Una classe si ritrova improvvisamente a dover maturare e scopre di aver sempre avuto accanto un insospettabile maestro di vita nei panni di una lucertola!
In Oriente esiste lo Studio Ghibli, che vede il maestro Miyazaki come uno tra gli esponenti più importanti dell’animazione Giapponese, e tutta una serie di realtà estremamente competitive; in Occidente ci sono la Disney Pixar e la DreamWorks Animation che dominano il mercato lasciando poco spazio a tutto il resto. Netflix sa di dover competere con delle icone inamovibili e quindi deve per forza di cose provare qualcosa di nuovo o proporre dei prodotti di alta qualità. Ecco che nel panorama dell’animazione americana compare Leo, un prodotto che inizialmente avrà attratto l’attenzione dei più piccoli, ma che invece è adatto anche per intrattenere i più grandi.
La lucertola Leo vive ormai da decenni in cattività nella classe di una scuola insieme alla tartaruga Squirtle; ha appreso molto seguendo le lezioni e conosce bene i bambini perché ne ha visti passare davvero tanti durante il corso degli anni. Un brutto giorno il nostro sauro viene a sapere che gli resta più o meno solo un anno di vita; la notizia però non lo scoraggia, anzi lo porta a progettare di fuggire verso la libertà per godersi tutto quello che ha sempre sognato di fare. L’occasione propizia si presenta con l’arrivo di un’inflessibile supplente che obbliga i bambini a portarsi a casa, durante il fine settimana, una delle due creaturine. Leo si ritroverà però a dover decidere se fuggire o provare a consolare i ragazzini della sua classe che vivono la frustrante esperienza di un ultimo terribile anno scolastico.
La brillante idea di mettere a confronto la fine di una vita con le prime difficoltà di una nuova generazione funziona molto bene. La priorità di Leo è quella di realizzare i propri sogni nel cassetto, mentre i bambini hanno invece il timore di affrontare il futuro, di mettere in gioco i propri sentimenti e di essere esclusi dal resto della classe. Due posizioni totalmente agli antipodi che troveranno sorprendentemente una linea di congiunzione meravigliosa e ormai sempre meno utilizzata: il dialogo. Così il nostro protagonista riuscirà a fare breccia nei cuori dei bambini scoprendo di non aver buttato anni della sua vita dentro una teca in una sperduta classe della Florida. Spunti davvero interessanti che faranno riflettere lo spettatore adulto mentre i più giovani si divertono con le spensierate parentesi comiche presentate dal duo Leo e Squirtle.
In fin dei conti tutta la narrazione è volta a mostrare una semplice verità: si cresce, si cambia e di conseguenza anche le priorità improvvisamente mutano. L’impatto con una realtà più matura e rigida, rappresentato dalla tirannica supplente, stravolge la vita dei ragazzi e li costringe improvvisamente a maturare ponendoli davanti a nuove realtà e nuove esigenze. La stessa cosa accade a Leo che improvvisamente capisce di non avere più tempo e quindi si getta forsennatamente all’inseguimento dei sogni accantonati, scoprendo però un appagamento del tutto inaspettato nel dialogo con i bambini.
Robert Smigel, Adam Sandler (50 Volte Il Primo Bacio, Ubriaco D’Amore, Reign Over Me, The Meyerowitz Stories e Diamanti Grezzi) e Paul Sado realizzano una sceneggiatura divertente che il trio di registi Robert Marianetti, Robert Smigel e David Wachtenheim riescono ad adattare al meglio in questo lungometraggio. I personaggi sono caratterizzati davvero molto bene; ovviamente lo stanco e saggio Leo è una spanna sopra tutti, ma in generale possiamo apprezzare le tante figure diverse che si alternano accanto al nostro protagonista. Grafica ed animazione non sono di alto livello, ma risultano comunque funzionali al progetto e più che adatte allo scopo. Il lungometraggio animato Leo è sicuramente un prodotto adatto alla famiglia che diverte i più piccoli e di certo non annoia i meno giovani dando anche qualche bello spunto di riflessione.