Deponia: la recensione

Ci ho messo 4 anni a finire Deponia: non perche’ il gioco sia brutto (tuttaltro), ma perche’ sono un giocatore terribilmente incostante.

 

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Ho tre salvataggi nella cartella di Deponia: uno datato ottobre 2014, uno agosto 2016, uno febbraio 2018. E questo dimostra due cose, contrastanti fra di loro: sono un giocatore che non molla e che arriva fino in fondo, e che al tempo stesso mi prendo delle pause allucinanti fra una sessione e l’altra. E’ un mio tratto distintivo: dopo aver giocato a Dead Island per una ventina di ore nel 2014, divertendomici anche abbastanza, l’ho abbandonato a se stesso fino al mese scorso. O la versione 2012 di X-Com, che ho iniziato a giocare con il mod Long War fin da subito. Oltre 40 ore di gioco e campagna lasciata a meta’, non perche’ mi sia annoiato o il gioco sia troppo lungo. Semplicemente, i miei occhioni sono caduti su qualche altro titolo da giocare.

Ma torniamo a Deponia.
Si tratta di una classica avventura punta e clicca, dotata di una discreta storia ed di un buon humor. In un lontano mondo-spazzatura, ci troviamo nei panni di un inaffidabile, bugiardo e stupidissimo antieroe che per i suoi biechi bisogni personali cerca di sedurre una ragazza venuta da Elysium, la citta’ volante dove la vita e’ pulita e felice. Ma ben presto si scoprira’ il motivo della missione della ragazza, e l’evolvere degli eventi rendera’ l’incontro determinante oltre ogni immaginazione.

 

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Come avventura, Deponia si pone ad un livello di difficolta’ medio-basso ed e’ facilmente avvicinabile da giocatori che non sono troppo avvezzi al genere (come me, per esempio). Oltre ad avere una grafica cartoonesca molto accattivante, i dialoghi sono molto divertenti. Non ci sono strutture ad albero, nei dialoghi, che impediscano di fare una scelta netta e quindi di selezionare in un secondo tempo altre risposte. Sia da questo punto di vista che da quello della storia il gioco e’ molto lineare, che non e’ necessariamente un male, anzi; questa scelta, oltre a rendere piu’ abbordabile il gioco, permette di concentrarsi sui dettagli grafici del gioco (alcuni davvero molto belli) e sull’umorismo politicamente scorretto che piace cosi’ tanto a chi se ne sbatte degli estremismi dei “social justice warriors”, che in alcuni casi hanno tacciato Deponia di sessimo (ma fatevi due risate ogni tanto…).

 

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La stessa interfaccia utente e’ molto semplice da usare, ci sono pochissimi comandi (guarda, prendi, parla, interagisci) e sono dinamicamente disponibili portando il cursore sopra l’oggetto o la persona con cui vogliamo relazionarci. Anche i punti di interesse sullo schermo sono facilmente (o quasi) individuabili: muovendo il cursore sulla mappa, verra’ evidenziato il nome della persona o dell’oggetto con cui possiamo iniziare ad agire. Tutto molto facile, quindi, ed oggettivamente apprezzabile.
Il comparto sonoro, sia per quanto riguarda le musiche di sottofondo che gli effetti, non delude ma non fa gridare al miracolo; svolge il suo lavoro adeguatamente portando a casa la pagnotta.
Non posso giudicare sulla longevita’ del titolo; come quasi tutte le avventure, una volta arrivati alla conclusione difficilmente vorrete rigiocare il titolo. Tenete conto che per arrivare alla fine non vi ci vogliono 4 anni come nel mio caso, ma per una decina di ore sarete davanti al monitor a sghignazzare per le frasi che Rufus, il protagonista, non riesce proprio a non dire.

Deponia e’ una solida avventura che merita di essere giocata se vi piacciono le avventure che non vi strizzano il cervello e se volete ridere un po’; e detto questo, io tornerei a giocare. Magari a quel Fallout 1 che ho lasciato in sospeso per la seconda volta in quasi 10 anni esattamente nello stesso punto…

 

Deponia, 2012
Voto: 7
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