Riven (2024): la recensione

Dopo 25 anni, uno dei pionieri del genere dei puzzle game, Riven, torna in una modernissima veste e soddisfa ogni aspettativa.

 

 

Riven: The Sequel to Myst è un titolo che ha segnato la storia dei videogiochi puzzle/avventura fin dalla sua uscita nel 1997. Sviluppato da Cyan Worlds, Riven è il seguito di Myst, un gioco rivoluzionario che ha catturato l’immaginazione di milioni di giocatori con i suoi intricati enigmi e il suo mondo immersivo. Myst è noto per il suo gameplay non lineare e per la necessità di esplorare e interpretare il mondo di gioco senza indicazioni dirette; un approccio che ha influenzato molti giochi successivi. Il segno lasciato da Riven e Myst è evidente nel modo in cui hanno definito il genere dei puzzle game e hanno dimostrato il potenziale del media videoludico per raccontare storie complesse attraverso l’interazione ambientale. Il remake del 2024 porta avanti questa tradizione, utilizzando la tecnologia moderna per rinvigorire l’esperienza originale e rendere omaggio alla sua eredità.

 

 

La revisione visiva del remake è senza dubbio impressionante. Con l’utilizzo di Unreal Engine 5, il gioco presenta ambienti straordinariamente dettagliati e realistici che non solo catturano l’essenza dell’originale, ma la elevano a nuovi livelli di bellezza. La cura dei dettagli si riflette in ogni angolo del mondo di gioco, dalle giungle lussureggianti agli antichi edifici, dalle vaste distese oceaniche alle misteriose strutture meccaniche; l’illuminazione dinamica, le texture realistiche e i colori vivaci contribuiscono a creare un mondo che è al contempo familiare e nuovo, invitando i giocatori a esplorare e perdersi nei suoi paesaggi. Esiste anche la modalità VR che aggiunge una nuova dimensione all’esperienza, permettendo ai giocatori di interagire con gli enigmi in modo più tattile e immersivo.

 

 

Il gameplay di Riven rimane fedele alle sue radici, mantenendo la complessità e la non linearità che hanno caratterizzato l’originale. Gli enigmi sono progettati in modo ingegnoso, richiedendo ai giocatori di mettere insieme indizi da varie parti del mondo di gioco. Questa mancanza di indicazioni dirette può essere sia un vantaggio che uno svantaggio: da un lato, offre una sfida intellettuale che premia la pazienza e la dedizione; dall’altro, può risultare frustrante per i giocatori meno esperti o per coloro che preferiscono un’esperienza di gioco più guidata. La nuova funzionalità che permette di scattare screenshot e annotarli è particolarmente utile, consentendo di tenere traccia degli indizi senza dover ritornare continuamente sui propri passi.

 

 

La narrativa di Riven è profonda ma alle volte troppo silenziosa. La storia ci vede nei panni del “Viaggiatore”, una figura misteriosa chiamata in causa da Atrus per liberare la moglie Catherine dalle grinfie dell’antagonista Gehn, padre di Atrus. Questi personaggi sono portati in vita attraverso la motion capture e il doppiaggio, tecniche utilizzate con maestria in questo caso. Le espressioni facciali dei personaggi sono eccellenti e riescono a veicolare molte emozioni; anche il doppiaggio è validissimo e soprattutto rimane fedele a quello del gioco originale. Peccato che le occasioni per goderne siano davvero poche e coincidono con quelle in cui ci viene rivelato un pezzettino in più di trama (altrettanto poche); tutto il resto della narrazione è affidato a silenziosi diari ed enigmatiche immagini.
A farci compagnia durante la lettura dei diari o l’esplorazione degli ambienti è la colonna sonora; essa e il design sonoro in generale sono curati con la stessa attenzione dedicata ai dettagli visivi, arricchendo l’atmosfera del gioco e rendendo l’esperienza ancora più immersiva.

 

 

Nonostante i numerosi miglioramenti, il remake di Riven non è privo di difetti. La struttura relativamente semplice del gioco lo rende poco prono a problemi di natura tecnica, quindi le uniche vere incertezze riguardano alcune scelte stilistiche. La complessità degli enigmi, sebbene rappresenti uno dei punti di forza del gioco, può risultare scoraggiante per alcuni giocatori: trovare la soluzione ad un puzzle ambientale richiede un ottimo spirito di osservazione, memoria, capacità di collegamento e pazienza poiché spesso la soluzione al nostro problema si trova su un’altra isola. Inoltre tutta l’avventura sulle isole di Riven sarà su binari: non vi è modo di esplorare gli ambienti se non dal punto di vista predisposto dagli sviluppatori.
Per quanto riguarda le ambientazioni, sebbene sempre suggestive, interessanti e fonte di infinita curiosità, purtroppo mancano di interattività: al di fuori dei puzzle, quasi nulla risponde ai nostri stimoli.
In sintesi, la necessità di risolvere enigmi complessi senza un chiaro percorso può alienare una parte del pubblico moderno, abituato a esperienze di gioco più lineari e guidate. Tuttavia, per coloro che sono disposti a dedicare tempo e pazienza, il gioco regala una profonda soddisfazione.

 

 

Il remake di Riven del 2024 riesce a preservare l’essenza dell’originale introducendo miglioramenti moderni che ne migliorano la giocabilità e l’appeal. Rimane un’avventura impegnativa e intellettualmente stimolante, che richiede pazienza e intuizione acuta dai suoi giocatori. Sebbene la sua difficoltà possa essere scoraggiante per alcuni, coloro che abbracciano la sfida troveranno un’esperienza profondamente gratificante e memorabile. Questo remake rappresenta un’importante riedizione di un classico che ha definito il genere e continua a ispirare e sfidare i giocatori a esplorare, pensare criticamente e immergersi in un mondo di mistero e scoperta.

 

Riven, 2024
Voto: 7
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