DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2: la recensione

Un lavoro che mantiene le sue promesse! La trama continua ad intrecciarsi in modo interessante, mentre la qualità di grafica ed animazione migliora leggermente.

 

 

Eccoci qui a recensire la seconda stagione di questo anime basato sull’omonimo videogioco. Come saranno andate le cose? L’aspetto grafico è migliorato rispetto alla precedente stagione? La trama ha mantenuto la qualità della prima stagione? Ci dobbiamo aspettare dei problemi causati dalla pandemia? Tutte validissime domande a cui proveremo a rispondere.

Partiamo proprio dall’ultima: la pandemia ha causato problemi? DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2 si presenta ai blocchi di partenza con lo stesso numero di episodi della stagione precedente; questo è già un buon risultato vista la tendenza a rimandare o ad accorciare le serie prodotte durante questo sfortunato periodo. C’è quindi da elogiare lo studio di animazione coreano, Studio Mir, per aver portato a casa il risultato; ma la qualità è rimasta la stessa?

Sotto l’aspetto grafico non è cambiato molto, la qualità dei disegni è rimasta molto simile alla precedente stagione. La cosa che possiamo apprezzare è invece la scelta delle tavolozze di colori usate per i vari personaggi. Davion è il nostro protagonista ed è legato ad un grande drago di fuoco; la sua caratterizzazione cromatica è sempre molto vicina a toni caldi che richiamano i toni di rosso. Così anche gli altri personaggi hanno un chiaro legame tra colori e natura delle loro abilità.

 

 

Per quanto riguarda l’animazione e la computer grafica possiamo notare che c’è stato un leggerissimo miglioramento: le scene sembrano più fluide e non si vedono quasi più sbavature nei movimenti dei personaggi. Questo passo in avanti è minimo, ma si percepisce, e toglie quel vago fastidio che avevo notato durante la prima stagione.

Passiamo ora alle trame, che nella prima stagione mi avevano fatto percepire un buon potenziale inespresso tanto da farmi capitolare e concedere un voto forse più largo del dovuto. Ebbene non ci avevo visto male, la storia prosegue evolvendo ulteriormente le trame della prima stagione, ma anche inserendo nuovi ed interessanti personaggi.

 

 

Noto però che i vari personaggi principali hanno preso tutti strade diverse separandosi e rendendo la seconda stagione un po’ più impegnativa da seguire. Se nella prima stagione Davion e compagni viaggiavano quasi tutti riuniti in un gruppo, ora le cose si sono separate e non sembrano particolarmente intenzionate a riunirsi nel breve periodo. Per fortuna la suddivisione degli eventi narrati sembra essere abbastanza equa; non si predilige un personaggio ad un altro anche se ovviamente c’è chi ha maggiori cose da risolvere rispetto ad altri.

DOTA: Dragon’s Blood è un buon prodotto che cerca di sopravvivere alla concorrenza e ci riesce anche abbastanza agevolmente. Ovviamente non può essere paragonato ad Arcane, che si posiziona su tutt’altro livello, ma può tranquillamente posizionarsi su un gradino più alto di concorrenti dal nome importante come Dragon’s Dogma o Castlevania, che hanno dimostrato di non essere così continui e validi come DOTA.

Probabilmente sarà perché ultimamente non ci sono prodotti fantasy di un certo rilievo, o perché la trama nasconde ancora diversi punti che possono rivelarsi interessanti sorprese, ma mi sento di continuare a premiare DOTA: Dragon’s Blood con un buon voto.

 

DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2, 2022
Voto: 7
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