il goffo tentativo sovietico di coprire quanto accaduto a Chernobyl nel 1986, sia per il tentare di coprire un fatto cosi’ grave sia per l’averlo minimizzato nei mesi seguenti, sulla pelle dei propri cittadini e di quella degli stranieri. Lo stesso metodo comunista che tratta l’individuo come mezzo utile esclusivamente alla gloria del partito e della nazione. Con la differenza che probabilmente il numero di morti qui sara’ incredibilmente maggiore.

E mentre il Partito Comunista Cinese e il suo leader Xi Jinping esortano la popolazione a ringraziare il partito stesso per aver gestito alla perfezione l’emergenza Covid-19, il messaggio che ci arriva chiaro da questa storia e’ che con la natura non si deve giocare, che non si deve andare oltre i limiti; che si tratti di bioingegneria, di energia atomica, di modificazioni genetiche.

Purtroppo, ben conoscendo la razza umana, sappiamo bene che sara’ un messaggio che rimarra’ inascoltato.

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