Camminiamo sul viale dei ricordi con la musica degli Stratovarius nelle orecchie. Andiamo a scoprire la formazione che ha portato al successo questo gruppo finlandese.
Dopo tutto il successo che hanno avuto, e che stanno avendo, non potevo certo far mancare da queste parti gli Stratovarius di sua maestà Timo Tolkki, un gruppo che è riuscito brillantemente ad emergere nell’ambito del suo stile, e che oggi si piazza tra le migliori realtà del metal moderno; questa volta, però, non ho intenzione di parlarvi dei loro dischi.
Se leggete gli articoli di questa sezione del sito probabilmente vi interessate di metal (anche se spero di fare sempre nuovi adepti), e se vi interessate di metal facilmente sarete già a conoscenza degli ultimi splendidi lavori del combo finlandese. Quello che voglio sottolineare, e cercare di analizzare, è la grande presa che questi allegri finnici stanno avendo su un’enorme fetta di pubblico, la loro escalation al successo e la grande leadership di Tolkki (che a mio avviso è uno dei più grandi musicisti della scena attuale).
Ad una prima occhiata, potrebbe sembrare che io sia un adoratore sfegatato degli Strato, ma non è così. Effettivamente hanno uno stile che mi piace molto, ma ci sono gruppi che preferisco a loro, e vi assicuro che il mio commento è del tutto imparziale anche perché è basato su una semplice constatazione dei fatti: sembra proprio che gli Stratovarius piacciano a un sacco di gente!
Mi sono guardato un attimo intorno e mi sono accorto che in effetti, a parte il successo di vendite e i pienoni ai loro concerti, gli Strato hanno fatto breccia non solo nel cuore degli amanti del classic/power, ma in generale hanno stregato un po’ tutti i generi di metallari e, in certi casi, anche chi metallaro non è!
Non fraintendiamoci, non è che tutto il globo sia ai loro piedi, si tratta pur sempre di un gruppo metal finlandese che, anche se ottimo, non distoglierà mai vostra sorella dalle “prodezze” artistico-musicali dei Backstreet Boys. Tuttavia ho notato che altri gruppi di successo non hanno un ventaglio di estimatori così ampio e, badate bene, non mi riferisco tanto al numero quanto al tipo.
Ad esempio, i Gamma Ray (molto bravi anche loro) fanno quasi lo stesso tipo di musica degli Stratovarius, ma piacciono solo agli amanti del genere; Tolkki e soci, invece, vantano fans anche tra chi normalmente predilige, che sò, il trash o altri generi (in realtà molti metallari non si limitano ad ascoltare un solo stile, ma ho sentito anche alcuni blacksters apprezzare gli Strato!); figuratevi che un mio amico, cresciuto musicalmente con Baglioni e Battisti, una volta sentito Visions ha cominciato ad adorarli e ora ha tutti i dischi e non si perde un concerto – e pensate che non aveva mai ascoltato metal prima!
La spiegazione a tutto ciò è presto servita, gli Stratovarius hanno, secondo me, trovato la misteriosa formula magica che a loro tempo trovarono gli AC/DC, e cioè riuscire a fare un metal di buona fattura, potente ma orecchiabile, e tuttavia senza scadere nella commercialità. Ora voi mi direte, allora basta fare power melodico e il gioco è fatto! Eh no! Non sembra così semplice. Come sapete altri gruppi hanno caratteristiche simili agli Strato eppure sono apprezzati solo dalla loro personale schiera di seguaci.
Se andiamo ad analizzare la faccenda, ci accorgiamo che Tolkki e soci, in realtà, non fanno altro che continuare ad infarcire di melodia le loro composizioni, ma il segreto è che riescono a farlo evitando di diventare troppo easy e mantenendosi in un sottile limbo che sembra mettere d’accordo molte persone – forse perché, oltre alla melodia, il gruppo aggiunge anche quella buona dose di tecnica che non fa mai male.
Inoltre, se proprio vogliamo essere sinceri, gli ultimi dischi degli Strato non è che cambino molto l’uno dall’altro, il gruppo sembra essersi attestato su delle particolari sonorità che pare non accennino minimamente ad innovare, proprio come fanno gli AC/DC. Ora, riuscire a fare dischi tutti così simili pur mantenendo un certo livello di interesse da parte di un così ampio pubblico non è cosa da tutti; anzi, forse ci stanno riuscendo solamente loro.
