The Vanishing Of Ethan Carter: la recensione

Quando unisci arte, sentimenti e intuizioni non puoi non ottenere un capolavoro. The Vanishing Of Ethan Carter è un gioco di altissima caratura, anche se non per tutti.

 

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Si può tranquillamente affermare che il genere dei walking simulator sia nato con Dear Esther, un’avventura in prima persona in cui l’unica interazione col mondo era quella di leggere note e vedere oggetti. Lento ad un livello esasperante, lo provai brevemente per poi dimenticarlo sull’hard disk. Eppure già con quel titolo si capiva il potenziale di un approccio diverso dal solito: invece di incentrare l’attenzione del giocatore sull’azione, lo si poteva fare sull’ambiente di gioco, sulla storia, sugli scenari, usando un passo molto più lento che permettesse di sviluppare una esperienza intimista.

 

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The Vanishing Of Ethan Carter è probabilmente il titolo che ha per primo sdoganato i walking simulators. Come detto, la stuttura di gioco è piuttosto semplice: ci troveremo a muoverci all’interno di un mondo incredibilmente ben definito, quasi fotorealistico, estremamente suggestivo, ed in breve saremo completamente assorbiti dall’ambiente che ci circonda, cercando di capire cosa fare per risolvere l’enigma che fa da collante per la trama.

 

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Gli scenari che ci si presentano sono realizzati con una cura pazzesca, e sembra di poter toccare gli oggetti con la nostra mano; specialmente alcuni passaggi in mezzo alla natura sono così veritieri da farci quasi cadere dentro lo schermo. Una sensazione mai provata con altri videogiochi, nemmeno col più recente Everybody’s Gone To The Rapture.

L’interazione con l’ambiente è limitata; sono veramente poche le cose che possiamo fare, e solo in specifici punti del gioco. Ma una volta colta la natura del gioco non possiamo non farci rapire dalla sua atmosfera e dalla sua magia.
È un gioco che basa tutto sulle percezioni sensoriali: in primis sulla esperienza visiva, come già detto ben oltre la media; ma anche i suoni ambientali ricoprono un importante ruolo. La storia poi fa il suo, e nel dipanarsi la trama aggiunge elementi che non sembrano ben agganciarsi al filone principale; ma alla fine tutto tornerà, in un crescendo finale di altissimo livello.

 

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The Vanishing Of Ethan Carter è un titolo che gioca con le nostre emozioni, ed appartiene allo stesso filone del magnifico To The Moon. La sua pecca è di durare poco, circa 6 ore, ma essendo ormai passati diversi anni dalla sua pubblicazione lo si trova spesso in offerta a pochi euro. Attenzione: è uno di quei giochi che provoca motion sickness e va giocato col un puntino opzionale a schermo per non sentirsi troppo male; giocato in sessioni brevi è gestibile. Da notare che inoltre non è molto amichevole nei confronti dei mancini; la mappatura dei tasti è riconfigurabile solo modificando un file di testo. Non proprio il massimo.

 

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Nonostante questi punti deboli, The Vanishing Of Ethan Carter rimane un titolo solido e consigliatissimo. Una vera “esperienza di gioco”, più che il classico videogame. Qualcosa che ogni giocatore che cerchi qualcosa di diverso dal solito dovrebbe provare.

 

The Vanishing Of Ethan Carter, 2014
Voto: 8
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