Blood of Zeus – Stagione 1: la recensione

Penso che i miei occhi siano rimasti gravemente offesi alla vista di questa porcheria!

 

 

Mamma mia che schifo! Non so proprio da che parte cominciare per esprimere il mio fastidio per questa serie animata targata Netflix. La storia è praticamente copiata da due opere cinematografiche. Lo stile grafico, che è pur sempre un fattore soggettivo, è vecchio e non è supportato da un sistema di animazione che ne esalti le caratteristiche; assistiamo quindi a movimenti legnosi ed innaturali per il corpo umano. Per lo meno non sono caduti nella moda nipponica di voler strafare con la computer grafica in 3D.

 

 

Come potete immaginare Blood of Zeus è incentrato sulla mitologia greca e sul rapporto tra il padre degli dei ed i suoi figli, in particolare con uno dei suoi bastardi. Heron, questo è il nome del giovane semidio, vive con la madre un’esistenza poco felice nei pressi di una polis greca. Il giovane ragazzo è bullizzato della popolazione che lo ritiene portatore di sventura a causa delle nuvole che, da quando è arrivato, non abbandonano mai la valle in cui sorge il villaggio. La causa di questo strano fenomeno è dovuta proprio a Zeus che, con questo espediente, cerca di proteggere il proprio bastardo dallo sguardo di Era, sua moglie. Uno spiacevole giorno, l’amazzone Electra arriva al villaggio in cerca di una creatura mostruosa che si cela sotto sembianze umane. In quel momento la vita di Heron cambia e comincia la sua avventura. Fino a qui il racconto sembra avere un suo percorso, poi diviene improvvisamente un collage dei copioni di Scontro Tra Titani e La Furia Dei Titani. Capisco che cambiare l’ordine degli accadimenti possa sembrare un colpo di genio, ma se gli eventi sono in pratica uguali a quelli dei film, mi viene difficile non gridare al plagio.

 

 

Passiamo al comparto grafica. I mostri titanici sono fatti ed animati abbastanza bene, anche perché sarebbe stato davvero difficile farli male visto che sono letteralmente delle gigantesche ombre poco dettagliate. Se mi sbagli una cosa così semplice, allora meriti di essere preso in giro! Gli esseri umani sono, aiutatemi a dirlo bene: letteralmente terribili! Sono espressivi come le Barbie falsucce di mia figlia ed hanno i tratti del volto altrettanto squadrati e plasticosi. Capisco che la rappresentazione grafica sia una cosa soggettiva e possa piacere o meno, ma qualsiasi opera attuale ha uno stile più naturale e un’animazione più realistica. Le mostruosità deformi su base umanoide sono una via di mezzo, si muovono male ma non puoi criticarle più di tanto. In questi mostri non si riesce a capire dove arrivi la pessima grafica e dove la deformità del soggetto. Capitolo a parte sono le divinità: indubbiamente sono più curate, anche se mantengono l’espressività e la caratteristica spigolosa delle Barbie falsucce. Gli autori, per evidenziare le differenze tra uomo e dio, hanno voluto aggiungere dei dettagli moderni nel vestiaro, nelle armature, nelle armi o nei gioielli, concedono alle divinità quel qualcosa in più che noti subito. Nel complesso l’animazione è grezza e legnosa, non è sicuramente un buon risultato per la casa americana che si è cimentata in questa produzione.

 

 

Onestamente, se dovessi consigliarvi tra Blood of Zeus oppure i film sui Titani, vi direi certamente di guardare qualcos’altro visto che il mondo è pieno di serie animate sconosciute che potrebbero riservarvi soddisfazioni largamente migliori.

 

Blood of Zeus – Stagione 1, 2020
Voto: 2
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