Daredevil – Stagione 3: la recensione

Torna Daredevil, ma soprattutto, torna Vincent D’Onofrio nei panni di Kingpin e si sale subito di livello.

 

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La seconda stagione di Daredevil è stata usata per lanciare la serie The Punisher, per introdurre il personaggio di Elektra Assassin e per dare il via agli eventi narrati in The Defenders, che arrivano a raccontare la caduta di un grattacielo proprio sulla testa del nostro eroe.
Matt Murdock si risveglia in una stanza sconosciuta, è ferito ed ha perso l’udito ad un orecchio; cosa che per una persona normale non sarebbe drammatico, ma per il nostro supereroe non vedente è paragonabile ad una fine prematura.

Comincia un lento processo di recupero, che non dà nessuna certezza di guarigione, ma serve solo a rimettere in piedi l’uomo; è buffo pensare che, all’interno di Matt, l’unico pensiero che lo accompagna è quello di tornare ad essere Daredevil o morire nel tentativo.
In un inizio di stagione incerto, il ritorno di Wilson Fisk, conosciuto anche come Kingpin e interpretato dal fantastico Vincent D’Onofrio, è la cosa che emoziona di più, visto che è segno distintivo di tanta qualità. Il rientro sulla scena di Kingpin è stato pianificato in ogni dettaglio, la storia ci descrive un cambiamento di priorità che sembra quasi innaturale, se lo confrontiamo all’uomo distaccato e implacabile della prima stagione.

 

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Continuo la mia personale campagna a favore di Vincent D’Onofrio che ci ha regalato un personaggio fantastico; la sua interpretazione è speciale sia nei silenzi sia nel suo compassato modo di fare le cose.
Karen Page è ormai una costante nella serie; il suo ruolo, quello della bionda ficcanaso che scopre tante, se non tutte, le macchinazioni dietro al cattivo di turno, è confermato anche in questa stagione, ma a farle compagnia in un ruolo più attivo e vivace abbiamo il nostro Foggy Nelson, l’amico avvocato di Matt. In questa stagione, mentre Matt è alle prese con il suo recupero ed il suo smarrimento, Karen e Foggy si mettono in luce, come giornalista e avvocato, nel tentare di smascherare e fermare Wilson e le sue sordide manipolazioni.

Mi è piaciuta la scelta di contrapporre Foggy e Karen, punti positivi o, per lo meno, propositivi della storia, ad un Matt, perso nelle ombre di una situazione che lo vede smarrito, ad un passo dal baratro che separa l’eroe dall’essere uno squilibrato vendicativo.

 

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Ho trovato molto interessante la presentazione e la lenta, ma inesorabile, maturazione di uno dei cattivi più violenti di Daredevil, Benjamin “Dex” Poindexter; mi è piaciuta particolarmente la storia alla base del personaggio, e le relative implicazioni che lo porteranno, anche grazie a manipolazioni esterne, alla maturazione in Bullseye.

La storia è buona, le trame sono ben curate, gli attori danno qualcosa in più per esaltare i personaggi, vedo davvero poche criticità nella realizzazione di questa serie TV molto amata e seguita dal pubblico, ma allora perché è stata annunciata la chiusura?

Dopo Luke Cage e Iron Fist, anche Daredevil chiuderà i battenti. L’annuncio shock di Netflix spiazza tutti i fan, compreso me, tanto che il mio primo pensiero è stato: maledetti! I dubbi si potevano avere per Iron Fist, visto che le cose non sono andate bene sin dall’inizio, o per Luke Cage, poiché non può bastare una stagione sufficiente su due; altro discorso è Daredevil, che si è conquistato pubblico e critica. Ragionandoci bene, la vera causa della cancellazione di Daredevil, prodotto da Netflix, è Disney+, la nuova piattaforma streaming a tema che aprirà a fine 2019. La Disney è proprietaria della Marvel, quindi appare evidente che voglia riprendere i diritti di produzione dei supereroi. Spero solo che la Disney si metta una mano sulla coscienza e riparta dal buon lavoro su Daredevil fatto per Netflix, anche se ci credo poco.

Tirando le somme, la terza stagione è al livello delle due precedenti, e questo non ci stupisce più di tanto.

 

Daredevil – Stagione 3, 2018
Voto: 7
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