Phoning Home: la recensione

Phoning Home è un gioco di esplorazione ed avventura che si lascia giocare senza stonature e senza far gridare al miracolo.

 

 

Phoning Home è uno di quei giochi che si presenta bene; grazie alla sua grafica colorata ed accattivante solletica immediatamente le corde più emozionali del giocatore. Ben presto però ci renderemo conto che la cura dedicata alle prime fasi di gioco non è la stessa che troveremo più avanti.
Questo è un po’ il leitmotiv di Phoning Home: una qualità realizzativa, sia grafica che di level design che pian piano scende; che non arriva mai sotto degli standard accettabili, ma che evidentemente perde di brio e spunto andando avanti col gioco.

 

 

Ci troviamo nei panni di un robottino sopravvissuto ad un atterraggio forzato su di un pianeta sconosciuto che si rivela completamente diverso rispetto a quanto rilevato dai sensori; il suo scopo sarà quello di rimettere la sua astronave in condizione di ripartire e lasciare quindi quel pianeta.
Durante l’avventura la storia si dipana aggiungendo elementi che vanno a formare una trama non complessa ma comunque discretamente solida. Da questo punto di vista ci sono alcuni colpi di scena che mi hanno ricordato il buon Lifeless Planet, altro gioco di esplorazione di cui parlammo tempo fa.

 

 

Uno degli aspetti migliori del gioco è una sottile ironia di fondo che pervade l’AI della nostra astronave (nulla di comparabile però a quanto visto in Journey To The Savage Planet) ed altri comprimari che troveremo lungo il cammino; i dialoghi ci permettono anche di pensare a come stiamo piegando (e piagando) la Terra per le necessità di noi esseri umani in barba alla natura. Oh, che sia chiaro: non è un gioco dai particolari messaggi sociali o filosofici; usa solo un buono spunto per farci ragionare.

 

 

Dal punto di vista del gameplay, nel gioco è stato messo un po’ di tutto. L’aspetto principale è quello dell’esplorazione, con lunghe peregrinazioni talvolta anche noiose che ci porteranno da un punto all’altra della mappa, e con portali sparsi qua e là ma che spesso invece di facilitarci la vita ci teletrasportano molto più lontano dall’obiettivo. Alcuni degli ostacoli sul terreno sono resi ostici da passare dal sistema di jumpjet, che ci spinge leggermente in avanti ed è difficilmente direzionabile. Fondamentalmente le sezioni che richiedono abilità tipiche dei giochi platform, con salti che devono essere precisi per evitare di cadere o morire, sono quelle sicuramente meno riuscite.

 

 

C’è una funzione di crafting, con raccolta di materiale che ci permette di sbloccare potenziamenti utilissimi per la prosecuzione dell’avventura; ma principalmente andremo a costruire medikit e batterie per permetterci di sopravvivere all’ambiente, ostile ma non troppo.

Ci sono buoni spunti in Phoning Home: alcuni scorci sono molto belli, alcune situazioni di gioco possono intrigare, alcune intuizioni sono ben realizzate. Ma ci sono anche alcuni momenti frustranti e poco divertenti, soprattutto nelle fasi avanzate del gioco quando sembra di trovarci di fronte ad un platform 3D, quando si è obbligati a ripercorrere gli stessi passi numerose volte a causa di morti causate da salti leggermente troppo corti o il dover trovare l’uscita in territori privi di appigli o zone sicure.

 

 

È un gioco che non mi ha entusiasmato, eppure Phoning Home si è lasciato giocare fino in fondo (circa 11 ore di durata): un po’ per vedere dove andare a parare la storia, forse l’aspetto migliore del gioco inseme ad alcuni retroscena che scopriremo man mano; ed un po’ perché la bassa difficoltà complessiva (tolto il complicatissimo e non divertente livello oceanico) lo rendono un videogioco adatto a quelle sere in cui siamo stanchi e vogliamo distrarci senza impegnarci troppo.

Se lo consiglio? Sicuramente c’è di meglio in giro, eppure di per sé il gioco non è brutto. Vedete voi.

 

PRO:

  • Grafica piacevole
  • Ambientazione discretamente riuscita
  • Rilassante

CONTRO:

  • Inutilmente difficile in certi passaggi
  • Alcuni momenti dell’esplorazioni sono noiosi

 

Phoning Home, 2017
Voto: 6
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