Utopia: la recensione

Se una serie tv molto nerd dimostra la stupidità dei nerd, merita massima attenzione. Questo reboot è figo, diretto da Dio e ben recitato; eppure ha fatto girare le scatole a tante, troppe, persone…

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… ma è un merito!

Prendi un fumetto maledetto, mettici dentro una storia apocalittica e complottista mezza intrecciata con l’attualità dei virus e dei vaccini, e non lesinare scene splatter degne del miglior (o peggior) Rodriguez… l’orgasmo è servito. E di orgasmo si tratta se ci si spara tutta d’un fiato questa prima stagione di Utopia (sono solo 8 episodi, usciti a ottobre 2020 su Prime Video) con la voglia di surfare sui cliché di questo genere e di staccare un po’ la testa da un lavoro in cui non succede mai nulla.

Non chiedete originalità allo script però. Per carità, non commettete l’errore di alcuni puristi che non si sono goduti Stranger Things perché “sembra i Goonies”… deve sembrare i Goonies! E questo lavoro sembra un qualsiasi Manga a scelta degli anni novanta con una spruzzatina di America alla Quentin Tarantino; lo sanno i produttori, lo sanno gli spettatori e lo saprete dopo pochi minuti anche voi. Ma chi se ne frega se poi tutto fila liscio come un pavimento zuppo di sangue (immagine non del tutto casuale ah ah). Ora che avete le istruzioni d’uso, entriamo nella serie.

La storia è la seguente: tutti vogliono mettere le mani su un raro fumetto. Perché? Perché racconta cose che poi accadono veramente. E cosa racconta di così scabroso il sopracitato fumetto? Profetizza di un complotto mondiale, guidato da un certo Mr. Rabbit, che vuole sterminare l’umanità (ma dai?) con terribili epidemie (ahia). Quindi… il cattivone cerca il fumetto per farlo sparire dalla circolazione e non far conoscere a tutti le sue intenzioni, gli altri lo vogliono leggere per conoscere in anticipo le mosse del cattivone e, magari, fermarlo prima che sia troppo tardi. E così inizia la caccia al tesoro dove “i nostri” sono capeggiati dalla cazzutissima Jessica Hyde (Sasha Lane) e formati da un manipolo di sfigati ossessivo-compulsivi presi pari pari da una sitcom tipo The Big Bang Theory.

Se la novella Alice nel Paese delle Meraviglie insegue il suo coniglio tra sparatorie, scazzottate e schizzati seri che infliggono morti atroci alle loro vittime, il resto della gang ha difficoltà a passare dalle certezze delle proprie stanzette ad un mondo decadente dove ci starebbe più comodo Terminator. Questa è la zona narrativa in cui si consumano i migliori sketch di umorismo nero e questa è la marcia in più di un prodotto che, se si prendesse sul serio, non andrebbe preso sul serio.

 

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E poi c’è Kevin Cristie che è un villain coi fiocchi interpretato da un John Cusack in stato di grazia. Merito del regista Gillian Flynn o di una sua completata maturità artistica? Forse la verità sta ne mezzo; forse il ragazzone col naso a punta non s’era mai confrontato con una storia così veloce. E il ritmo, infatti, è l’altro pregio della serie in un momento storico in cui sembra che tutti abbiano deciso di farci morire di noia sui nostri divani. Qua sul divano si sta poco, più facile zomparci sopra per qualche colpo di scena.

Ma perché i nerd sono insorti su Utopia? Perché sono stupidi, come già dichiarato. Siccome esiste già una bella versione della serie girata in Inghilterra, il nerd non accetta repliche alla certezza che “la prima era molto meglio”. Poi si scopre sui forum che molti di loro non hanno visto gli episodi del 2020 e qua appare chiaro che il re è nudo.

Chiosando, se non avete la mente obnubilata dai luoghi comuni degli smanettoni e non cercate l’idea più innovativa del secolo, avete trovato cosa vedere nelle prossime ore.

 

Utopia, 2020
Voto: 7
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