Credetemi, se vi è piaciuto Braveheart apprezzerete sicuramente La Carica Dei Seicento, un film in bianco e nero che ha ancora tantissimo da dire.
Articolo pubblicato per la prima volta il 22/04/2000
Non so in quale anno è uscito, non so chi sono gli attori che lo hanno interpretato, non so nemmeno chi ne è il regista; l’unica cosa che so è che La Carica Dei Seicento (quello vecchio in bianco e nero) è uno dei film più belli e coinvolgenti che io abbia mai visto. Per darvi l’idea vi dico solo che alcuni momenti, specie nella parte finale, rivaleggiano per intensità e pathos nientemeno che con Braveheart!
Il film racconta l’ormai leggendario evento verificatosi nella guerra di Crimea del 1854 quando il 27° lancieri, reparto di cavalleria leggera inglese, porta un attacco suicida alle linee di artiglieria pesante russe ed indiane dopo aver attraversato, con una memorabile carica, l’intera vallata da esse difesa. Vi chiederete: ma perché, allora, non ci hanno mandato l’esercito pesante quei capoccioni degli inglesi? E io sono proprio qui per raccontarvelo!
La storia vede protagonista il giovane ed aitante capitano del suddetto reparto che, felicemente fidanzato con la bella di turno, è in procinto di sposarsi magari proprio dopo la fine della guerra. Tutto sembra idilliaco e perfetto se non fosse per l’arrivo del “caro” cugino del promesso sposo che in men che non si dica gli seduce la fidanzata e gli manda in malora praticamente tutta la vita (e ci credo, sarò un sentimentale vecchia maniera ma una cosa del genere non la augurerei nemmeno al mio peggior nemico!). Naturalmente lo sfortunato non viene subito a sapere del misfatto, dato che i due amanti si guardano bene dal dirglielo (bastardi); una bella botta non c’è che dire, ma le disgrazie non finiscono qui…
Eh già perché il reparto, in quel periodo, è assegnato alla difesa di un forte nel quale risiedono anche le famiglie dei soldati; all’improvviso però arriva un ordine dai superiori che manda la truppa a difesa di un confine lontano lasciando così il forte scoperto. I soldati protestano, preoccupati per le loro famiglie, ma i superiori sostengono che il forte, non essendo un obiettivo primario, non verrà di sicuro attaccato dai nemici. A questo punto mi sembra inutile dire che l’attacco ci sarà eccome e che il sultano indiano non avrà certo difficoltà a massacrare donne e bambini inermi.
Vi lascio immaginare la drammatica scena del ritorno della truppa al forte… A questo punto il capitano ha scoperto la tresca segreta tra il cugino e la fidanzata e si trova anche lui in uno di quei momenti della vita in cui vorresti farla finita. Qui però, all’apice del dolore e del dramma, arriva l’occasione di quella vita che ormai per i soldati e per il capitano aveva perso ogni valore: viene ordinato l’attacco definitivo alle postazioni di artiglieria pesante nemiche. Tuttavia, l’opportunità di una gloriosa vendetta sembra svanire subito dato che l’ordine è per l’esercito pesante e non per la cavalleria leggera che non avrebbe alcuna speranza contro i temibili cannoni russi.
Ai soldati però, non interessa sopravvivere, vogliono solo la possibilità di provare a vendicare le loro famiglie o di morire per questo, ma i superiori non transigono. Di fronte a questo rifiuto allora, il capitano opta per la decisione finale: falsificare l’ordine. E così è. L’alto comando inglese rimane stupefatto alla vista dell’ordine e anche dopo aver scoperto che si tratta di un falso, è comunque troppo tardi. Ora attaccatevi alla poltrona e partite anche voi alla carica perché tanto non potreste resistere alla grandiosa scena finale. Non ci sono dialoghi, solo musica ed immagini ma bastano per travolgervi. La marea di lancieri si riversa nella vallata in un impeto di eroismo inarrivabile e i momenti drammatici si susseguono.
È un continuo tuonare di cannoni e sparare di fucili; molti cavalieri cadono, molti altri proseguono e il capitano in testa. La vera chicca della carica arriva quando il portabandiera viene abbattuto; cade ma con gli ultimi sforzi riesce a tenere alto il vessillo inglese che prontamente viene preso in consegna da un soldato sopraggiungente per continuare la sua gloriosa corsa. Qui mi fermo nella descrizione e vi lascio in sospeso la parte conclusiva per non svelarvi il finale e togliervi il piacere di sentirvi parte della carica.
Credetemi, se vi è piaciuto Braveheart non potrete non apprezzare La Carica Dei Seicento. Logicamente non ci sarà il dolby surround o la stessa fotografia, ma chi, anche se si parla di film, tiene conto più della forma che del contenuto allora sia bandito dalla lettura dei miei articoli!!
Nota exrtacinematografica: molte immagini della carca finale compongono anche il video di The Trooper, grandiosa canzone degli Iron Maiden che narra della vicenda. Travolgente anch’essa tanto quanto il film; la potete trovare sul disco Piece Of Mind, che vi consiglio caldamente.
CHARGE ON!