Taxxi: la recensione

E’ vero che Luc Besson sembra sparito dalla circolazione da un bel pezzo, ma anche se non siede da tempo dietro la macchina da presa ogni tanto salta fuori qualche bel film la cui sceneggiatura porta comunque la sua firma, e nella maggior parte dei casi la mano del grande regista francese si fa sentire eccome.

 

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Un buon esempio in questo senso è Wasabi, diretto da Gerard Krawczyk e recensito su queste pagine poco tempo fa. Non da meno, però, è un film uscito qualche anno prima, cioè nel 1998. Chi non si ricorda di quel curioso trailer che mostrava un modificatissimo taxi sfrecciare nel traffico cittadino per portare un affannato manager all’aeroporto a tempo di record? Non ve lo ricordate? E vabbè, che memoria scarsa che avete! Comunque, credetemi sulla fiducia, a suo tempo lo spot ha incuriosito e divertito un po’ tutti e il film che andava a presentare, Taxxi, appunto, non ha deluso le aspettative. Il regista stavolta è Gerard Pires e il risultato è ugualmente positivo.

Ci troviamo a Marsiglia e il neo-tassista Daniel (Samy Naceri), ragazzo scapestrato e con la passione per la velocità, si ritrova suo malgrado invischiato con la polizia locale nella caccia a una banda di tedeschi che rapina le banche per poi far perdere le proprie tracce a bordo di potentissime Mercedes.
La prontezza di spirito di Daniel, ma soprattutto la sua abilità alla guida e il suo incredibile e velocissimo taxi, dovranno dare man forte all’imbranato poliziotto Emilien per bloccare gli sfuggenti criminali teutonici… e così tutta la città si trasformerà in un immenso circuito, con manovre spericolate tra incroci, semafori e traffico da ora di punta.

 

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Così come in Wasabi, anche in Taxxi l’azione e l’adrenalina si mescolano con l’ironia. Le sparatorie e le spettacolari scene di inseguimenti, infatti, si alternano a siparietti quasi comici che aiutano a spezzare piacevolmente il ritmo del film. Naceri sembra naturalmente portato per questo ruolo ma la palma per il personaggio più esilarante va al capo della polizia, che nella lotta contro i rapinatori rievoca in continuazione le antiche rivalità franco-tedesche risalenti alla Seconda Guerra Mondiale (e sottolineate anche nella sfida motoristica Mercedes-Peugeot!).
Se poi aggiungiamo al tutto il fascino nordico che porta la splendida valchiria Emma Sjoberg, nei panni della determinata poliziotta Petra, allora non c’è pericolo di annoiarsi. Il taxi più veloce del mondo ci scarrozza quindi senza intoppi per tutta la durata del film, non rallenta davanti a nulla e giunge a destinazione in perfetto orario. Salite pure a bordo senza timori e allacciate le cinture.

 

Non c’è bisogno di rischiare così tanto per me,
non vorrei che le ritirassero la patente.

No, non si preoccupi, io non ce l’ho la patente.

 

Taxxi, 1998
Voto: 7,5
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