Un particolarissimo prodotto di animazione violento, sorprendente e provocatorio, che è stato confezionato ad arte dallo studio MAPPA per conquistare il pubblico di riferimento.
Motoseghe, sangue a secchiate, una buona dose di depravazione e la stupidità incondizionata del protagonista sono un mix esplosivo, ma che abbiamo già visto. È impossibile non pensare che Chainsaw Man sia in qualche modo influenzato dalla saga cinematografica de La Casa, L’Armata delle Tenebre e della serie TV Ash vs Evil Dead il cui protagonista, Ash Williams, combatte il male con una motosega.
Tanti sono i punti in comune tra i due prodotti, ma sono anche moltissimi i punti che si discostano tanto da far pensare a questo parallelismo solo durante la visione dei primi episodi. Di certo Chainsaw Man ha riscosso un’incredibile successo sia come manga che come serie animata e questo è sicuramente da attribuire all’autore Tatsuki Fujimoto ed allo studio di produzione MAPPA.
Denji, un orfano senzatetto, incontra Pochita una specie di cane arancione con una piccola motosega al posto del naso. La creatura è ferita ed il ragazzo decide di donargli il suo stesso sangue per curarla. ll Diavolo motosega stringe così un patto con il ragazzo ed i due diventano inseparabili. Insieme si guadagnano da vivere cacciando Diavoli sottobanco per la yakuza finché un giorno, in uno scontro con il Diavolo Zombi, Denji viene ucciso. Pochita lo salva prendendo il posto del cuore del ragazzo e lo trasforma in un ibrido umano-diavolo.
Denji lotta e sconfigge il Diavolo Zombi. Alla fine della carneficina il ragazzo incontra la signorina Makima, un’ufficiale del reparto cacciatori di diavoli, che decide di arruolarlo. Il ragazzo verrà assegnato alle dipendenze dello scontroso Aki Hayakawa e collaborerà con il Diavolo del sangue Power, all’apparenza una bella e vispa ragazza, per dare la caccia al Diavolo Pistola reo del più grande massacro della storia. Denji ha però fatto una promessa a Pochita ed intende rispettarla prima di morire, ovvero quella di palpare le tette ad una ragazza.
In questo particolarissimo mondo di Chainsaw Man, i diavoli vengono generati dalle paure umane; sono generalmente pericolosi, malevoli e il loro potere è proporzionale alla paura che riescono a suscitare nell’uomo. I cacciatori possono stipulare contratti con i Diavoli per usare il loro potere, ma devono essere disposti a sacrificare qualcosa per nutrire il dono che ricevono. Gli ibridi, come Denji, sono invece a metà strada tra umani e mostri, non hanno bisogno di formare un contratto perché in loro è presente una parte del corpo del Diavolo; hanno quindi sia i benefici che le debolezze di entrambe le specie.
Denji è un sempliciotto che non conosce il mondo, non ha la minima esperienza in campo affettivo, ne tanto meno è capace di creare un rapporto socialmente valido con persone normali. Ecco che il posto perfetto per sentirsi a casa è proprio all’interno della divisione dei cacciatori di Diavoli dove ogni individuo, umano o non umano che sia, è altrettanto emotivamente traumatizzato e socialmente disadattato.
Superato lo shock iniziale per la violenza, la volgarità e la stupidità di scene, azioni e personaggi, i più lucidi potranno anche scorgere una storia che si basa su profondi traumi emotivi, individuali e collettivi. Il semplice concetto di rendere le paure un’incarnazione mostruosa da poter combattere e sconfiggere ha del catartico, ma questo non toglie che ci vuole tanta pazienza per riuscire a vedere dietro tutta la serie di filtri provocatori stratificati uno sopra l’altro. Ha senso fare un lavoro del genere? Ci troviamo di fronte ad un nuovo capolavoro all’Akira? No, a mio avviso ci troviamo di fronte ad un lavoro con delle ottime basi, ma che è impostato soprattutto per sorprendere, scioccare, eccitare ed esaltare il pubblico.
Lo studio MAPPA (Vinland Saga, L’Attacco Dei Giganti, Jujutsu Kaisen e Dorohedoro) sta producendo molti dei lavori di spicco dell’ultimo periodo, forse accusando anche qualche percepibile calo di qualità in alcuni di essi, ma in questo caso il risultato è davvero notevole. Non sono però mancate le critiche di chi avrebbe ampiamente preferito mantenere l’eclettico e graffiante lavoro grafico di Tatsuki Fujimoto. A mio avviso il prodotto confezionato da MAPPA è perfetto per colpire e conquistare il pubblico di riferimento. Per la prima volta posso tranquillamente affermare che il lavoro in CGI di questa serie animata mi ha conquistato!
La serie è violenta, sorprendente, fuorviante, piena zeppa di spargimenti di sangue, con alcune scene al limite del disgustoso e con una buona dose di chiari intenti sessualmente espliciti… ma ha anche qualche difetto. Il lavoro è altamente provocatorio e non c’è il minimo intento di stemperare le tematiche sopra elencate; in molti paesi infatti è calata la pesante scure della censura o si è arrivati addirittura alla cancellazione totale del prodotto. Però Chainsaw Man ha una sua bella personalità che lo rende un progetto più unico che raro, da guardare con la mente aperta e con la sana voglia di essere sorpresi, stupiti ed anche a volte disgustati.