Dietro I Suoi Occhi: la recensione

In principio ci fu Glenn Close con la sua perfetta recitazione in Attrazione fatale, poi ci furono solo cloni e ancora cloni. Anche questa serie appartiene a quel filone, ma con un colpo di coda inatteso…

 

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Le premesse di questo lavoro sono pessime: ci sono tutti i crismi del polpettone sentimentale con tradimenti, scopatine, abbocchi e vagonate di bugie per non farsi sgamare dal partner cornuto. Il fatto che l’intreccio sia preso “di peso” dall’omonimo romanzo di Sarah Pinborough, poi, è un’aggravante considerando che la critica ha inserito in libro nella categoria “Che cazzo di finale” (in inglese #WTFthatending). Già dalla prima puntata l’effetto soap-opera è dietro l’angolo con alcuni passaggi narrativi alquanto incauti (a quanti è capitato di agganciare una panterona al bar?).

Eppure la sufficienza si stiracchia puntata dopo puntata grazie alla scelta di aggiungere un pizzico di thriller e una spolverata di soprannaturale al brodo in ebollizione. Ecco perché, nostro malgrado, abbiamo seguito le vicende della protagonista Louise, lavoratrice part-time sola e con l’accollo di un figlio, che entra in contatto (vabbeh, dai, ci scopa subito) con gli sposini David e con Adele. Lui (Robert Aramayo) giovane psichiatra scozzese particolarmente affascinante ma con l’espressività di una cintura di cuoio (già dimostrata ne Il Signore Degli Anelli) e lei (la figlia di Bono Vox degli U2 Eve Hewson) casalinga disperata e tormentata dalla solitudine e da un male oscuro di non immediata comprensione (io non l’ho capito manco dopo!).

Sembra tutto molto brutto… don’t panic. L’innesto di una sotto-trama salva la baracca dal crollo annunciato. Non è bene anticipare di più se non che, come detto, che nella storia subentra il forte odore di zolfo dell’esoterico e tutto prende una piega almeno accettabile. Perché la verità è che le ultime due puntate, quelle in cui viene annunciato e sciolto il finale col botto, il botto lo fanno davvero e bisogna darne atto ad una produzione che, per tutto il resto del lavoro, ha fatto il minimo sindacabile.

 

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Di Dietro I Suoi Occhi, oltre alla scelta discutibile di casting, fa sorridere il distacco tra quel che è il prodotto finale e quel che promette il plot leggibile su Netflix. Di traumi e ossessioni umane se ne vedono pochi (pure io dormo zero la notte ma solo perché mangio 300 grammi di pasta a cena) e le domande esistenziali sulla fiducia da riporre nel prossimo e sulla conoscenza di noi stessi sono una chiara supercazzola da adolescenti. Lo psico-thriller dove sta? Questo è il vero mistero della serie e la soluzione nessuno la troverà mai.

Il personaggio più affascinante è Adele, sospesa tra la sua fragilità psicologica e la sensazione che sotto sotto sia una figlia di buona donna. Il taglio di capelli irritanti e le movenze compassate da vedova nera contribuiscono a creare qualcosa da seguire. Il suo miglior amico di rehab, invece, è quasi imbarazzante: una copia identica a Trainspotting compreso il tic nervoso di passarsi le mani sulla boccia rasata. Ewan McGregor (Grazie Signora Thatcher, Black Hawk Down) si sarà fatto una risata, tanto ormai lui è Obi Wan-Kenobi ed ha questioni più importanti da risolvere per il bene della Galassia.

Noi che, invece, cavalieri Jedi non siamo dobbiamo puntare forte sulla pazienza e buttarci in un atto di fede. L’ultima scena dell’ultima puntata sarà la ragione per cui penseremo di aver trascorso qualche ora di onesto intrattenimento mediatico.

Poi le cose belle sono altro, ma non si può avere tutto.

 

Dietro I Suoi Occhi, 2021
Voto: 6.5
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