Hai una seconda possibilità di vita in un mondo fantasy pieno di avventure… davvero invece decidi di vivere una vita comoda all’insegna dell’eros? GENIO!
Un nuovo mondo, una nuova possibilità di vita, un fantasy avvincente e dai combattimenti mozzafiato, sono la prerogativa del manga accanto a questo sullo scaffale! Leo Ortolani mi perdonerà per avergli rubato la battuta, ma era perfetta. In questo racconto fantasy la vita viene affrontata e vissuta con estrema calma; niente frenesia, se è possibile, né ricerca del potere a tutti i costi.
Slow Life In Another World inizia come tanti altri lavori usciti in quest’ultimo periodo: il protagonista muore ed ottiene una seconda possibilità. Per volontà di una dea ignota, Itsuki Shinomiya ricevette il privilegio di scegliere varie abilità e rinascere in un altro mondo. Il nostro protagonista però non è di indole violenta, tutt’altro: sembra molto portato a cercare di faticare il meno possibile e vivere di rendita. A tal fine Itsuki sceglie con cura la sua abilità primaria, quella che gli concede una moneta al giorno di valore pari al suo livello. Basta poco per campare senza pretese, ma il destino non è della stessa opinione.
Il nostro protagonista non cerca guai, ma i guai cominciano a bussare alla sua porta sotto forma di graziose fanciulle. Alcune sono avventurieri, altre schiave, altre ancora sembrano abilissime nel pedinare e colpire alle spalle; tutte però sono portatrici di guai fino al collo. Itsuki non è intenzionato a prendersi carico di problemi non suoi, ma viene sempre frainteso e si ritrova in mezzo a competizioni di un certo livello. L’unico modo per ottenere quella vita di ozio e tranquillità tanto agognata è rimboccarsi le maniche e provare a trovare una soluzione creativa.
Il mondo fantasy in cui Itsuki approda non è tecnologicamente avanzato come quello da cui proviene, che poi non è tanto dissimile dal nostro presente, ma è ricco di abilità e di magia. Ci vuole molto poco al nostro protagonista per inventarsi uno strumento magico che aiuta a dar “piacere” alle persone. Questo lavoro ovviamente non degenera in un porno, ma sicuramente accenna a tutta una serie di situazioni che sono classiche dei lavori denominati “ecchi” (o erotici); in questo preciso caso Slow Life In Another World aggiunge alla componente erotica anche quella dell’Harem femminile.
Itsuki si ritrova a capo di una famiglia composta principalmente da giovani donne e ha il compito di portare avanti la baracca nel miglior modo possibile. Come potete immaginare tante belle ragazze causeranno invidia e desiderio nel prossimo, ma non tutti i guai arriveranno da questo versante. Itsuki infatti ottiene alcuni interessanti successi come artigiano e mercante, tanto da infastidire diversi pezzi grossi della città e destando interesse nei regnanti.
Affrontare un mondo fantasy senza proporre come portata principale il combattimento è abbastanza anomalo, ma questo basterà per ottenere un po’ di successo? Sicuramente Slow Life In Another World è una proposta alternativa destinata principalmente ad un pubblico di ragazzi giapponesi in cerca di quella fantasia erotica che tanto è apprezzata in oriente. Per noi occidentali è un lavoro erotico che potrebbe essere definito fin troppo macchinoso. Se poi viene messo a confronto con i modi piuttosto schietti di Dark Schneider, il protagonista di Bastard!!, questo prodotto risulta quasi casto.
Se la storia, curata dall’autore Shige, è perlomeno particolare, la grafica invece, curata dal disegnatore Nagayori, è di livello standardizzato. Il tratto è sicuramente quello più classico del mondo manga contemporaneo, cosa che rende il lavoro simile a tanti altri. I disegni sono stilisticamente belli ed i dettagli sono curati, ma non c’è carattere e personalità in queste tavole.
Slow Life In Another World non è ancora edito in Italia, ma grazie al lavoro fatto, senza fini di lucro, dai fan riusciamo a darci un’idea più precisa del prodotto tramite i primi trenta capitoli rilasciati fino ad ora. Ve lo consiglio? È sicuramente un lavoro più mirato ad una certa nicchia di giovani lettori giapponesi piuttosto che ad un pubblico più ampio di lettori occidentali, ma lo spunto di affrontare una nuova avventura in maniera così diversa non è poi da disprezzare. In fin dei conti mi ricorda il prodotto coreano Dungeon Reset, anche se in quel caso l’avventura c’è e la storia è decisamente più movimentata.