Verdena – Verdena: la recensione

Sono diversi giorni che non riesco a staccarmi dall’album d’esordio dei Verdena, dal titolo omonimo. Me lo sto ascoltando in macchina, al lavoro, a casa (e anche mentre sto scrivendo questo pezzo).

 

20000415 verdena

 

Era un po’ che non mi capitava qualcosa del genere, e la cosa fa riflettere contando che il cd mi e’ arrivato insieme a quello dei Korn e di Marilyn Manson – tra gli altri.
Cos’e’ che strega in questo lavoro? Probabilmente una musica “cattiva”, che cattura grazie al ritmo costantemente alto dei loro pezzi, testi ricercati con tematiche tipicamente giovanili (diciamolo, sono tutte canzoni da “cottarella dei 16 anni”) ma mai melense, e suoni tecnicamente elaborati, difficili da trovare in un gruppo italiano.

Tutto l’album e’ permeato da un senso di oppressione, di qualcosa di scuro, di cupo che letteralmente ti schiaccia verso il basso, a terra. E’ l’espressione dell’insoddisfazione giovanile, dello scontro che si ha tra il mondo ideale, sognato negli anni della crescita, e quello reale, crudo e freddo, inospitale ed inaspettato.

Come dicevo, il tema principale e portante di tutto il lavoro e’ la relazione affettiva, tormentate storie d’amore raccontate con brevi, secchi tratti, quasi incisi a freddo nel ferro. Nel migliore dei casi la dolcezza e’ nascosta dalla rauca, giovane e, ancora, disperata voce di Alberto Ferrari, al quale va dato atto di saper trasformare un suono che potrebbe apparire teoricamente fastidioso in una reale voce da menestrello dannato.

Stilisticamente sono estremamente eclettici: mi hanno ricordato, nei passaggi piu’ lenti, i romani Elettrojoyce (che tutto sono tranne che cattivi), ma nella normalita’ rientrano nei canoni del rock incazzato, fino a picchi tecnici che – ebbene si, mi sbilancio!! – secondo me li porteranno moooolto in alto nella classifica dei rockers con le palle; magari non sono ancora nell’Olimpo, ma cavolo, e’ un album d’esordio!! Volete un esempio? Viba (l’ ottava traccia) vi portera’ momenti di totale assenza dal mondo reale se solo provate ad ascoltarla in cuffia, ed Eyeliner infonde un senso di tristezza profonda gia’ solo con il giro d’ apertura…..

 

 

Cos’ altro dire dei tre bravi artisti nostrani? Che se ci fossero molti piu’ gruppi italiani di questo livello potremmo imporre il nostro rock a livello internazionale finalmente con qualcosa di qualita’ (altro che Pausini e Ramazzotti).
Ragazzi, questi sono da tenere d’ occhio…..

 

Verdena – Verdena, 1999
Voto: 7
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