Raya E L’Ultimo Drago: una seconda recensione

C’era una volta Mulan ed ora c’è Raya. Questo nuovo film della Disney inizia là dove l’eroina cinese aveva finito.

 

Raya e l’ultimo drago


Prima di spiegare questo cappello introduttivo, partiamo da una precisazione tecnica: Raya E L’Ultimo Drago ha una connessione reale con Oceania con cui condivide la stessa casa di produzione. La ragione per cui invece il link lo abbiamo fatto con la giovane guerriera che salvò un paese intero sta tutta nel rinnovato caso di scrittura felice di un personaggio femminile. La cosa non è affatto scontata in casa Disney, dove spesso le donzelle erano stereotipate (e un po’ mortificate). Qua no, qua si parla di donne forti e, seppur contestualizzate in un’epoca lontana, di donne moderne.

Non è che nel film tutto sia perfetto, sia chiaro. L’idea di disegnare i draghi come i My Little Pony degli anni ottanta è a dir poco irritante. Troppo morbidi! Si sa che da quelle parti stanno molto attenti a non spaventare il loro pubblico ma in confronto il Fortunadrago de La Storia Infinita sembra Jena Plissken.

Altro scivolone visual avviene sull’antagonista Namaari. Era davvero necessario raffigurarla con un taglio di capelli soft porno lesbo per simboleggiare la sua grinta? Siamo nel 2021, lo abbiamo capito che le donne ci fanno il mazzo anche col tacco 12 e la treccia. Lo Strap On mettiamolo da parte. Un piccolo passo indietro nel buon story telling generale.

 

Raya e l’ultimo drago

 

Tutto il resto, infatti, funziona bene.  Siamo in un mondo traumatizzato, segnato da una tragedia che ha separato i regni di Kumandra in regioni sempre più piccole e isolate nelle proprie specificità culturali. Senza girarci troppo intorno: sembra di essere proprio in una pandemia. E ben venga che la fantasia colori l’attualità in modo creativo per dare nuova speranza a chi la sta un po’ perdendo. I personaggi secondari poi sono forti, perché diversi e ironici. Ma la vera notizia è che la Disney ha definitivamente smesso di martoriarci gli zebedei con infinite canzoni che interrompono la trama.

E così Raya corre sul filo della sua storia come in un videogioco, l’affinità tra i due linguaggi (di certo non casuale) rende il lungometraggio piacevole ed attuale. Probabilmente al cinema la colorazione accesa e gli sfondi epici avrebbero fatto ancor più effetto sullo spettatore ma siamo nati in anni sfigati e questo nuovo (bel) capitolo d’animazione ce lo becchiamo su DisneyPlus in boxer e calzini.

 

Raya E L’Ultimo Drago, 2021
Voto: 7.5
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