Il Metodo Kominsky: la recensione

Perché vedere Il Metodo Kominsky? Perché è una serie con dialoghi e attori pazzeschi che affronta in modo caustico la terza età, ma non solo…

 

Il metodo Kominsky

 

In questa recensione partiamo dalla fine per paura che non passi il messaggio. Vanno tutti di fretta e spesso gli articoli non sono letti fino in fondo e quindi diciamo in apertura che QUESTA LA DOVETE VEDERE. “Questa” è la serie creata da Chuck Lorre e prodotta da Warner Bros Television che s’impegna a ridere e far ridere sui “vecchietti” moderni, un po’ egocentrici e un po’ erotomani ma, soprattutto, per nulla disposti a cedere il passo alle nuove generazioni. Vincitrice del Golden Globe 2019, come migliore serie comica inizia là dove ci aveva mollati Youth di Sorrentino ma con un piglio meno pretenzioso e in sole tre stagione fa meglio.

Merito di dialoghi fortissimi, che raggiungono l’apice nell’ultima (perfetta) stagione. Merito anche di uno scintillante Michael Douglas che nei panni di Sandy ben sintetizza il plot con questa massima: “Siamo passeggeri di una nave che affonda lentamente”.

È la storia di una coppia d’amici di lunga data che invecchiano (mal volentieri) insieme tra artriti, prostate in fiamme e attività sessuale in forte calo e su questo graduale crollo si sfottono reciprocamente all’infinito. Sandy è un attore mai davvero sbocciato che ha monetizzato il suo quarto d’ora di gloria aprendo una scuola di recitazione (da cui pesca nuove conquiste erotiche) mentre Norman (interpretato da un immenso Alan Arkin) è un ricchissimo e potentissimo produttore cinematografico la cui vita agiata è sconvolta dalla morte della sempre amata moglie.

Ci si affeziona presto a questi due brontoloni e ai loro difetti evidenti e incorreggibili: tirchi, stronzi, menefreghisti e piuttosto allupati… Michael e Alan sono pessimi e quindi adorabili. Quel che li rende ancora più preziosi è la naturalezza con cui si muovono in un mondo a dir poco decadente. I personaggi secondari, infatti, sono tutti perfettamente incastrati in questo mosaico dell’orrore.

C’è la figlia curvy di Sandy, Mindy (Sarah Baker), chiaramente innamorata di un padre che non la merita e c’è l’agghiacciante compagno che ha raccattato, Martin (Paul Reiser), che racchiude perfettamente la mediocrità dell’essere moderno (ha un codino nonostante sia pelato!). C’è la figlia tossica ed abbandonata dell’altro protagonista (la Lisa Edelstein del Dr. House) che continua a combinare disastri “aggiustati” con i soldi di papà e che tira fuori dal cilindro un figlio adepto di Scientology. Ma, su tutti, c’è la chicca.

 

Il metodo Kominsky

 

La terza stagione de Il Metodo Kominsky butta fuori Roz, l’ex moglie di Douglas interpretata da… (squilli di tromba) Kathleen Turner! La coppia sexy e scintillante di All’Inseguimento Della Pietra Verde e La Guerra Dei Roses, torna insieme su un set in condizioni volutamente disastrate. Lui è un vecchietto arzillo ma chiaramente consumato dal tempo, lei è una morbida signora americana che ha definitivamente abdicato al ruolo di bellona della celluloide. Non è perché sono “vecchi”, quello capita a tutti, ma è perché sono “usurati” e non lo nascondono. Quest’operazione è eclatante e racchiude una verità che insegnerà tanto ai giovani di oggi.

Tempus fugit, sì, ma anche sti cazzi! Perché ti sei divertito un mondo, perché hai vissuto intensamente le tue cose e perché c’è del bello anche in questa stagione della propria esistenza. Visione consigliata.

 

Il Metodo Kominsky, 2021
Voto: 8
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