Beh, se continuano ad allietarci in questo modo non posso far altro che augurar loro di non perdere il foglietto con la formula (ma di sicuro è custodita nella geniale mente di Tolkki!).
Altro aspetto singolare del gruppo di Helsinki è stata la loro bizzarra evoluzione.
Non farò una cronologia dettagliata, ma vi basti sapere che, formatisi nel 1982 per mano del batterista Tuomo Lassila, gli Strato iniziano suonando un heavy rock accostabile ai Black Sabbath. Quando, due o tre anni dopo, il chitarrista Staffan Strahlman viene sostituito da Timo Tolkki, quest’ultimo, appena arrivato, infonde un nuovo stile nel gruppo indirizzandolo verso il power che oggi conosciamo.
Nell’87 Tolkki si mette addirittura dietro il microfono come cantante (senza sfigurare per altro!) e praticamente prende lui in mano le redini del gruppo anche se non ne è stato a suo tempo un membro fondatore.
Tra l’89 ed il ‘95, con vari cambi di line-up – durante i quali Tolkki si mette anche a suonare alcune parti di basso – escono quattro dischi: Fright Night, Twilight Time, Dreamspace (qui entrano nel gruppo l’attuale bassista Jari Kainulainen e il cantante Timo Kotipelto trovato con un annuncio su una rivista!!) e Fourth Dimension.
A questo punto vengono sostituiti anche il tastierista Ikonen e il batterista Lassila, reale fondatore del gruppo (!), da Jens Johansson, tastierista svedese che ha lavorato già con Malmsteen, e Jorg Michaels, tedesco e instancabile batterista che ha suonato in una miriade di altri gruppi (Running Wild, A.R. Pell ecc..).
Gli Stratovarius diventano così la multietnica creatura di Tolkki, un leader che, a vederlo, non gli daresti due lire visto che come silhouette è più accostabile a Pavarotti che a chiunque altro, e che con quelle dita tozze e cicciotte lo vedresti bene solo a fare il muratore; invece il buon Timo non solo è uno dei chitarristi tecnicamente più preparati del mondo, ma sa scrivere e comporre grandi canzoni, guida con successo un grande gruppo metal e come se non bastasse sa pure cantare bene! Insomma, una vera e propria macchina artistica che fa da locomotiva a questo bel convoglio che, partito da Helsinki, volge alla conquista dei palchi e dei lettori cd di tutta Europa (il Giappone lo hanno già bello che conquistato e l’America la lasciamo a sbrodolarsi con le ultime “fatiche” dei Metallica e dei Megadeth senza curarcene molto).
Da menzionare, però, è il fatto che anche i vagoni di questo treno sono dotati di ottimi motori che facilitano oltremodo il compito di Tolkki. Infatti, gli altri quattro componenti hanno classe da vendere eccome: Kotipelto ha un’ugola a dir poco invidiabile, Kainulainen è un ottimo bassista, Michaels lo chiamano “il piovra” (e vi ho detto tutto) e per quanto riguarda Johansson vi basti sapere che a suo tempo faceva i duelli tastiera/chitarra con Malmsteen e vi assicuro che non ne usciva per niente sconfitto!
La storia recente è ormai nota: nel ‘96 esce Episode, che personalmente considero il loro miglior disco, ma il lancio definitivo avviene l’anno successivo con Visions che consacra il gruppo nell’olimpo metallico. L’ultimo disco, Destiny, prosegue degnamente la loro marcia che speriamo non si fermi più – anche se mi auguro un leggero rinnovamento del sound che non farebbe male, l’importante è non esagerare!
Bene, questa è stata una pura e semplice lode ad un gruppo che la meritava e basta! Gli Stratovarius si sono imposti sulla scena grazie alla loro tenacia, alla loro tecnica e soprattutto grazie alla loro straordinaria creatività. Il grande successo che stanno avendo ne è una conferma e a tal proposito lancio un messaggio a tutti coloro che volessero avvicinarsi al metal per la prima volta: gli Stratovarius sono un ottimo inizio, ascoltare per credere!!
HOLD ON!