A Fairytale For The Demon Lord: la recensione

Che cosa centrano Odino, Thor, Loki ed il Ragnarok con una moltitudine di cavalieri medioevali, città futuristiche fluttuanti e una principessa addormentata?

 

 

L’esistenza di Asgard è ormai nota a tutti, soprattutto per merito del biondo dio del tuono che così tanto la Marvel ha ostentato nei fumetti ed nelle saghe cinematografiche; conoscere però Thor e gli asgardiani non è la stessa cosa che conoscere la mitologia norrena. Oserei dire che anche Yong-Hwan Kim, l’autore di A Fairytale For The Demon Lord, non ha una chiara idea di cosa ci sia dietro a queste leggende, però la sua conoscenza è sufficiente per poter costruire una storia interessante.

Lo spunto della mitologia nord europea fornisce all’autore una serie di personaggi con cui giocare; essi mantengono alcuni tratti tipici unicamente allo scopo di renderli più familiari al pubblico; per il resto preparatevi ad aprire la mente. L’ambientazione in cui la storia viene narrata è molto particolare: ci troviamo in un mondo futuristico, con una fortissima influenza medioevale che non centra assolutamente nulla con il mito norreno. Cavalieri in armatura completa affrontano mostri e draghi sotto le mura di città fluttuanti; questo è indubbiamente un adattamento che può disorientare, ma allo stesso tempo stuzzicare molto l’interesse del lettore.

La trama iniziale è piuttosto semplice: il Signore dei demoni ha maledetto la Principessa con il sonno eterno. Un numero incalcolabile di cavalieri ha provato a salvarla, morendo invano. Finalmente appare un cavaliere senza nome che sconfigge il Signore dei demoni e salva la Principessa dalla sua maledizione; lei in cambio promette al suo salvatore un nome.

 

 

Chi è il cavaliere senza nome? Forse Thor? Indubbiamente un potente guerriero che ha passato la sua vita al confine dei regni per combattere contro i giganti dei ghiacci, abbattere schiere di lupi di Fenris e sconfiggere i mostri marini. C’è però qualcosa di diverso in questo cavaliere senza nome; la sua potenza non è pari ai sui simili che, come lui, sono semplicemente costrutti creati da Odino per difendere il regno.

Non si capisce subito che questo mondo è così tecnologicamente avanzato da fondare la sua fortuna proprio su esseri artificiali senzienti. Infatti Yong-Hwan Kim gioca sul fattore sorpresa e ci presenta subito una serie di cavalieri medioevali in armatura completa, un signore dei demoni ed una principessa; in pratica un avanzato mondo tecnologico nascosto dietro la facciata di un classico fantasy.

Quello che però a prima vista sembra una semplicissima storia di cavalieri, si complica velocemente con l’introduzione di tutta una serie di eventi legati al Ragnarok (vi suggerisco di leggere anche Record Of Ragnarok), la cosddetta fine del mondo. Il nostro cavaliere viene allontanato dalla Principessa e segretamente condannato a morte. Come nelle migliori favole il principe sopravvive e parte alla volta del salvataggio dell’amata principessa, ma a differenza delle favole il nostro cavaliere senza nome sacrifica tutto, compresa la sua stessa integrità, diventando egli stesso un l’antieroe della storia.

Pensate sia finita così? Siete solo all’inizio di un viaggio fatto di macchinazioni, vendette, rivalse e morbosi sentimenti che culminano in una vana idealizzazione dell’amore. La visione poetica della storia lascia velocemente il passo ad un complicato intreccio di situazioni che si legano ad Odino, alla Principessa creata appositamente per porre fine alla minaccia del Ragnarok ed al cavaliere senza nome destinato ad essere la minaccia più grande di tutto il mondo. Ma alla fine chi diavolo è questo cavaliere?

 

 

La trama è bella e decisamente complicata, ricca di colpi di scena e di insospettabili evoluzioni. Purtroppo A Fairytale For The Demon Lord non è edito ancora in Italia e la traduzione fatta dagli appassionati si adatta male in un paio di passaggi; ma non vi preoccupate, si riesce a capire tutto con un po’ di pazienza e perseverando nella lettura.

Le tavole sono tutte a colori, fedeli alla tendenza dello stile coreano, ma c’è una meravigliosa predominanza di grigi e neri che sottolineano ferocemente la decadenza dell’ambiente e l’avvicinarsi del mortale crepuscolo che porterà all’oscurità del Ragnarok. L’unico altro colore che risalta in modo vivido è il rosso dei mantelli, delle pupille degli occhi, del cielo al tramonto e del sangue che scorre copioso dai cadaveri disseminati sul campo di battaglia. Il tratto di Yong-Hwan Kim è piuttosto particolare: le figure femminili richiamano lo stile giapponese, mentre quelle maschili, specialmente nel taglio degli occhi, hanno una propria impostazione caratteristica che, a mio avviso, si avvicina più al tratto di alcuni autori europei.

A Fairytale For The Demon Lord è composto da appena cinquantaquattro capitoli, ma il racconto merita di essere letto e apprezzato per la particolarità di com’è sviluppata la storia e per la bellezza di alcune tavole che artisticamente sono fantastiche. Ve lo consiglio? Sicuramente si, ma purtroppo dovete andarlo a cercare sul web in maniera alternativa perché ancora nessun editore italiano ha annunciato la pubblicazione di questo lavoro.

 

A Fairytale For The Demon Lord, 2011
Voto: 7.5
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