Il vero volto di Enrico Letta

Il segretario del PD sta mostrando la sua natura con una campagna elettorale senza un programma concreto, ma basata su odio, calunnie e paure.

 

 

Sembra strano a pensarci dopo tutti questi anni, ma forse occorre dare oggi merito a Renzi di averci visto lungo. Quando sul finire del 2013 scippò la guida del partito ad Enrico Letta, forse Renzi fece un favore al partito – anche se all’epoca nessuno se ne accorse.

Di Enrico Letta abbiamo già parlato, ma è bene tornare sul personaggio in questi giorni di campagna elettorale, una campagna che ha impostato unicamente su due punti: il terrore fascista e il voto utile. Ovverosia: nessuna idea, esclusivamente la solita caccia alle streghe e lo spauracchio di perdere lo scranno.

Enrico Letta rappresenta appieno la pancia dell’elettorato PD: quello che non si ferma a ragionare, a criticare, ad analizzare la vita politica del Paese e cosa i partiti esprimano. È quell’elettorato che si ferma agli slogan, che non capisce (o non vuole capire) che nella vita sociale ci possono essere idee diverse e contrapposte (e non per questo necessariamente sbagliate), che la soluzione ai problemi comuni, come l’impostazione di una società, non può venire in modo univoco da una minoranza di persone che si autoproclamano difensori dei diritti e titolari della sapienza, della morale e della verità.

 

 

In queste settimane, ma in realtà dal momento stesso del suo insediamento come segretario del PD nel marzo 2021, Enrico Letta ha portato avanti un’unica, ben determinata visione: quella della colpevolizzazione del politicamente diverso, della presunta superiorità intellettuale minacciata da altrettanto presunti bifolchi violenti, dell’assolutismo e dell’intransigenza politica e verbale con i suoi costanti attacchi all’interno della coalizione che supportava il governo Draghi.

Nel momento in cui si è entrati nel vivo della campagna elettorale, Letta ed il suo PD non hanno portato sul tavolo uno straccio di programma. Assolutamente nessuna proposta concreta, nessun progetto; a parte i soliti slogan su integrazione, inclusione, femminismo e lotta la fascismo non c’è stato nulla.
Ma proprio quest’ultimo punto merita attenzione. Letta ha voluto raccogliere attorno alla bandiera di partito chi ancora oggi, quasi cento anni dopo i fatti del secolo scorso, pensa che in Italia ci sia un movimento di destra violento, assolutista e che minacci la democrazia, quando è vero il contrario: negli ultimi venti anni abbiamo testimonianze di manifestazioni cruente esclusivamente di sinistra (dal G8 di Genova passando per un’interminabile sequela di scontri organizzati da centri sociali ed anarchici), di continui tentativi di impedire ai leader di destra e centro-destra di parlare (dalle aggressioni a Berlusconi e Salvini alle continue provocazioni in atto ai comizi di Fratelli d’Italia), di costante sconfessione delle leggi in vigore (come l’atteggiamento sulle droghe o quello sull’immigrazione clandestina), di svendita dei principali asset pubblici e della cessione della sovranità dello Stato ad un’organizzazione, l’Unione Europea, che non risponde ai cittadini ma a ristrette cerchie di potere.

 

 

Fatto ancora più grave, Enrico Letta si è fatto intervistare all’estero tentando di manipolare l’opinione pubblica straniera, raccontando una verità tutta sua su cosa potrebbe succedere all’Italia qualora dovesse, come sembra, vincere il centrodestra. Letta non ha minimamente avuto rispetto del futuro del Paese; non tanto di chi governerà, ma della tutela della res publica in relazione a speculatori, investitori e a quei settori del commercio e dell’industria che col rapporto con l’estero fanno la gran parte del loro utile.

L’aggressività e l’odio dimostrato da Enrico Letta in questa campagna elettorale, insieme alla totale mancanza di argomenti e la costante ricerca di motivi per mettere in difficoltà gli avversari politici, denotano non solo la pochezza del personaggio, ma quanto soprattutto questo atteggiamento di bassissimo livello faccia presa su una fetta dell’elettorato di sinistra, quello meno preparato politicamente o meno capace di preferire argomenti concreti a slogan di comodo, che incredibilmente raggiunge ancora oggi il 20% delle preferenze complessive.

E pensare che le offerte politiche a sinistra non mancano: dai 5 Stelle a Sinistra e Libertà; da Azione ed Italia Viva a +Europa. Evidentemente molti elettori di sinistra preferiscono spegnere le cellule neurali e votare per abitudine o per motivi meno nobili, come dimostrano i ricorrenti scandali legati ad assunzioni e nomine non assegnate per merito su tutto il territorio nazionale.

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