Le nostre prime impressioni su Zero Sievert

Il gioco dall’aspetto pixelloso riesce a coinvolgere il giocatore grazie al meccanismo dei raid; ma è già pienamente giocabile o conviene aspettare?

 

 

Da quando Escape From Tarkov è diventato un fenomeno di massa, imponendosi come titolo in grado di catalizzare l’attenzione dei piccoli gruppi di giocatori in cerca di una sfida PvP a gruppi, i giochi a raid stanno avendo un momento d’oro.
Zero Sievert vuole andare a riempire una nicchia importante in questo settore: quello dei giocatori che sono incuriositi dai raid ma che non apprezzano eccessivamente la brutalità dei server multiplayer. Zero Sievert infatti vuole trasferire la filosofia di Escape From Tarkov, permettendo ai giocatori di giocare in single player.

 

 

Zero Sievert è un titolo che CABO Studio, alla sua prima prova, sta provando man mano a dotare di carisma; ma il risultato è finora parziale. Gli antefatti del gioco ricadono infatti nel classico clichè dell’eroe che non ha memoria di sé e deve riuscire a scappare da una zona pericolosa, piena di mutanti, anomalie ed esseri umani ostili. Ci vengono assegnate delle missioni per recuperare oggetti che possono essere trovati (o meno) nelle zone intorno al nostro campo base; proseguendo con la storia potremo evadere (forse) da questo perimetro infernale.

 

 

Zero Sievert fa ampio riferimento a titoli come S.T.A.L.K.E.R. e il già citato Escape From Tarkov (a sua volta fortemente ispirato dal capolavoro ambientato a Chernobyl), attingendo idee e gameplay dai due giochi di riferimento per gli amanti del genere. L’esperienza di gameplay è finora piuttosto positiva: anche se si nota una certa ripetitività negli schemi di gioco, affrontare le missioni è sempre molto arduo e il più delle volte si torna a casa in barella e senza alcun bottino.

Il gioco prevede diversi scenari e zone da esplorare, così come parecchie armi diverse e la possibilità di espandere le capacità del nostro rifugio, aggiungendo componenti in grado di renderci la vita leggermente più facile.
Il nostro test è stato tutto sommato soddisfacente; il gioco ha chiaramente delle aree in cui necessita di miglioramenti (su tutte, zone di gioco più grandi e una storia raccontata meglio e con maggiore profondità), ma già oggi avventurarsi nel fitto del bosco o nelle zone industriali è un’esperienza piena di pathos. Non è facile approvvigionarsi di munizioni, cosa che ci costringe non solo a far attenzione ad ogni singolo proiettile ma anche a quali scontri voler affrontare. Anche il bilanciamento relativo al peso trasportabile è ben realizzato, e l’uso dell’inventario e degli oggetti di pronto utilizzo è per una volta piuttosto linerare per questo tipo di giochi.

 

 

Zero Sievert consente certamente un approccio ragionato e meditato, cosa davvero apprezzabile; la costante pressione e la necessità di far attenzione alle nostre mosse lo rende un gioco dalle ottime potenzialità. Vedremo nel corso del suo sviluppo se saprà mantenere le promesse e portare a frutto quanto di buono espresso finora.

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