Guerra di continuazione: la Finlandia nel triennio 1941-1944

La Guerra di continuazione rappresenta l’ultimo grande capitolo, e il più difficile, del conflitto tra Finlandia e Unione Sovietica tra il 1939 e il 1944.

 

 

Come abbiamo letto nel secondo capitolo sul conflitto tra Finlandia e Unione Sovietica a cavallo tra il 1939 e il 1940, la nazione scandinava ne esce sconfitta, seppur a testa alta e orgogliosa di essersi opposta ad un esercito che almeno sulla carta appariva infinitamente più forte. La pace conclusa nel Marzo del 1940, lascia spazio a risentimenti e desideri di recuperare quanto perso, che serpeggiano tra la popolazione finlandese e ancor di più nell’esercito stesso. Pochi mesi dopo, nell’estate del 1940, la Germania galvanizzata dalle fulminee vittorie in Europa, inizia con i primissimi piani e preparativi per l’attacco all’Unione Sovietica. Di conseguenza, anche il rapporto con i finlandesi si distende e si traduce in rifornimenti e aiuti militari e non al paese scandinavo che intanto riorganizza le proprie forze. L’avvicinamento tra Finlandia e Germania è lento ma inesorabile, nonostante gli sforzi sovietici di evitarlo grazie ad una diplomazia decisamente più morbida rispetto al solito.

Nel Gennaio 1941 ai leader militari finlandesi è già noto che presto i tedeschi si lanceranno nella loro crociata ad est e l’occasione di riprendersi i territori persi tenta tutti. Viene assicurata la partecipazione finlandese all’Operazione Barbarossa, ma almeno inizialmente combattuta solamente nell’ottica di ripristinare il confine pre-guerra del 1939 (un po’ come l’altro alleato tedesco, la Romania, che inizialmente combatte i sovietici per recuperare la Bessarabia occupata). Nel mese di Maggio, a meno di un mese dall’inizio delle ostilità, i tedeschi portano sempre più forze ed equipaggiamento in Finlandia, mentre da Helsinki arriva l’ordine di mobilitare l’esercito finlandese.

Il 22 Giugno, Hitler annuncia al mondo l’inizio delle ostilità contro l’Unione Sovietica, ma i finlandesi ancora non si muovono. Hanno preparato 15 divisioni, rinforzate da un paio di divisioni tedesche nel nord, vicino al settore artico e che hanno come obiettivo il grande porto sovietico di Murmansk, distante poco meno di cento chilometri dal confine. Quando il 25 Giugno nei cieli finlandesi appaiono centinaia di aerei sovietici che sganciano bombe nel tentativo di colpire obiettivi militari tedeschi, Helsinki si garantisce il perfetto “casus belli” e dichiara l’inizio di una nuova guerra difensiva. Delle 14 divisioni iniziali, i sovietici ne ritirano rapidamente la metà per inviarla nei settori più caldi e a questo punto, con le difese nemiche notevolmente indebolite, anche i finlandesi attaccano verso sud con la metà delle divisioni disponibili.
Entro la metà di Luglio viene raggiunto l’enorme lago Ladoga, e un secondo grande attacco, volto ad assicurare le sponde del lago ha inizio con il IV Corpo Armata che dilaga nell’Istmo Careliano e, più a est, il VI Corpo che si incunea tra il Ladoga e l’altro grande lago Onega. Le difese sovietiche non reggono il colpo e ripiegano alla svelta abbandonando ingenti quantità di mezzi e uomini che vengono catturati (decine di migliaia in questa fase). Il 29 Agosto 1941, i finlandesi rientrano vittoriosi nella città riconquistata di Viipuri e solamente pochi giorni dopo arrivano al confine del 1939 e, superato, si mettono sulla difensiva a pochi chilometri da Leningrado. Nell’altra direttrice, i finlandesi si fermano sul fiume Svir che collega i due laghi e lì assorbono i contrattacchi sovietici, senza però arretrare.

 

 

Le operazioni militari nella Lapponia, iniziate già a fine Giugno, non vanno per niente bene per le congiunte forze tedesco-finlandesi. L’attacco verso Murmansk e la linea ferroviaria che la collega al resto dell’Unione Sovietica si ferma a solamente trenta chilometri dal confine, a meno di un terzo dalla distanza da percorrere secondo i piani. I finlandesi denunciano un rendimento tedesco sotto le aspettative, vuoi per le condizioni climatiche, vuoi per il morale e l’addestramento della truppa, mentre dall’altra parte descrivono le due divisioni sovietiche a difesa di Murmansk come decisamente tenaci e difficili da piegare in combattimento.
Nonostante il fallimento a nord, i finlandesi in linea generale portano avanti le offensive con successo e un po’ ovunque riescono a superare i confini del 1939, di fatto segnando il passaggio da una guerra che si definiva difensiva, ad una aggressiva a tutti gli effetti. Stabilita una linea di fronte, i finlandesi si fermano, scavano le proprie trincee e organizzano la difesa. Nel settore di Leningrado, con le forze a soli trenta chilometri dal grande centro sovietico, i finlandesi si limitano a tagliare le linee di rifornimento alla città ma non partecipano attivamente all’assedio, cosa che infuria i tedeschi.
Agli inizi del 1943 la situazione peggiora: dopo la sconfitta delle forze tedesche nel settore Caucaso e Don, i finlandesi capiscono che i tedeschi questa guerra non la vinceranno mai. Un nuovo governo si installa ad Helsinki, con l’obiettivo di guidare la Finlandia verso una pace separata. Nel frattempo i sovietici cercano di piegarne lo spirito con una massiccia campagna di raid aerei sulla capitale.

 

 

ll secondo colpo duro arriva quando i sovietici sbloccano l’assedio di Leningrado grazie a un’imponente offensiva che caccia i tedeschi fino all’Estonia. I finlandesi si ritrovano sempre più isolati e in difficoltà, tanto che i sovietici ne approfittano per colpire duramente nel Giugno del 1944 in concomitanza con lo sbarco alleato in Normandia. L’offensiva spazza velocemente le prime due linee di difesa finlandesi e i sovietici penetrano sia nell’Istmo che nel territorio occupato tra i due laghi. In pochissimi giorni penetrano nel settore di Viipuri e la rioccupano facilmente.
I tedeschi, temendo un veloce collasso dell’alleato finlandese, fanno affluire rapidamente munizioni ed equipaggiamento anticarro, insieme a un piccolo contingente militare che aiuta a stabilizzare momentaneamente la situazione e fermare le colonne corazzate sovietiche che subiscono alcune importanti sconfitte militari. Saranno le ultime, almeno in Finlandia: il Feldmaresciallo finlandese Mannerheim, appena divenuto Presidente della nazione, apre ai negoziati di pace e conclude una pace separata con Mosca.

Il 4 Settembre 1944 entra in vigore il cessate il fuoco. La Finlandia deve rinunciare a molto, esercito e territori in primis: tutta la Carelia e più a nord Salla e Petsamo (estremo nord) vengono infatti cedute ai sovietici. Ingenti sono anche le compensazioni economiche all’Unione Sovietica. Inoltre Helsinki si ritrova nella situazione di dover cacciare la Wehrmacht tedesca dal proprio territorio, così come richiesto dagli accordi di pace, e a dover quindi partecipare insieme alle forze sovietiche in azioni militari contro i vecchi alleati.
Nonostante le comunque grandi perdite economiche, territoriali ed umane, la Finlandia rimarrà indipendente, seppur sotto l’influenza sovietica, a differenza dell’Est Europa che si ritroverà inglobato nel sistema politico sovietico.

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