Luce Dei Miei Occhi venne osannato nel 2001; tuttavia, si rivela un film fallimentare e incoerente, con interpretazioni prive di spessore e una trama rivedibile.
Articolo pubblicato per la prima volta il 04/11/2002
Quando uscì, a fine 2001, venne presentato come un ottimo film. La critica lo acclamò, e si parlò molto delle rivelazioni Sandra Ceccarelli e Luigi Lo Cascio, i due protagonisti. Insomma, sembrava nato un piccolo capolavoro.
Sto parlando di Luce Dei Miei Occhi, una pellicola che ho avuto modo di visionare di recente.
Diciamolo subito: la critica, come al solito, non capisce un cazzo. Il film è una porcata, una palla infernale capace solo di sbigottire lo spettatore per le continue trovate assurde della sceneggiatura… Ma andiamo con ordine.
Luce Dei Miei Occhi è la storia di un tizio che di mestiere fa l’autista e… basta. Nella sua vita non fa nient’altro. Niente. L’unica cosa che lo contraddistingue è che continua a crearsi un personaggio immaginario di fantascienza, al quale relaziona ogni evento della sua vita reale.
Un giorno investe una bambina che gli attraversa la strada di corsa (aveva fatto sega a scuola), fortunatamente senza conseguenze. Nel riaccompagnarla a casa, conosce la madre (divorziata), della quale si innamora a prima vista. Comincia a frequentare la bambina, insospettendo la madre; ma è tutto un modo di trovarsi da solo con lei. Piano piano ottiene la fiducia della madre, e comincia a uscirci, fino a che i due fanno l’amore. Ma se per lui la cosa è importante, per lei non è che un’avventura. Fin qui, il film sembra promettere bene, e sebbene sia un po’ lentino, i presupposti per un buono sviluppo ci sono tutti. E invece….
Invece succede che il tipo sbrocca (cioè esce di senno, se non siete pratici del gergo romano), e non trova di meglio da fare che impicciarsi degli affari privati della tizia: scopre che ha un forte debito con uno strozzino (Silvio Orlando, unica nota decente del film), e nonostante sia palese che lei non se lo caga (glielo dice chiaro e tondo in faccia, ma tant’è), decide di aiutarla. Si presenta dallo strozzino e si offre di pagare le rate al posto della tipa (senza farlo sapere a lei); lui sulle prime accetta, poi gli propone di diventare il suo autista personale prima e il suo tirapiedi poi. Le cose sembrano funzionare, ma pian piano il tutto precipita fino all’epilogo finale.
Vabbè, mi direte voi, che cosa c’è che non va, oltre alla tua orribile descrizione del film? Ve lo dico, ve lo dico.
Luce Dei Miei Occhi è un film assurdo, a cominciare dai suoi protagonisti: un tizio che decide in pratica di fare il supereroe e salvare la sua bella, il difensore delle cause perse, il duro e puro. Una sbandata che tenterebbe di fare la madre non si sa come (ogni tanto salta fuori che c’è un assistente sociale che vorrebbe portarle via la figlia non si sa bene per quale motivo), che poi scopri che ha un’attività propria (e quindi tanto sbandata non può essere), che non si vuole legare a nessuno nemmeno glielo avesse prescritto il medico. Una bambina che sta lì a fare il soprammobile, tanto è utile nella trama. E infine Silvio Orlando, ormai copia di sé stesso, imprigionato nei ruoli del cattivo di turno, che poi sembrerebbe essere l’unico del cast dotato di un intelletto perlomeno medio.
Le recitazioni sono prive di spessore: la Ceccarelli farebbe bene a recitare come statua, visto che le riesce benissimo, mentre si salvano Lo Cascio e (ovviamente) Silvio Orlando. I personaggi sarebbero pure ben caratterizzati, ma le loro azioni sono prive di senso logico e il più delle volte lasciano allibiti.
E come se non bastasse, il film non ha ritmo. E dura quasi due ore. Aaargh.
Se volete calarvi nei panni dell’intellettualoide reperite la cassetta, sennò fate finta che queto film non sia mai uscito.
Vivrete molto meglio.