Il negozio online di Epic, lanciato nel 2018, continua a non decollare; il motivo è evidente e solo i vertici dirigenziali sembrano non capirlo.
Epic Games è uno di quei nomi che nel mondo dei videogiochi vuol dire tanto e con toni diversi. Nata come software house nel 1991, ha fatto le sue iniziali fortune grazie a titoli come Jazz Jackrabbit, Unreal, Unreal Tournament, Age Of Wonders; ma a partire dagli anni 2000 solo Gears Of War è stato in grado di scuotere dall’apatia un marchio sempre meno ispirato e sempre più seduto sugli allori.
Epic infatti ha praticamente smesso di cercare di realizzare videogiochi e si è diretta sullo sviluppare e distribuire un motore grafico, Unreal Engine, molto modulare e abbastanza semplice da usare (almeno per gli addetti ai lavori); i suoi utili derivano proprio dalla vendita in licenza del suo prodotto di punta, e da quel Fortnite che per puro caso ha inventato il genere battle royale (inizialmente doveva essere esclusivamente un cooperativo a ondate sullo stile di Orcs Must Die) e che ha generato incassi folli grazie ad uno stile di gioco indirizzato ad un pubblico occasionale o giovanissimo, molto incline a spendere sul negozio online per comprare oggetti cosmetici, armi e potenziamenti.
Di qui l’intuizione di Tom Sweeney, il CEO di Epic Games: creare un negozio online capace di facilitare ed incentivare le vendite all’interno di Fortnite, ed al contempo di tentare di rubare una fetta di mercato al monopolista Steam, il negozio di Valve tappa obbligata per ogni videogiocatore.
Nel 2018 nasce quindi lo store online di Epic, che con l’Epic Launcher tenta di allettare gli sviluppatori applicando un 12% di commissione sul prezzo del gioco rispetto al 30% di Steam, e i giocatori regalando giochi anche di alto profilo ogni settimana. Una politica aggressiva che dovrebbe dare dei frutti immediati; eppure non è così. E questo per un motivo molto semplice: così com’è l’Epic Launcher è difficilmente utilizzabile; i problemi che lo affliggono sono numerosi ed evidenti, presenti dal 2018 e incredibilmente mai risolti.
Si parte da un’interfaccia che ricorda molto l’impostazione voluta da Microsoft con i suoi sistemi operativi più recenti e che quasi tutti gli utenti trovano scomoda e confusa; eppure Epic l’ha sposata in pieno, con pochissime informazioni per ogni schermata, bottoni enormi e la necessità di scrollare le pagine fin troppo prima di arrivare al dato desiderato. Su questo va aggiunta una velocità di esecuzione ridicola, che non ha ragion d’essere su di un software che non dovrebbe far altro che presentare una lista di titoli da giocare o da acquistare. Addirittura, per chi ha parecchi titoli scorrere la loro lista è un’esperienza traumatica e che richiede pazienza e forza di volontà in attesa che i dati vengano caricati e presentati a schermo.
Su questo si aggiunge il fatto che l’Epic Launcher non ha ricevuto sostanziali aggiornamenti e nuove funzionalità dal momento del lancio; in 5 anni abbondanti non sono state inserite quelle funzioni che Steam ha reso fondamentali per qualsiasi concorrente: dei forum, la gestione degli screenshot, la programmazione intuitiva dei download e degli aggiornamenti, per non parlare di elementi che ancora oggi fanno la differenza come il remote play o la possibilità di dividere i propri giochi in categorie.
Il fatto che dopo tutto questo tempo l’Epic Launcher non riesca a prendere una fetta più ampia di mercato (si parla del 15% a fine 2023) è un risultato evidente del distacco dei vertici di Epic Games dalla realtà che li circonda; fino a che non ci sarà un importante lavoro di ottimizzazione della piattaforma, i giocatori continueranno a scegliere Steam, che nonostante i recenti cambiamenti peggiorativi resta la scelta più facile, immediata e sicura.