Quake III

Rispolverate il vecchio arsenale. Oggi faremo un viaggio nei ricordi con uno degli sparatutto più iconici dell’epoca.

 

Inneggiano le redazioni di tutte le riviste del settore all’indiscusso capolavoro di Id software e saremmo tentati di unirci ai peana di gloria.

Ma non ci piace la scelta di una condotta “allineata”: diciamo subito che Q3 è un gioco. Non sembri un paradosso al lettore, né una boutade. In un’epoca di non giochi come questa, la notizia della pubblicazione di un vero videogioco fa scalpore: se ne contano pochi di questa risma al giorno d’oggi.

Detto che Q3 si merita l’appellativo di videogioco, e non di pacco commerciale, non vogliamo sperticarci in lodi da mani spellate, ma operare un’analisi obiettiva dei pregi e dei limiti dell’opera (“prodotto” suona troppo confindustriale, non mi piace). Per chi teme per la gracilità del proprio picchio (pc), diciamo subito che l’engine di Q3 è ampiamente scalabile ed anche su macchine entry level assicura una qualità ed una velocità più che buone. Intendiamoci, per macchina entry level intendiamo un K6-2 350/400 con Voodoo II o Banshee ed almeno 64 mega di ram, al di sotto rischiate di subire una tortura ottica, non di giocare.

Non è questa, comunque, la sede per soffermarci sulle bizzarrie di un mercato che progetta il software su processori da molte centinaia di mhz, contando su oceani di ram e su schede grafiche da urlo.

I dati, alfine (Q3 timedemo 2): su un K6-2 400 (core cxt con write merge e write allocation abilitati), piastra mvp3 con 1 mega di cache di II livello, Sb16pnp isa e Voodoo Banshee 16mb sgram 100/100 otteniamo ben 34,6 fps a 640×480 con (per forza) 16bit colore, geometric detail high, texure su scheda (III livello di dettaglio su 4), e vertex lights (per non affaticare troppo il sottosistema k6-banshee), che si riducono a 26,7 con le lightmaps attivate. Su un Celeron 433 = 66*6., 64mb di ram, Ati Rage 128 gl 16mb sdram 100/110 e Sblive otteniamo circa 37 fps a 640×480 e 32 bit colore con lightmap attivate e 26 circa a 1024×768 a 16bit colore (ho utilizzato rispettivamente i driver v.1.03.04 per la Banshee ed i 6220 per la ATI).

 

 

Il segreto sembra quello di evitare l’agp texturing ove disponibile, ossia di far stare tutte le texture nella ram locale della vga. Sta al giocatore dosare sapientemente risoluzione, profondità colore e livello di dettaglio compatibilmente col proprio hardware.

A parte questa paccottiglia tecnica, si impone di parlare del gioco in sé.

Q3 è essenzialmente orientato al gioco in rete; in primis via Internet (e per ciò è stato appositamente ottimizzato), ma anche via modem punto punto, via lan, via cavo seriale… come ve pare, insomma. Esiste, non temete, una modalità single player, buona, anzi buonissima, ma funzionalizzata ad allenarsi per il multiplayer. Che si tratti della cattiva coscienza della id nei confronti dei giocatori più tradizionali?

Buonissimo, dicevamo, il gioco singolo, ma non perfetto. In sintesi le pecche:

Le armi:

so’ sempre le stesse, doppiettone, rail gun, bfg, razziera, sparachiodi (stranamente declassata ad arma base), arma corpo a corpo (molto sadica: guanto elettrificato con lama rotante presa da un’affettatrice da pizzicarolo – alimentarista per chi è poco avvezzo col romanesco, n.d.Cobra). Comunque il massimo dell’antico: conservare, conservare ed ancora conservare, innovare no, mai, nicht, nada de nada, raus.

Le armi II:

che ci fa il lanciagranate? È lento, lento, leeeeeeeeeeeeeeeeeento. Ci siamo capiti.

Lo stile grafico:

evoluto, ma gli stilemi sono sempre quelli, gotico, hi-tech, alienoide, alienato, alienante.

Il sonoro :

nun gna fa. Poco caratterizzato.

I bonus:

poca fantasia II.

I modelli dei personaggi:

a parte l’Orbb (carinissimo occhione su due mani da gorilla con arma sovra pupillare…), ed il MITICO Sarge (versione militare del DuKa, sigaro incluso), abbiamo uno stormo di psicopatici e psicopatiche che fondamentalmente riproducono due schemi, magro ed atletico (femminile) e grosso ed inkazzato (maschile). Poca Fantasia III.

 

 

Insomma il gioco è molto buono e molto gioco, ma l’inventività e la capacità di sorprendere sono poche, lo schema è ripetitivo, anche se ve lo servono in tutte le salse, un po’ come le patate in Irlanda. Comunque, beati monoculi in terra caecorum.

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